L'Umbria è la terra dei borghi: grandi o piccoli; tutti raccontano la storia di questa piccola regione. Basta allontanarsi di poco da Perugia verso Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria per scoprire un angolo ulteriore di questa regione romantica. Un itinerario, quello della Strada del Sagrantino, cercato e voluto, come gli innumerevoli chilometri di strada che occorrono - lasciando i torrioni di Bettona e Torgiano - per raggiungere Montefalco, sede della Strada del vino e del Centro Nazionale Vini Passiti.
Un itinerario nella regione amata dal Sommo Frate, dove la natura incontra i lenti ritmi della vita campestre. Questo è il cuore verde d'Italia, attraversato da un reticolo di sentieri che si perdono in una vegetazione lussureggiante e rigogliosa che avvolge, quasi a proteggere, piccole frazioni e borghi caratteristici carichi di storia locale, reperti archeologici e castelli medievali.
La Docg Montefalco Sagrantino
Il vigneto certrificato a Denominazione di Origine Controllata e Garantita "Montefalco Sagrantino" insiste nel territorio collinare del comune di Montefalco con parziale estensione ai comuni limitrofi Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria.
La Doc Montefalco invece è la Denominazione complementare al Sagrantino Docg e comprende un Bianco da Grechetto e Trebbiano Toscano e un Rosso da Sangiovese e Sagrantino.
Centro nazionale vini passiti
Il Centro Nazionale Vini Passiti è stato ideato nel 1991 dal Comune di Montefalco. Ha sede presso lo storico palazzo Santi Gentili recuperato dal Comune con finanziamenti dell'Unione Europea del programma Leader II gestiti dal Gal Media Alta Valle del Tevere e finalizzato alla realizzazione di forme innovative di promozione dei prodotti agroalimentari. Al progetto ha collaborato l'Associazione Nazionale Città del Vino che ne ha ideato il marchio. Esso rappresenta, attraverso delle gocce dorate in forma di grappolo, la preziosità dei vini passiti.
Scopo del Centro è di promuovere la cultura e la valorizzazione dei vini passiti e dei loro territori di produzione attraverso studi e ricerche, incontri tecnici e manifestazioni a livello nazionale e internazionale.
In Italia si contano più di 40 vini passiti sugli oltre 100 di tutto il mondo, prodotti spesso in quantità limitate ma che rappresentano per molte aziende il fiore all'occhiello.
Un patrimonio culturale da salvaguardare e recuperare, migliorando la qualità e favorendone la conoscenza sul mercato e l'integrazione con il turismo enogastronomico.Il Centro è anche enoteca e biblioteca, luogo d'incontro e di conversazione per piacevoli momenti, il tutto degustando un buon bicchiere di vino.
MONTEFALCO
Per la sua incantevole posizione geografica, sul vertice di un ameno colle (473 mt.), che si erge al centro delle valli del Clitunno, del Topino e del Tevere, la città è stata definita "Ringhiera dell'Umbria". Celebre altresì per gli affreschi delle sue chiese, che ne fanno un punto di riferimento essenziale per la conoscenza della pittura umbra. Inoltre i suoi santuari rappresentano, nel turismo religioso, una tappa importante, ancora quasi tutta da scoprire, della spiritualità umbra.
Montefalco fu centro abitato fin dalla più remota antichità. Probabile "pago" rurale, conserva memoria in una rara epigrafe del "marone" (magistrato tipico degli antichi umbri). Durante il periodo romano il colle si popolò di ville patrizie, di cui permane il ricordo nei toponimi: Assegnano, Camiano, Col Verano, Rignano, Satriano, Vecciano,ecc. Numerosi resti epigrafi e scultorei (museo comunale, chiostro di S. Fortunato, ecc.) testimoniano, nonostante le molte dispersioni, il periodo più antico e meno noto. Nel medioevo l'abitato ebbe il nome di Coccorone. Secondo una tradizione, che nel secolo XVI era definita antica, il toponimo sarebbe derivato da un presunto fondatore, il senatore romano Marco Curione. Moderni storici, invece, lo fanno discendere dal greco oros (= monte).
Il gioiello della "ringhiera dell'Umbria" si trova senza dubbio all'interno del Museo della Ex Chiesa di San Francesco. All'interno di queste mura, erette tra il 1335 e il 1338 dai frati Minori, è infatti ancora stupendamente custodita l'abside centrale affrescata da Benozzo Gozzoli nel 1452 e narrante la storia della vita di San Francesco. Commissionato da Jacopo da Montefalco, guardiano del convento di San Francesco, il ciclo è illustrato in dodici scene disposte su tre registri.
La narrazione procede, come un'ideale elevazione, dal basso verso l'alto e culmina nella volta con la gloria di San Francesco. Per quest'opera, Benozzo Gozzoli inizialmente utilizzò il grande modello giottesco, ma se ne discostò, perché, su probabile suggerimento dello stesso fra Jacopo, utilizzò due noti testi francescani: la Leggenda Maior di Bonaventura da Bagnoregio, divenuta dal 1266 la biografia ufficiale del santo in sostituzione di tutte quelle scritte in precedenza e giudicate non abbastanza ortodosse, e la Leggenda dei tre compagni, che, poiché faceva attenzione soprattutto alle vicende assisane di Francesco, costituì spesso un'importante fonte di ispirazione per la rappresentazione delle scene relative.
Le mura cittadine, stupendamente conservate presentano quattro porte d'ingresso. Si scende poi lungo Corso Mameli sul quale si affacciano numerosi palazzi signorili costruiti nei secoli dal XV al XVII (Palazzo Moriconi Calvi, Tempestivi, Langeli, Senili, Ciardelli, Santi - Gentili, De Cuppis). Il tour dentro le mura prosegue poi con la Chiesa di S. Lucia, sec. XII, che si trova nel nucleo più antico del borgo medioevale. La Chiesa di S. Chiara, sec. XVII, contiene la Cappella di S. Croce affrescata nel 1333 da pittori di scuola umbra; il convento con chiostro risale al sec. XV.
BEVAGNA
Bevagna, l'antica Mevania, sorge ai margini della vasta valle umbra, alle estreme propaggini dei Monti Martani. Le prime notizie storiche su Bevagna coincidono con la conquista romana dell'Umbria, anche se esistono tracce di insediamenti umani fin dall'età del ferro e significativi rinvenimenti archeologici confermano la presenza degli Umbri in questa zona. Bevagna, sorta sull'antica via consolare Flaminia, fu prima città umbra e poi il fiorente municipio romano di Mevania, ascritto alla tribù Aemilia.
A Bevagna si consiglia l'itinerario intorno alla cinta muraria, a tutt'oggi in piedi quasi per l'intero perimetro e poi, una volta entrati per una delle porte medievali ancora ottimamente conservate. Si parte da Piazza Filippo Silvestri su cui si affacciano il gotico Palazzo dei Consoli posto singolarmente in obliquo rispetto agli assi viari e che dal 1886 al suo interno ospita il Teatro Torti (un gioiellino che può accogliere solo 140 posti), le chiese romaniche di San Silvestro (1100 d.C) e di San Michele Arcangelo (1100 d.C).
Poco dopo le chiese, percorrendo strette vie su cui si affacciano suggestivi scorci medievali, troviamo, ospitati all'interno di un importante palazzo, i resti del teatro romano (I sec. d.C.). Attualmente il teatro è adibito a laboratorio per la lavorazione delle ceramiche. Questo ci da lo spunto per introdurre la più importante manifestazione storica di Bevagna che si tiene nell'ultima decade di giugno: il Mercato delle Gaite. In questa occasione, personaggi in costume ripropongono antichi mestieri lungo vicoli e ambienti caratteristici, con degustazione di antichi sapori medievali e presentazione delle produzioni artigianali tipiche. Terminata la visita al centro storico, sulla strada che porta a Gualdo Cattaneo una tappa va dedicata alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie (sec. XVI) dalla quale peraltro si gode di una stupenda vista su Bevagna e sulla valle umbra.
Gualdo Cattaneo
Gualdo Cattaneo "castello arroccato sulle propaggini dei Monti Martani, tra i torrenti Puglia e Attone" si trova tra la valle umbra (quella che va da Foligno a Spoleto) e la valle tiberina (quella delineata dal tratto umbro del Tevere). A Gualdo Cattaneo il monumento più importante è la Rocca, una fortezza triangolare con un mastio centrale e due rondelle laterali comunicanti tra di loro attraverso un sistema di cunicoli sotterranei.
Fu costruita tra il 1494 e 1498, per volere della città di Foligno, su progetto di Francesco di Bartolomeo di Pietrasanta. La Rocca, che nel corso del tempo non ha subito interventi di rilievo, conserva immutato il suo aspetto originario. Una prima versione della Rocca, presistente alla conquista da parte della città di Foligno, venne fatta distruggere nel 1439 dal Cardinale Fiorentino Patriarca di Alessandria.
L'itinerario parte da Pozzo, un castello immerso nel verde degli ulivi, che prende il nome proprio dalla secolare cultura dell'olio, prodotto in tale quantità da non poter essere più contenuto in un pozzo.
Da Pozzo si passa poi al castello di Cisterna fondato intorno al duecento che conserva intatta la sua fisionomia di insediamento fortificato. Poi è la volta di Marcellano, castello colonizzato al tempo di Augusto da un discendente della gens Marcella ricco di chiese trecentesche e cinquecentesche. Spetta invece al console romano Lucio Lucinio Sura il nome del castello di Saragano (in origine Suragano).
Dal castello di Saragano ci spostiamo a Ceralto, la cui singolare ubicazione, la tipologia architettonica, l'assoluta pace che vi regna, ne fanno un'isola felice fuori dal tempo. San Terenziano è oggi famosa per l'arte degli scalpellini. Artigiani che da generazioni lavorano la pietra rosa, traendone elementi architettonici che trovano spazio nei giardini e nelle case in tutto il mondo. Di particolare fascino il Sentiero degli Scalpellini. Un percorso a piedi tra natura e storia che porta indietro nel tempo. La visita ai castelli si chiude con Grutti.
Giano dell'Umbria
Giano dell'Umbria è sorta nell'XI secolo nella zona detta "Normandia" per lo stazionamento dei Normanni nell'attacco che questi portarono al Ducato di Spoleto.
La cittadina umbra rimane, seppure con alterne vicende, sotto il governo di Spoleto dalla metà del duecento fino all'inizio del XIX sec. mantenendo tuttavia una sua indipendenza ed amministrando un territorio proprio che includeva anche Montecchio e Castagnola. Il castello, benchè di dimensioni ridotte, ha una complessa struttura fondata sull'unione di due impianti fortificati, organizzato in modo digradante a partire dal vertice urbanistico, dove si innestano il Palazzo Pubblico e la Chiesa di S. Michele Arcangelo, del sec. XIII.
L'itinerario muove da dentro le mura, partendo dal palazzo del Municipio. Di origine medievale, è stato rimaneggiato più volte nel corso dei secoli ed è stato ulteriormente rinnovato di recente. L'itinerario prosegue poi attraverso un circuito di castelli. Ed iniziamo da quello di Montecchio. Questo castello, in posizione dominante sull'antica via Flaminia, fu - presumibilmente - già fortificato nel X secolo e fece parte anch'esso della Normandia. Il castello conserva buona parte della cinta muraria, innalzata nel XII secolo, riedificata nel XIV e rimasta immutata sino ai nostri giorni.
Sulla piazzetta si affacciano il piccolo palazzo della Comunità del XVI secolo, con lo stemma del castello, e il fianco sinistro della chiesa di San Bartolomeo. Ci dirigiamo poi al castello di Castagnola del quale delle antiche mura non rimangono che poche tracce, mentre la torre di sentina della porta d'ingresso è stata successivamente trasformata in torre campanaria. Altamente suggestivo è invece il castello di Morcicchia che, come risulta da testimonianze del X secolo fu un antico feudo dei Litaldi o Ritaldi, antica famiglia spoletina. Dell'antico castello rimangono alcune torri superstiti, qualche abitazione e significativi resti della cinta muraria.
CASTEL RITALDI
Situato sul luogo di un vicus romano, il Comune di Castel Ritaldi nasce dalla fusione di tre borghi medioevali, Colle del Marchese, Castel S.Giovanni e lo stesso Castel Ritaldi, dove nel XI^ secolo normalmente risiedeva un visconte che esercitava poteri amministrativi su un territorio denominato "Normandia" e che comprendeva altri numerosi Castelli di cui alcuni tuttora abitati, altri in parte rovinati.
L'itinerario a Castel Ritaldi parte dalla frazione 'La Bruna', dove è situato il Santuario della Madonna della Bruna, esempio di architettura rinascimentale di ispirazione bramantesca che fu edificato sulla riva del torrente Tatarena. Poi il tour prosegue in direzione di Castel San Giovanni. Castello del 1300 fatto costruire dal cardinale Albornoz, è il meglio conservato della piana spoletina.
Il paese antico è tutto dentro le mura quadrate. Le robuste torri angolari- cilindriche sono ben conservate. Poco fuori del centro abitato di Castel Ritaldi s'incontra la Pieve di S. Gregorio, del 1141, caratterizzata da una splendida facciata e da un altrettanto interessante portale sormontato dall'ampio rosone, abbellito da varie incisioni sacre. All'interno della Pieve si può invece ammirare un frammento scultoreo murato sulla parete di destra risalente al periodo romano.
Nella Chiesa di S. Quirico è importante ricordare il ritrovamento della lex lucaris, definita come la "prima legge ecologica" della storia. Essa, infatti, proibisce il taglio degli alberi in un bosco sacro dedicato a Giove. Tra i Castelli presenti nel luogo, da ricordare il Colle del Marchese, che venne più volte conteso tra le città di Spoleto e Foligno, fino a cadere sotto il controllo della famiglia Parenzi di Spoleto. Oggi il Colle conserva ancora resti di mura ed un'antica torre quadrangolare di difesa trasformata in torre campanaria.
Strada del Sagrantino
Associazione Strada del Sagrantino
Sede Operativa
Piazza del Comune, 17 - 06036 Montefalco (PG)
Tel. 0742/378490 - Fax 0742/378490
www.stradadelsagrantino.it
[email protected]
Iole Piscolla scrive da anni di turismo ed enogastronomia. E’ un tecnico di Strade del vino e da tre anni dirige il Centro Studi e Servizi alle...
ArchivioOVERTIME FESTIVAL 2020: DEGUSTAZIONI GRATUITE DI VINI AZIENDA NEVIO SCALA
il 03.10.2020 alle 13:04
4 Ristoranti Borghese, domani si va sul Conero
il 13.05.2020 alle 08:28
A cena con il Drago della Focaccia !
il 24.03.2020 alle 22:41
A cena con il Drago della Focaccia !
il 24.03.2020 alle 22:41
A cena con il Drago della Focaccia !
il 20.02.2020 alle 20:41