Ai più è conosciuta come “isola verde del Mediterraneo” per la ricchezza della sua vegetazione ed una flora spontanea che farebbe invidia a qualsivoglia libro di botanica, ad altri per essere un importante centro termale, ad altri ancora per la bellezza del paesaggio reso inconfondibile dai grossi massi di tufo verde, una pietra d’origine vulcanica.
Eppure Ischia ha una storia millenaria per la sua origine vitivinicola giunta sino a noi grazie alla laboriosità di appassionati imprenditori. L’origine della vite è testimoniata da un oggetto eccezionale: la Coppa di Nestore datata 757 a.C. e scoperta dal noto archeologo Giorgio Buchner negli anni 50’ nei pressi del Monte Vico.
Una coppa che oltre alla sua bellezza e ad essere testimone della presenza della vite veicolata dai Greci, porta scritto in versi la capacità del vino una volta bevuto di “esser portati a desiderare la bionda Afrodite”. Una viticoltura particolarissima, sia per l’orografia del terreno, che per certi versi la rendono “eroica”, che per la sua altitudine, quanto per la peculiarità dei suoi terrazzamenti...
Il territorio della Strada del Vino della Teverina è piuttosto circoscritto, ma caratterizzato da aziende medio piccole e da laboratori di crescente qualità, dove ha influito in un recentissimo passato un modello mezzadrile di gestione del territorio, che ha comportato come risultato il fatto che ogni nucleo agrario si sia configurato come una realtà economica e sociale a se stante, bisognosa di produrre a sufficienza per far vivere la propria unità familiare.
Considerando che stiamo parlando di un passato non remoto in cui le piccole aziende familiari vivevano in maniera autosufficiente rispetto alla realtà circostante, questa impostazione ha avuto, e continua ad avere tutt’oggi, una sua influenza. Il modello di gestione del territorio è, infatti, storia di ieri, nell’ambito della quale l’esigenza primaria non poteva che essere il sostentamento della famiglia, tendenza accompagnata da una scarsa propensione ad immettersi sul mercato.
Oggi tornano le nuove generazioni a dare slancio a questo territorio, che è in grado di offrire sicuramente una “Qualità di vita” interessante. La Strada del...
Quello delle foreste casentinesi è un ampio e vasto comprensorio che abbraccia circa 40.000 ettari, cui partecipa oltre la Romagna, il Casentino, ed un ristretto areale del Mugello, comprendendo ben quattro province: Forlì, Cesena, Arezzo e Firenze. Rappresenta, a detta di molti, il cuore dell’Appennino ed un livello di salvaguardia che ha pochi eguali in Italia, oggi promosso per l’areale toscano casentinese dalla Strada dei Sapori del Casentino, attraverso una rete di itinerari che si sviluppano per circa 200 chilometri fra strade percorribili con la macchina, strade sterrate, ben segnalate, o vecchi tratturi di montagna con luoghi di sosta e piccole aree attrezzate, rifugi adatti agli escursionisti ed una serie di tabelle cartografiche ben poste ed esaurienti.
Punti di riferimento, le località di Cetica, Pratovecchio, Monte Mignaio, Castel San Niccolò, Poppi, Chiusi della Verna, Bibbiena, Castel Focognano, Ortignano, Raggiolo, Chitignano, Talla, Subbiano e Capolona. In questo areale è presente ovunque il castagno. Molto praticato è l’allevamento bovino, con le vacche di razza Chianina: ha ottenuto il riconoscimento...
Siamo al confine con la Romagna, l’Umbria e le Marche, dove la parte più orientale della Provincia di Arezzo attraversa la Valle del Tevere. Per questa particolare collocazione geografica, per l’ampiezza dell’areale, quella promossa dalla Strada dei Sapori Valtiberina è una terra interessante, con un ricco patrimonio artistico, storico, culturale e naturale; di particolare valore e fortuna da un punto di vista della gastronomia tipica e dei servizi ad essa connessi, rispetto alla stessa media Toscana. Qui, infatti, affonda le sue radici tanta storiografia culinaria del Centro Italia.
Terra poco battuta.
L’Associazione Strada dei Sapori, neonata, valorizza questa terra piuttosto sconosciuta ai più, che riunisce oltre novanta realtà distribuite sul territorio tra comuni, enti locali, aziende agricole, strutture turistico ricettive, artigiani e commercianti, con la cui collaborazione ha inteso costruire un itinerario fra i borghi più caratteristici della Valtiberina, ovvero Anghiari, Badia Tedalda, Caprese Michelangelo, Monterchi, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro e Sestino, suggerendo così una rete di percorrenze...
Della coltivazione del castagno si hanno notizie certe fin dall’Alto Medioevo, ma il suo massimo sviluppo si ebbe con la contessa Matilde di Canossa (1046-1115), che stabilì la distanza corretta di impianto fra un albero e l’altro: il cosiddetto “Sesto Matildico”. Fino agli anni ’50, il castagno ha poi rappresentato la fonte primaria di sostentamento, ma con l’abbandono della montagna da parte della popolazione locale, ha perso la sua importanza e gran parte degli impianti sono stati assorbiti dal bosco. A ciò si è aggiunta la diffusione di specifiche malattie che ne hanno ridotto notevolmente la quantità.
Dagli anni ’80 nuovo vigore ha caratterizzato il settore del marrone, che ha portato in Mugello al recupero di castagneti secolari e alla valorizzazione della qualità del prodotto. L’amore per questa pianta e la volontà di creare un progetto organico che la rappresentasse in tutti i suoi aspetti, hanno fatto nascere la strada del Marrone del Mugello di Marradi. Fino a non molti decenni fa, infatti, la base dell’alimentazione della popolazione di queste montagne era costituita dalla...