Le Marche sono la regione del centro Italia che, in termini di ospitalità, produzioni tipiche e di apprezzamento dei piccoli grandi borghi, si sta ritagliando un suo personale successo. Fra le mete più consigliate spicca (a ragion veduta) il selvaggio Conero con i morbidi pendii di macchia, su cui spicca il bianco delle scarpate di friabili calcari marnosi che scendono fino al mare.
Il Monte Conero prende il nome da un suo antico prodotto autunnale, il Komaròs in Greco antico, il Corbezzolo (o "ciliegio marino") per noi.
Il Conero si tuffa nell'Adriatico precipitosamente e costituisce pertanto uno dei luoghi eletti per la coltivazione della vite, che qui trova condizioni pedcoclimatiche favorevoli. Il microclima è ravvivato continuamente dalle brezze marine che permettono al vitigno Montepulciano di esprimere nel Rosso Conero una tipicità unica, una Denominazione (dal 1967) fruttata ed elegante.
Per questo il Conero è stato definito il "parco vigneto", tanto è predominante la vite sulle pendici di questo monte, poco alto - appena 572 metri - che verso il mare e lungo quasi tutto il suo perimetro precipita con una caduta di pareti rocciose di colore rossastro che si tuffano verticalmente in uno specchio d'acqua azzurro intenso, limpido e ricco di pesci.
Il "gomito" del Conero si spinge nel mare Adriatico con una fisionomia estranea al panorama circostante ed anche con la diversa morfologia del suolo di natura calcarea. Le sue pendici ben esposte al sole e riparate dai venti del nord sono tappezzate di vigne. Il terreno calcareo, povero ma di grande struttura, permette al vitigno Montepulciano di esprimersi in maniera eccellente. L'uva ha un elevato contenuto zuccherino e un particolare profumo che rimane anche nel vino, il Rosso Conero a Denominazione di Origine Controllata, di cui costituisce un pregio inimitabile.
Le testimonianze storiche intorno a questo promontorio e al suo vino sono più che numerose: se ne occupò già Plinio il Vecchio nelle sue "Storie". E poi nei secoli successivi esso è stato sempre oggetto di leggi e dispositivi che ne tutelavano la produzione e il commercio, a dimostrazione del fatto che ha sempre rappresentato per tutta la regione una risorsa di primaria importanza.
La Strada del Vino del Rosso Conero, una delle più recenti e meglio organizzate Strade del Vino d'Italia, conduce gli enoturisti anche all'interno del parco tra le migliori cantine, lungo un tracciato che può partire senz'altro da Ancona per poi "circumnavigare" il Conero, con soste negli splendidi borghi marinari come Portonovo o Sirolo che conservano antiche architetture. Oppure continuare verso la vicina Loreto per una visita al celebre Santuario mariano.
Anche l'olivo qui beneficia delle stesse condizioni pedoclimatiche ottimali dei vigneti dando un olio dolce e fruttato, noto fin dall'epoca romana, quando veniva usato come pedaggio per le navi che approdavano: una sorta di tributo da sborsare per potersi accostare alla terraferma. Nei secoli a venire i monaci si sono occupati spesso degli oliveti, soprattutto quelli che ricadevano in territorio vaticano, della manutenzione o del ripristino. Agli agricoltori erano affidati lavori di manovalanza dietro compenso pecuniario o in natura: i podromi della mezzadria che sarebbe diventata l'asse portante dell'economia agricola marchigiana.
Strada del Rosso Conero
C/o Parco Naturale del Conero
Via Peschiera 30 - 60020 Sirolo - Ancona
Tel. 0719331879 - 9331161 - Fax. 0719331879
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Iole Piscolla scrive da anni di turismo ed enogastronomia. E’ un tecnico di Strade del vino e da tre anni dirige il Centro Studi e Servizi alle...
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