Nella zona collinare che ha per epicentro il comune di Matelica e si estende fino a Fabriano (con le uve di Verdicchio, a cui possono essere aggiunte quelle di Trebbiano Toscano e di Malvasia Toscana) si produce il Verdicchio di Matelica, vino brillante, dal colore paglierino tenue.
Il territorio matelicese, tra il Catria ed i Sibillini, grazie al suo clima, alle sue colline, alla laboriosità dei suoi abitanti, offre anche altri prodotti e gusti della tradizione: dalla squisita dolcezza dei mieli, alla saporita varietà dei formaggi, al gusto del "ciauscolo", frutto della lavorazione di pregevoli carni suine, ai dolci come le ciambelle bianche, elaborate con una ricetta nota solo ai maestri fornai che le confezionano, alla "crescia fojata", ai "tozzetti", alle ciambelline all'anice, alle ciambelle con il mosto ed a tutti gli altri dolci tipici.
Interessanti annotazioni circa il Verdicchio si hanno in antichi atti notarili riferiti alla famiglia Ottoni, che per secoli ha dominato la città, il cui palazzo è ancora possibile ammirare in piazza Enrico Mattei, in antico detta"Piazza Grande". Nei sotterranei adibiti a cantine, ancora oggi conservati, nel 1578 la"Illustrissima Livia Ottona", conservava nella "cella vinaria" "trenta salme di vino", a cui se ne aggiungeranno altre ottanta"ad mesuram Terrae Mathelicae", secondo la misura della terra di Matelica. Antichi Registri del catasto risalenti al 1550, conservati nell'Archivio Storico Comunale, attestano la presenza di tanta "terra vignata" in tutte le zone pianeggianti e collinari del territorio matelicese.
Ma determinante per il nostro viaggio nel mondo del vino e del Verdicchio è un documento risalente al 12 gennaio 1579. Si tratta di un contratto tra la nobile e facoltosa famiglia Pellegrini (che poi cedette il suo palazzo ai Piersanti, sede oggi di un prestigioso museo) ed i vignaioli Rocco e suo figlio Nicola di Rocco per l'impianto di una grande vigna in località Camoiano, una delle zone collinari assolate e ricche di terreno adatto a tale coltura.
Si ha così la riprova della esistenza certa in tale epoca di questi due vitigni che danno vino Verdicchio e Rosso. Altri testi di epoca successiva confermano la qualità e la quantità di tali produzioni. Non a caso nel palazzo Pellegrini ed in tutti i palazzi più antichi del centro storico di Matelica vi sono tuttora magnifiche cantine centenarie e pluricentenarie.
Ricorrenti sono i riferimenti a "botti cerchiate di ferro tedesco", o di "ferro bresciano", o di legno, della quantità di 15, 10, 6, 5, 4 some., come quelli alla" stanza delle canali", ai "friscoli", "alle caldare per cocer il mosto", ai "bigonzi". E tanta operosità rivolta alle vigne ed alla qualità del vino trovano conferma ancora nella seconda metà dell'Ottocento nella inchiesta parlamentare Jacini che, tra l'altro, annota che i vini prodotti nel comune di Matelica "sono consumati nel luogo et asportati nell'Agro Romano".
Strada del Vino Verdicchio di Matelica
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Piazza E. Mattei, 1
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Iole Piscolla scrive da anni di turismo ed enogastronomia. E’ un tecnico di Strade del vino e da tre anni dirige il Centro Studi e Servizi alle...
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