Regge al passare dei secoli un aneddoto curioso che ricorda lo spirito e l'attitudine alla squisita accoglienza che caratterizza da sempre i romagnoli. Correva il Duecento. Le famiglie di Bertinoro innalzavano in piazza una colonna incastonandovi ciascuna un proprio anello; in tal modo i forestieri, usufruendone per legare il proprio cavallo, diventavano ospiti non solo di quella famiglia ma dell'intera comunità, subito partecipi di una gradevole atmosfera di ospitalità. Il territorio che abbraccia i colli di Forlì e Cesena e che guarda il Mare Adriatico proprio da questa piazza, da cui si domina con lo sguardo la pianura che va verso il mare da Rimini a Ferrara, il "balcone di Romagna" appunto, risulta accogliente anche a otto secoli di distanza dalla famosa tradizione dell'anello.
Di questo angolo di Romagna forse la località più frequentata è Castrocaro Terme, nota in quanto sito dalle acque termali di particolare pregio. Di recente ne è stato scoperto anche il valore enogastronomico (la Frasca, all'ombra della Rocca Medicea, è uno dei locali di vertice della ristorazione italiana), siglato dall'adesione alla Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena. Un tracciato, quello della Strada, che abbraccia Castrocaro ma che attraversa buona parte dell'entroterra collinare della Via Emilia, la vecchia strada che unisce Bologna al mare e che vede allineate Imola, Faenza, Forlì, Cesena e Rimini e diramati una miriade di piccoli centri abi tati che dalla sua direttrice si snodano nella pianura che va incontro all'Adriatico come un unico fascio territoriale di strade. Spicchio di terra separato dalla Toscana e dalle Marche solo da un confine geografico perché fortemente intriso di storia e cultura interregionali, come dimostra il contenzioso storico-gastronomico che ha per oggetto il prezioso formaggio di fossa.
L'itinerario, fatto di ben 287 chilometri, risulta molto articolato, ed anche un po' particolare per i collegamenti di crinale e controcrinale con cui si riuniscono trasversalmente le grandi vallate della Romagna centrale (Tramazzo, Montone, Rabbi, Bidente, Savio e Rubicone) nel tratto pedemontano compreso tra la Via Emilia a nord e le cittadine di media valle a sud (Modigliana,
Dovaddola, Predappio, Civitella, Mercato Saraceno, Sogliano). Le sei valli scendono a pettine dal crinale spartiacque tosco-romagnolo per oltre 70 chilometri, fino a dove, nelle zone maggiormente collinari, compaiono i calanchi, qui particolarmente suggestivi perché incastonati con i terreni coltivati tutt'intorno. Appaiono all'improvviso, ai confini con il territorio faentino, nella zona di Modigliana e di Conversella-Terra del Sole, e poi sul percorso Meldola-Pieve di Rovischio-Voltre.
Questa parte di Romagna si presta particolarmente al cicloturismo: gran parte della "Nove Colli", il percorso ciclistico romagnolo, affronta proprio queste strade, transitando sugli itinerari della Strada del vino forlivese e cesenate, in particolare sull'area che volge verso Sant'Arcangelo di Romagna.
Risalendo proprio la Via Emilia, ci si allontana dalla costa riminese tagliando trasversalmente una serie di itinerari, valli e controcrinali. Da qui, passata Sant'Arcangelo di Romagna, incontriamo dapprima Longiano, il primo dei 17 comuni associati, chiuso ancora nelle sue mura in cui si può accedere dalle sole tre arcate.
Qui vale una visita il castello malatestiano, un tempo residenza dei Malatesta e successivamente ceduto allo Stato pontificio, che accoglie al suo interno la Fondazione Tito Balestra, con oltre 2.000 opere d'arte contemporanea di autori italiani e stranieri, nonché il rifugio degli sfollati sotto ai cunicoli dello stesso Castello (Info: 0547665860). Risalendo verso nord incontriamo Savignano sul Rubicone, uno dei centri culturali di maggiore spicco della Romagna, la "Atene" romagnola, come viene definita dalla gente del posto per la folta schiera di studiosi, letterati e archeologi ruotanti intorno all'Accademia dei Filopatridi. Sulla strada che unisce Savignano con Sogliano si incontra il Castello di Ribano, attualmente sede dell'azienda vitivinicola Spalletti. Proprio qui si snoda verso la costa, tra improvvisi balconi panoramici sull'Adriatico e vedute fra il mare e l'Appennino, la "Nove Colli", il percorso cicloturistico che raggiunge da una parte Borghi e dall'altra la celeberrima Sogliano..
Sogliano al Rubicone, insieme a Talamello (Marche, entroterra fra Pesaro e Urbino) deve la sua fama al fatto di contendersi con un solo altro comune in tutta Italia,
Talamello appunto, il primato di principale centro di produzione e trasformazione del formaggio di fossa. Proprio quel formaggio che stagiona negli appositi antri tufacei, le fosse scavate nel tufo e foderate di paglia di grano, dove viene chiuso in sacchi di tela e collocato a fine agosto, infossato e murato fino al 25 novembre, giorno di Santa Caterina.
Inutile dire quanto sia unico e saporito il prodotto finale, così intriso dell'aroma tufaceo, perfetto se abbinato all'Albana Passito e accompagnato possibilmente da miele di castagno, confettura di fichi o dal Savour Romagnolo, il mosto di uva cotto con mele, pere cotogne e frutta secca; per averlo occorre rivolgersi alle botteghe tipiche in paese, o meglio, direttamente ai proprietari delle fosse. Ma Sogliano dispone di un'altra peculiarità geologica, di ritorno prezioso per la gastronomia locale: i sassi marmorizzati di calcite e argilla, ovvero quella roccia e quella terra particolare che macinata, mescolata e sapientemente modellata, dà vita alla piastra romagnola, la vera teglia, lo strumento del mestiere che garantisce l'ottima cottura della piadina.
Riprendendo il percorso che va verso l'Appennino raggiungiamo, fra abitati inerpicati fra le rupi, Mercato Saraceno. Il nome rende omaggio all'attività di scambio merci che fin dai tempi più remoti caratterizzava questo piccolo centro posto a crocevia della Valle del Savio e che oggi si presenta appoggiato su tre terrazzi a ridosso del suo fiume. Risalendo invece la strada che da Sogliano ascende dalla piana e va verso il mare, quasi fino a Sant'Arcangelo di Romagna, incontriamo Borghi attraversando un percorso tutto panoramico, e che vede in San Giovanni in Galilea, località ad esso adiacente (dove è possibile visitare il Museo della Civiltà contadina info: 0541939128) un balcone panoramico sulla pianura e sulle vicine rocche.
Questa è terra battuta dagli amanti del trekking per la varietà dei percorsi verdi e interpoderali accuratamente segnalati e per la natura incontaminata che intorno a Roncofreddo trabocca in piccole valli e nelle gole solcate da rivoli e ruscelli. Da percorrere tutta a piedi o da girare comodamente in bicicletta - abitudine tutta romagnola che trasmette il senso vivo di una cultura del vivere quotidiano sempre accesa - è Cesena. Il reticolo di strade risalenti all'antica centuriazione romana, dal perfetto intreccio ortogonale, forma intorno alla città un percorso ad anello ideale per le escursioni in bicicletta, facilissime per la presenza di pannelli didattici e piacevoli perché snodate lungo le piccole pievi di campagna.
Escursioni panoramiche ma impegnative caratterizzano invece il percorso che da Cesena si biforca verso l'Appennino e che raggiunge Meldola (da visitare il borgo medievale e la rocca malatestiana) e Forlimpopoli, centro di uno dei principali assi di comunicazione dell'antichità (nel periodo imperiale era particolarmente attiva la produzione di anfore vinarie, come attestano i numerosi reperti conservati nel museo archeologico nei sotterranei della Rocca); Forlimpopoli è oggi anche città gastronomica per aver dato i natali al codificatore della buona cucina italiana, Pellegrino Artusi, il principale testimonial delle minestre di questa terra, dei cappelletti (quelli ripieni di ricotta, uova, carne tenera, parmigiano reggiano), dei passatelli (il cui impasto è fatto di uova, formaggio e pan grattato), degli strozzapreti (fatti usando l'impasto originale della piadina), dei tortelli ripieni di ricotta ed erbe, delle classiche tagliatelle.
Lasciata Forlimpopoli e Meldola si arriva poi a Predappio, dove indubbio protago nista è il Sangiovese, celebrato nella omonima festa la seconda domenica di maggio, e a Civitella di Romagna caratterizzata dai suoi 28 ruderi di rocche e castelli, testimonianza del proliferare nel Medioevo dei "castra", le fortificazioni di piccola e media grandezza completamente murate, su tutto l'Appennino collinare. Tornando verso nord est ci fermiamo a Dovadola, dominio medievale dei conti Guidi e poi, nel Quattrocento, dei Medici di cui si coglie ancor oggi l'influenza nelle architetture cittadine. Ma qui, a Dovadola, il vero e incontrastato sovrano dei nostri giorni è il tartufo bianco, celebrato nella sagra di ottobre con solenne incoronazione finale per lo scopritore del tubero di maggiori dimensioni e con l'elezione del Tartufo d'Oro.
Proseguiamo e incontriamo il comune più vicino rispetto alla Strada del vino di Faenza, Modigliana. Percorrendo il tratto escursionistico sul crinale che divide la valle del Tramazzo, su cui si trova il centro del paese, dalla valle del Lamone, si gode il balcone panoramico che spazia con la Vena del Gesso sui colli più bassi, prospicienti la piana di Faenza e Imola. Il percorso della Strada del Vino si conclude a Forlì, dove la Via Emilia nel suo tracciato urbano si apre in due piazze, simbolo delle sue due diverse anime: quella intitolata agli antichi signori, gli Ordelaffi e quella dedicata al mazziniano Saffi.presenta appoggiato su tre terrazzi a ridosso del suo fiume.
Risalendo invece la strada che da Sogliano ascende dalla piana e va verso il mare, quasi fino a Sant'Arcangelo di Romagna, incontriamo Borghi attraversando un percorso tutto panoramico, e che vede in San Giovanni in Galilea, località ad esso adiacente (dove è possibile visitare il Museo della Civiltà contadina info: 0541939128) un balcone panoramico sulla pianura e sulle vicine rocche. Questa è terra battuta dagli amanti del trekking per la varietà dei percorsi verdi e interpoderali accuratamente segnalati e per la natura incontaminata che intorno a Roncofreddo trabocca in piccole valli e nelle gole solcate da rivoli e ruscelli.
Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena
Associazione Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena
Sede Operativa
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Tel.0543 - 469213 Fax 0543-444588
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Iole Piscolla scrive da anni di turismo ed enogastronomia. E’ un tecnico di Strade del vino e da tre anni dirige il Centro Studi e Servizi alle...
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