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Strade del Vino

Strada del Vino del Canavese

di Iole Piscolla

MappaArticolo georeferenziato

Il Canavese è un angolo incantato di natura inviolata e selvaggia, ricco di storia e di suggestioni: attraverso affascinanti itinerari si possono scoprire i numerosi laghi morenici, le verdi vallate e l'area del vigneto certificato, immersi in un'atmosfera pregna di profumi e di colori.

La prima popolazione a stabilirsi in Canavese a partire dal V secolo a.C., fu quella dei Salassi, che resistettero all'assalto dei Romani fino al 143 a.C., quando i coloni dell'impero s'impossessarono delle terre, come dice la leggenda, celebrando la vittoria con una memorabile sbronza di vini locali; essi continuarono la coltivazione della vite e vi trapiantarono la loro tecnica, ramificando a un metro da terra e sviluppando i tralci su pali. Il grande rispetto per il vino è mostrato negli statuti di Yporegia (Ivrea) del 132: chi danneggiava una vigna veniva condannato e incatenato alla pietra dell'Arengo con catena al collo, trattenutovi tutto il giorno e fustigato secondo le decisioni del giudice.

Ogni anno inoltre il podestà di Ivrea, all'inizio di settembre, concordava la data di inizio della vendemmia: chi vendemmiava o commerciava uve prima del tempo veniva punito con ammende. Oggi i vigneti situati su terrazzamenti a Carema e quelli di Erbaluce a Caluso dimostrano l'impegno e il duro lavoro che l'uomo dedica alla produzione di questo nettare sublime. Percorrendo gli itinerari del vino si aprono al visitatore scorci paesaggistici di forte suggestione: vigneti che si arrampicano sulle pendici delle montagne, che si estendono sulle pianure a ridosso della collina morenica più lunga d'Europa, la Serra di Ivrea, che occhieggiano all'ombra dei castelli, sullo sfondo dei laghi morenici.

I prodotti vinicoli canavesani, perle dell'enologia italiana e non solo, sono rappresentati da tre etichette: l'Erbaluce di Caluso, vitigno autoctono e primo bianco piemontese ad avere ottenuto la denominazione d'origine controllata: un vino secco dal sapore molto intenso; dall'Erbaluce si ottengono il Passito doc e lo Spumante. Il Carema, che trae il proprio nome dall'unico comune autorizzato alla d.o.c. di questo vino, ha un sapore asciutto e un profumo molto intenso. Il Canavese, ultimo nato tra i vini a denominazione d'origine controllata della zona, viene prodotto nelle tipologie Barbera, Nebbiolo, Bianco, Rosso, Rosato.

Le Strade del Vino in Canavese coprono gran parte del territorio e possono essere percorse in automobile, ma anche in bicicletta o in moto. L'autunno è il periodo di vendemmia delle uve, pertanto rappresenta uno dei momenti più suggestivi per trascorrere qualche giorno in questi luoghi. Tuttavia anche l'inverno offre paesaggi emozionanti e la possibilità di soste presso cantine e ristoranti; la gastronomia canavesana affonda le proprie radici nelle consuetudini dell'agricoltura e dell'allevamento, con forti legami alle tradizioni contadine.


I vigneti sulla collina morenica della serra e sulle pendici dei rilievi alpini di Carema. Il punto di partenza dell'itinerario è il Castello di Roppolo, risalente all'anno Mille, che oggi ospita l'Enoteca Regionale della Serra: dalle sue mura si può ammirare il panorama sul lago di Viverone. Una visita all'Enoteca nelle cinquecentesche cantine del castello è il miglior modo per iniziare il viaggio alla scoperta di un territorio ricco di storia e di tradizioni vinicole. Da qui si prosegue verso Piverone, costeggiando strade secondarie che percorrono un suggestivo scenario di vigneti e cascine. I vigneti dell'Erbaluce trovano sulla Serra un'ottima esposizione e un clima mite, con una temperatura che varia tra i 13° e i 22°C durante tutto l'arco dell'anno. Lasciato il paese ci si dirige verso Bollengo, con le sue testimonianze romaniche, quindi si continua per Chiaverano lungo una stradina che si snoda tra le cascine, i boschi di castagni e i vigneti.

L'ottima esposizione favorisce i numerosi vigneti disposti a terrazze poggiate su muri a secco e sostenuti da monoliti in pietra. Ad Ivrea si consiglia una visita al centro storico: la città rivestì fin dall'età romana un importante ruolo strategico. Nella parte alta si trovano interessanti testimonianze medioevali: la Cattedrale, il Chiostro dei Canonici, la Biblioteca Diocesana e il Castello del Conte Verde, roccaforte difensiva dei Savoia risalente alla seconda metà del XIV sec. Poco distante da Ivrea, il castello di Montalto Dora domina fin dal XIV secolo il passaggio dalle Alpi alla pianura. Tutto intorno i vigneti si arrampicano sulle colline e nelle conche ben esposte al sole.

L'itinerario prosegue ai Balmetti di Borgofranco d'Ivrea, particolari cantine naturali ricavate nella roccia morenica che mantengono umidità e temperatura di 7°-8° C costanti tutto l'anno. Tale fenomeno è dovuto alle "ore", correnti d'aria formatesi durante l'ultima glaciazione che fuoriescono dalla montagna. Tali cavità naturali vennero utilizzate fin dai tempi antichi, ma la maggior parte dei Balmetti, che formano oggi un piccolo borgo addossato alla montagna, è stata costruita tra la fine del '700 e gli inizi dell''800. Giunti a Settimo Vittone, è possibile salire verso il castello per visitare la Pieve di S. Lorenzo (VIII-XI sec.), uno dei complessi architettonici romanici più importanti del Piemonte che conserva pregevoli cicli di affreschi del X-XIV sec.

Ripreso il cammino lungo la statale in direzione Aosta, si lascia sulla destra il paesino di Cesnola, immerso nei vigneti e sovrastato dai ruderi di un castello che richiama alla mente l'atmosfera delle antiche fortezze militari volute da Re Arduino per difendere i suoi domini. Si entra quindi nel vivo dei vigneti di Nebbiolo da cui si ottiene il Carema, un vino famoso in tutto il mondo la cui zona di produzione è limitata al solo omonimo comune. Carema è infatti il nome del paese arrampicato sulla collina le cui case sono circondate dalle vigne, a volere sottolineare la millenaria tradizione enologica e il duro lavoro svolto dall'uomo nei secoli.

I vigneti sono posti su terrazzamenti sorretti da muri e pilastri in pietra e calce, che grazie all'esposizione favorevole permettono di accumulare calore e mantenere una temperatura ottimale anche durante le ore notturne. Passando dalla parte opposta della Dora Baltea la tappa successiva è Loranzè Alto, immersa nel verde e nei vigneti a pergola; qui giunti si consiglia una sosta per godere di uno dei più bei panorami del Canavese. Si prosegue quindi per Parella scendendo lungo una strada in mezzo alle vigne, e infine per Torre Canavese, città d'arte e ultima tappa del primo itinerario.


Tra vigneti e castelli nelle terre dell'Erbaluce di Caluso
Torre Canavese, base di partenza per visitare la zone dei vigneti dell'Erbaluce, conserva nelle sue stradine sovrastate dal castello un museo d'arte all'aperto realizzato principalmente da pittori russi. Proseguendo verso Caluso passando attraverso Agliè, si snodano le vigne storiche dell'Erbaluce, caratterizzate dalla loro struttura a pergola; non mancano tuttavia esempi, per i vitigni a bacca rossa, di altre forme di allevamento quali lo scarlà canavesano e l'obi. Ad Agliè si consiglia la visita al Castello, trasformato dai Savoia in maestosa residenza nel XVII secolo.

Si torna quindi in direzione Cuceglio, da cui si diramano piacevoli sentieri sterrati, percorribili a piedi per una escursione attraverso i vigneti. Si continua per San Giorgio Canavese, antico nucleo dominato dal prestigioso castello dei Biandrate costruito nel XII secolo. Da qui si prosegue per Caluso, centro vinicolo famoso per la produzione dei vini Doc Erbaluce di Caluso e Passito dove si possono visitare numerose cantine. Di fatto i terreni della zona di Caluso sono particolarmente adatti all'impianto del vitigno Erbaluce perché sono composti da sabbia utile per il drenaggio, argilla contenente gli elementi nutritivi e ciotoli che svolgono un'azione termoregolatrice. Usciti da Caluso si raggiunge Mazzè, con il suo imponente castello. La strada collinare, in mezzo ai vigneti, è uno dei tratti più suggestivi di questi 3 itinerari del vino. La tappa successiva è Strambino, dove si trovano i castelli arduinico (XI sec.), gotico e barocco, e la chiesa parrocchiale progettata dall'architetto Rana.

Da qui si imbocca la strada per Vestignè-Borgomasino, puntando così verso la Serra, collina di vigneti percorsa dal primo itinerario. Arrivati a Caravino si consiglia di visitare il castello di Masino che domina la collina sovrastante il paese. Punto panoramico di grande fascino, Masino è uno dei luoghi storici di Re Arduino: nella cappella sono infatti conservate le sue spoglie. Ultima tappa prima di chiudere il circuito è Azeglio, dominato dal castello che fu residenza dei Conti Taparelli D'Azeglio, famiglia dello statista e letterato Massimo D'Azeglio. L'itinerario si conclude a Piverone.


Sulle tracce di Arduino, primo re d'Italia
L'itinerario storico alla ricerca delle testimonianze di Re Arduino inizia da Castellamonte, centro noto soprattutto per la produzione di ceramiche artigianali. Oltre ai resti del castello, di grande rilievo è la Rotonda Antonelliana, cerchia muraria costruita su progetto dell'architetto Antonelli. La visita prosegue a Cuorgnè, che conserva nella centrale via Arduino testimonianze del borgo medioevale: gli antichi portici su cui si affacciavano le botteghe, la Torre Comunale e la Torre Rotonda; le atmosfere medioevali sono ricreate ogni anno nel Torneo di Maggio alla Corte di Re Arduino, sfida di cavalieri in ricordo delle gesta del sovrano. Da Cuorgnè si giunge a Pont Canavese, borgo di origine romana situato in posizione strategica alla confluenza delle valli Orco e Soana.

Attorno al Mille, Pont faceva parte del marchesato di Ivrea sotto la guida di Re Arduino e le tradizioni locali richiamano spesso la sua figura leggendaria. Le torri medioevali Tellaria e Ferranda sono i resti dei castelli dei San Martino e dei Valperga. Imboccata la strada che porta alla Valle Orco si raggiunge Sparone, posto ai piedi della Rocca di Re Arduino, dove questo personaggio fu costretto a ritirarsi dopo la sconfitta subita dalle truppe dell'Imperatore tedesco Enrico II alle chiuse di Valsugana nel 1004. Ogni anno in luglio, nel borgo e sulla Rocca, una rievocazione storica ricorda gli episodi più importanti della sua vita.

Scesi a Rivara, dove si trova un castello del XII-XIV secolo oggi sede di un Centro di Arte Contemporanea, si continua in direzione Pertusio, in una zona di vigneti su dolci colline, e si arriva quindi a Valperga, dove si può visitare il castello fondato nel X secolo dalla famiglia dei Valperga, uno dei rami discendenti da Re Arduino. La tappa successiva è Rivarolo Canavese dove si può apprezzare il castello risalente al XIV secolo. A San Benigno Canavese sorge l'Abbazia di Fruttuaria, il luogo che Re Arduino scelse per ritirarsi dalla scena politica. L'itinerario si conclude ricongiungendosi con il secondo itinerario a San Giorgio Canavese.


Strada del Vino del Canavese
C/o ATL Agenzia Turistica Locale
del Canavese e Valli di Lanzo e delle Risorse Naturali
Corso Vercelli 1 - 10015 Ivrea (TO)
Tel. 0125/618131 - Fax. 0125/618140
www.canavese-vallilanzo.it
[email protected]

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Iole Piscolla scrive da anni di turismo ed enogastronomia. E’ un tecnico di Strade del vino e da tre anni dirige il Centro Studi e Servizi alle...

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