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Strade del Vino

Strada del Vino Astesana

di Iole Piscolla

MappaArticolo georeferenziato

Sui colli astigiani chiamati comunemente "bricchi", nelle giornate di fine ottobre, le ore notturne, lontano da sguardi indiscreti, sono scelte da esperti raccoglitori di tartufi, i " trifolau", per cercare l'oro autunnale, il tartufo bianco, ovvero la trifola. Il tubero per eccellenza, nascosto tra le radici di alberi e coperto da muschio ed erba, è riconoscibile a maturazione completa solo dal caratteristico afrore, che viene percepito anche a distanza dai cani addestrati per anni. In questo territorio dove le tradizioni s'integrano con la cultura ed il coltivo di produzioni tipiche (tartufi, asparagi, cardi e vini Barbera d'Asti, Cortese …) le proposte di soggiorno sono davvero innumerevoli.

La Strada del Vino Astesana, con i suoi 8 percorsi, attraversa tutti i 52 Comuni astigiani a destra del fiume Tanaro, nell'area di maggiore intensità viticola del Piemonte.
Strada del Vino, ma anche degli altri prodotti tipici (tartufo bianco, peperone quadrato d'Asti, cardo gobbo di Nizza e Incisa, asparago saraceno, Robiola di Roccaverano, nocciola tonda gentile delle Langhe) e della gastronomia tradizionale di un'area di alta vocazione.

Barbera (d'Asti e del Monferrato) e Grignolino nascono qui, su questi colli particolarmente fortunati per posizione e clima. Due vini che si presentano tanto cordiali al palato da distinguersi nettamente dagli altri austeri rossi piemontesi. Il Barbera, possibilmente molto invecchiato, entra anche nella preparazione della Muletta monferrina, un salume magro e dalla lunga stagionatura, tipico di queste parti, molto pregiato per l'ottima qualità della carne utilizzata. Prima di confezionarlo nei budelli di maiale si condisce con un infuso di aglio e vino Barbera, che gli conferisce quella peculiare sapidità che è il suo vanto. Da non confondere con la Mula, altro insaccato che si consuma cotto, tipico delle zone di Novara e Vercelli. L'altro vitigno di elezione è il Grignolino (dal dialetto "grignole", per intendere i vinaccioli, cioè i semi che sono piuttosto abbondanti nell'acino) che, anche se definito "difficile e antimoderno", visto che in alcune annate incerte ha perfino difficoltà a maturare, è tipico del territorio e produce un vino dal colore rosso rubino e da una intensità variabile. Vino delicato, che sopporta male i viaggi e richiede molti accorgimenti e attenzioni durante la lavorazione. A questo prodotto sono legati alcuni aneddoti della storia piemontese. Si dice che la contessa di Mirafiori, la bella "Rusin", ad ogni visita di Vittorio Emanuele II, stappasse un bottiglia del miglior Grignolino. Oppure che Garibaldi, capitato a Biella durante la campagna del 1859, consigliasse di usare lo zolfo contro gli attacchi dell'oidio.

Ciò fatto da parte dei vignaioli, con buoni risultati, fu poi ingenuamente tenuto in conto di mago, senza sapere che l'eroe dei due mondi, appunto in America, aveva visto usare lo zolfo come disinfettante.
E' un vino da bersi giovane, il Grignolino. Accompagna le carni bianche, il pollame e le minestre asciutte. Oggi viene utilizzato anche nella preparazione dei celebri Krumiri, i biscottini di pasta frolla tipici di Casale. In zona è ancora abbastanza diffuso l'allevamento di vitelli di razza piemontese, le cui carni si possono acquistare a Serralunga di Crea nelle macellerie del paese.


CANELLI
Abitata già dalla tarda età del Ferro, Canelli fu luogo d'insediamento dei Liguri che, secondo alcuni, avviarono qui per primi la coltivazione della vite, attività che già intorno all'anno Mille era ampiamente praticata. Il suo nome compare per la prima volta in un documento del 961 che lo indica tra le Corti Regie del Piemonte; in seguito viene conquistato da Asti ed Alessandria per divenire poi feudo di diverse nobili famiglie: dagli Asinari (prima metà del XIV secolo), agli Scarampi (fine del XV secolo) e Scarampi-Crivelli, ed infine, nel 1706, alla famiglia Galleani.

Le mura del Castello residenza di Canelli furono più volte assalite. L'ultima distruzione avvenne nel 1617 ad opera del Marchese di Mortara. Nella Villanova (nel borgo antico) meritano una visita, le Cattedrali sotterranee: vaste e fascinose cantine scavate nelle colline tufacee intorno al XVIII-XIX secolo. Valgono una sosta anche la Chiesa di San Rocco ('700), elegante esempio di barocco piemontese e le due altre Chiese parrocchiali: di San Tommaso (di origini medioevali rimaneggiata nel '700) e di San Leonardo, che conserva ancora oggi marmi di Pellagatta.
Il percorso delle Strade del Vino si declinano in più itinerari di cui vi segnaliamo le località, anche le più piccole.

Itinerario Colli Astiani: Asti, Azzano, Isola d'Asti, Mongardino, Montaldo, Scarampi, Montegrosso, Rocca d'Arazzo,Vigliano d'Asti.
Itinerario Bricchi: Belveglio, Castello d'Annone, Cerro Tanaro, Tortiglione, Mombercelli, Rocchetta Tanaro.
Itinerario Lauretum: Castagnole delle Lanze, Coazzolo, Costigliole d'Asti, Isola d'Asti, San Martino Alfieri.
Itinerario Canelli e le Terre d'Oro: Colosso, Canelli, Cassinasco, Loazzolo, Mosca, San Marzano Oliveto.
Itinerario Colline del Nizza: Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Incisa Scapaccino, Nizza Monferrato, Vaglio Serra, Vinchio.
Itinerario Castelli: Bruno, Calamandrana, Castel Foglione, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Castel Rocchetto, Fontanile, Maranzana, Mombaruzzo, Montalone, Quaranti, Rocchetta
Itinerario Langa Astigiana: Bubbio, Cassinasco, Cessole, Loazzolo, Mombaldone, Monastero Bormida, Olmo Gentile, Roccaverano, San Giorgio Scarampi, Serole, Sessame, Vesime.
Itinerario Colli di Alfieri: Asti


Faraona al Moscato

Gli ingredienti
1 faraona, 1 bottiglia di Moscato d'Asti, 70 g di burro, 4 foglie di alloro, 4 foglie di salvia, 1 rametto di rosmarino, 100 g di pancetta, 2 carote, pepe, sale.

Preparazione:
Farcite la faraona con gli aromi, spalmate l'interno con un pezzetto di burro impastato con sale e pepe, bardate l'esterno con la pancetta. Ponetela in una casseruola col restante burro e fatela rosolare da ogni lato, coprite quindi con il vino, aggiungendo le carote in tocchetti. Portate a cottura coperto e a fuoco moderato. Togliete la faraona dalla pentola, passate al setaccio e fate ridurre la salsa aggiustando di sale e pepe.


Strada del Vino Astesana
Associazione Astesana
Sede operativa
in regione San Rocco 80 - 14041 Agliano Terme (Asti)
tel. 0141.964038/954286 - fax 0141.954193
www.astesana-stradadelvino.it
[email protected]

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Iole Piscolla scrive da anni di turismo ed enogastronomia. E’ un tecnico di Strade del vino e da tre anni dirige il Centro Studi e Servizi alle...

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