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Due storie moderne , di Enzo Zappalà

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Due storie moderne

di Enzo Zappalà

Il ragioniere Paolo Sbrindellini era sicuramente un uomo perfettamente inserito nella società mediatica dell’inizio del 21° secolo. Guardava due volte alla settimana un reality show e si inchiodava al video quando era in programma una fiction con nuovissimi e bravissimi attori reperiti negli stessi reality. All’età di 35 anni si considerava – giustamente – giovanissimo e non poteva mancare ad almeno due notti di sballo settimanali presso una discoteca. Fortunatamente all’ora di apertura dei locali da ballo, le fiction e i reality erano già terminati.

Il ragioniere odiava il vino fin da giovanissima età, ma non poteva certo andare in discoteca e bere una gassosa. Tanto valeva dedicarsi a qualche bell’intruglio di superalcolici profumati al tamarindo, all’ananas o alla pesca che riuscivano a mascherare con il sapore dolciastro la presenza dell’alcol. E poi era un suo dovere seguire la moda, quella che la sua adorata TV imponeva a tutti come modello “moderno” e “giovane”. Ovviamente il numero notevole di superalcolici che ingurgitava serviva anche per mandare giù tutte quelle pasticche che circolavano allegramente nel locale, ma che probabilmente erano trasparenti, dato che nessuno del personale sembrava vederle.

Purtroppo il ragioniere Paolo non era un Adone: piccolo, grassoccio e con quella vocina flebile flebile riusciva benissimo a passare inosservato tra le ragazze che frequentavano la discoteca. E non bastava l’euforia e il rimbambimento dello splendido connubio alcol-droga per renderlo più appetibile. I suoi balli da spiritato e invasato apparivano solo come pietose sceneggiate. Accidenti! E pensare che si intruppava di superalcolici e pasticche per quell’unico scopo e invece tutto ciò che otteneva era un tragico mal di stomaco che gli durava tutto il lunedì mattina quand’era al lavoro e gli donava un impressionante colorito da Nosferatu.

Era veramente depresso per quella vita così faticosa e poco remunerativa. Si nutriva, perciò, di psicofarmaci che andavano dagli anti-depressivi agli ansiolitici, per finire con i sonniferi. Infatti il ragioniere dormiva pochissimo, sia per i suoi problemi psico-fisici, sia per i turni di lavoro spesso pesanti, sia – ovviamente – per le notti passate con poca soddisfazione in discoteca. A volte, ben prima di lasciare i locali da ballo (soprattutto il sabato) faceva il pieno delle “sue” medicine, sperando che facessero effetto già prima di giungere a casa, per poi buttarsi direttamente sul letto vestito e sperare di passare il più lungo tempo possibile nelle braccia di Morfeo. Ovviamente non ci riusciva mai e – per colmo di sfortuna – il sonno gli veniva sempre durante le ore di ufficio costringendolo a subire continui e duri rimproveri dai suoi capi. Si può immaginare quindi lo stress che il povero ragioniere viveva quotidianamente, ben poco alleviato dalla tanto attesa serata televisiva, dove oltretutto le urla e gli insulti dei partecipanti ai reality lo rendeva – inconsciamente - ancora più isterico.

Quella volta, alle 4:30 del mattino, stava tornando dalla discoteca con il morale sotto le scarpe, rimbambito dalla dose forse un po’ troppo alta di pasticche e con la bocca amara per quella tragica serie di pastiglie per l’insonnia, la depressione e l’ansia che aveva da poco ingurgitato. Fortunatamente il dolciastro ignobile dei cocktail era già un ricordo, non avendo più bevuto da almeno tre ore. Se ne era proprio dimenticato e forse proprio per quello anche quella notte non aveva “caricato” nessuna. Sapeva benissimo che non era vero e aveva un nervosismo e una rabbia da tagliarsi con il coltello. Non riusciva nemmeno a tenere il volante dritto e le ruote sembravano portarlo verso il centro della strada. In preda a un’invidia mortale, decise di telefonare a Gianni, quel suo maledetto “amico”, che pur senza sballare e frequentando ben poco le discoteche, aveva sempre delle magnifiche ragazze per le mani. Con una qualsiasi scusa lo avrebbe svegliato e si sarebbe preso una piccola rivincita.

Proprio in un tratto di strada parecchio sconnesso si era sistemata la pattuglia della Polizia. Gli agenti videro arrivare una vecchia e sgangherata automobile che sembrava procedere come una serpe, con al volante una persona livida in volto che stava urlando al cellulare. Non ci pensarono un attimo e riuscirono a fermarlo, anche se con un po’ di ritardo perché Paolo non si era subito accorto di loro, a causa degli occhi che gli si stavano lentamente chiudendo. Le condizioni di quell’individuo erano veramente impressionanti e non riusciva nemmeno a parlare. Senza proferire parola gli agenti estrassero l’etilometro e imposero al ragioniere la legge perfetta della magica macchina, il giudice più equo e spietato della strada.

Ci vollero vari tentativi prima che Paolo riuscisse nell’impresa. Aveva il fiato corto, la testa gli girava, la tensione era alle stelle e l’effetto della droga non ancora sopito. Alla fine ci riuscì e il valore risultante lasciò leggermente interdetti gli agenti: 0,18 g/l. Rifecero la misura, in accordo con il giusto intervallo di tempo dettato dalla legge, e trovarono 0,06 g/l. Accidenti. Il conducente era sobrio, perfettamente sobrio. Gli fecero una leggera multa per l’uso del cellulare e gli consigliarono di andare subito a letto e di effettuare una revisione dello sterzo dell’automezzo.

Mentre Paolo si allontanava in preda a uno stress micidiale, ma estremamente contento, gli agenti commentarono con una certa dose di compassione. “Poverino, deve avere qualche problema. Meno male che non beve!”. Il ragioniere si stava tranquillizzando sempre di più e aumentò sensibilmente la velocità. “Chi mai aveva messo quel muro proprio lì, al posto della solita curva a destra?” Furono queste le sue ultime parole prima di schiantarsi a 180 km/h e lasciare quella vita che in fondo gli aveva dato ben poco.

Nello stesso momento, parecchi chilometri prima, la pattuglia della Polizia fermò un’altra vettura che procedeva tranquillamente a 70 km/h. Al volante c’era l’operario Michele Squallucci. Aveva fatto il turno di notte, come sempre pesantissimo. Per cercare di riprendersi un poco si era fermato nel bar di Antonio, che apriva già alle cinque. Non aveva fatto cena, ovviamente, e mangiò un panino bevendoci sopra tre bicchieri di quel magnifico rosso che il padrone del bar teneva a posta per lui. Era ridicolo bere a quell’ora del mattino, ma per Michele le ore avevano un significato del tutto particolare e il lavoro gli aveva scombinato tutti gli orari. Salutò con gentilezza gli agenti che passarono subito all’esame del fiato. Vi era un forte e nitido odore di alcol. E infatti avevano ragione. L’etilometro non ebbe pietà dell’operaio: 0.53 e 0.61 g/l. Ecco un altro “mostro” del sabato sera.

La punizione fu severa e leale come sempre in quei casi e poco poteva importare alla sicurezza stradale che un certo Michele Squallucci perse il lavoro a 52 anni e dopo pochi mesi si impiccò in cantina per la vergogna e la disperazione.

Il racconto precedente è frutto solo e soltanto della mia contorta fantasia e non ha alcun riferimento a cose e persone reali.

Quelle che seguono sono invece le dieci domande sollevate dall’ex ministro Zaia a cui ancora nessuno ha voluto dare risposta e seguito. Non mi interessa assolutamente il colore politico del suddetto onorevole, ma penso che sia utile riportarle per coloro che non le hanno ancora lette.

1. A partire dagli stessi centri di ricerca, sono rari i casi di diffusione di dati relativi alle altre cause di incidenti, in primis l’abuso di farmaci. Perché nessuno dice che il consumo di farmaci è aumentato vertiginosamente, come evidenzia la stessa Federfarma? Perché non si denuncia che solo nel 2007 sono cresciuti del 7,9% i consumi di antidepressivi e del 7,8% di farmaci come gli antistaminici, i sedativi e i tranquillanti?

2. Perché non si inizia a considerare che guidare per ore e ore determina uno stress psicofisico che è causa di molti incidenti?

3. Perché non si è molto più severi sull’uso del cellulare alla guida?

4. Perché, quelle stesse persone che, nel 2007, a proposito del divieto di somministrare dopo le due di notte alcol nei locali notturni, dove si servono soprattutto superalcolici, si fecero paladine delle imprese di intrattenimento notturno, bollando la misura “come inefficace e penalizzante”, oggi puntano il dito contro le imprese vitivinicole?

5. Perché non dicono che le cause principali di incidenti, come confermano i dati Aci-Istat del 2007, sono il mancato rispetto delle regole di precedenza, del semaforo e dello stop (17,59%); la guida distratta e l’andamento indeciso (15,25%); il mancato rispetto dei limiti di velocità (12,20%); il mancato rispetto della distanza di sicurezza (9,83%)?

6. Perché viene ignorato il fatto che, dal 1991 al 2007, la percentuale di quanti consumano cocaina, droga che dà sensazione di onnipotenza e falsa incolumità, è passata dall’ 1,3% al 14,2%?

7. Perché nessuno si interroga sul fatto che manchi, in Italia, un divieto di fumo in auto, causa di grande distrazione, e già proibito dal Codice britannico?

8. Perché non si considera che il cattivo stato di manutenzione dell’auto e il mancato uso delle cinture di sicurezza sono causa di esiti particolarmente gravi negli incidenti stradali?

9. Perché, invece di demonizzare il vino, nessuno interviene mai per sollecitare una maggiore attenzione, da parte degli enti locali, alle infrastrutture e alla segnaletica stradale, il miglioramento delle quali, in Germania, ha dato risultati notevoli?

10. I detrattori del vino sostengono che l’alcol, vino compreso, sia la prima causa di incidenti stradali. Perché volutamente tacciono buona parte delle affermazioni dell’Oms, secondo la quale «ci sono diversi fattori che possono contribuire al fenomeno degli incidenti stradali: il comportamento e lo stato psicofisico del conducente, l’uso inappropriato di bevande superalcoliche e di farmaci, le condizioni di sicurezza dei veicoli e delle strade, l’uso di sostanze psicotrope, l’uso di telefoni cellulari alla guida e il mancato rispetto delle norme del codice della strada»?

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18 Commenti

Inserito da Mario Crosta

il 22 settembre 2010 alle 09:36
#1
Il racconto precedente è frutto sì della fantasia, ma è terribilmente reale e di fatti del genere purtroppo ne capitano tutti i giorni. Concordo percio' in pieno con l'autore ed aggiungerei alle 10 domande di Zaia un undicesimo punto:
11) Poiche' ad una certa eta' ed in presenza di alcune malattie croniche i riflessi vengono meno in maniera anche notevole, tanto da causare incidenti, perche' non si prevedono visite mediche periodiche di abilitazione alla guida biennali dopo i 65 anni e annuali sia dopo i 75 che dopo l'accertamento di malattie disabilitanti di cui fornire ed aggiornare l'elenco ai medici di ogni genere e specializzazione?

Inserito da Luciano Pavesio

il 22 settembre 2010 alle 12:13
#2
Grande racconto Enzo!
Ancora una volta credo che sei riuscito a cogliere nel pieno i veri problemi del mondo d'oggi: ipocrisia, potere economico, assurdo potere mediatico, ecc. ecc.

Inserito da Enzo Zappalà

il 22 settembre 2010 alle 12:19
#3
grazie Luciano! Anche tu non sei da meno, però...
A presto , magari a La Morra all'inizio di ottobre...

Inserito da Roberto Gatti

il 22 settembre 2010 alle 14:28
#4
Bravo Enzo, come sempre hai colpito nel segno.
Aggiungerei :
1)perchè non riformare le visite per la proroga della validità delle patenti di guida, che sono solo una farsa , per spillare soldi agli utenti ? E' assurdo, e per certi versi indecente, che il medico chieda a chi deve rinnovare la patente :
ma lei ha dei disturbi ?

2) la patente di guida Non può e NOn deve essere rilasciata sempre e comunque a tutti, quasi come il diploma da Sommelier. Tutti i giorni vediamo alla guida persone, di ogni età ed ogni sesso, che NON sono in grado di guidare un'auto, perchè sono negate.
Quindi esami piu' severi e rilascio della patente SOLAMENTE a coloro che sono effettivamente in grado di condurre un mezzo.

Tutte le problematiche sollevate da Enzo, e se vogliamo aggiungiamo anche queste, sono alla base degli incidenti stradali, l'alcol incide si e no per un 2,5% in base ad una indagine Istat di pochi anni orsono.

Inserito da Mario Crosta

il 22 settembre 2010 alle 15:02
#5
Roberto, scusa, ma dove hai preso il dato del 2,5% riferito a pochi anni orsono?
Prova a leggere qui il dato riferito invece al 30 giugno 2010: http://www.blitzquotidiano.it/societa/giovani-alcol-istat-allarme-450506/
Se fosse vero proprio il dato che hai riportato, vorrebbe dire che gli incidenti causati dall'ebbrezza sono aumentati in pochi anni di molto di piu' di 10 volte quello che erano, il che e' davvero una tragedia!

Inserito da Mario Crosta

il 22 settembre 2010 alle 15:29
#6
Roberto, il mistero e' fitto, ma si svela facilmente. Tempo fa il ministro Zaia affermava che solo il 2,09% degli incidenti è causato da guidatori in stato di ebbrezza. Se ne doveva ricavare che siamo di fronte quindi a un aspetto residuale delle cause dell'incidentalità, neanche meritevole di indagine.
La realtà, invece, è completamente diversa. Secondo quanto riportato su Quattroruore http://www.quattroruote.it/news/articolo.cfm?codice=198999 , l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Istituto superiore di sanità e l'Ue fissano in una percentuale del 30-35% l'abuso di alcol e stupefacenti nei conducenti che hanno provocato incidenti mortali o comunque gravi.
Ma perché i dati ufficiali Istat e quelli della ricerca divergono in modo così eclatante? Per il metodo di raccolta degli elementi determinanti la sinistrosità. Cerchiamo di spiegarci. Nei modelli Istat in dotazione alle forze di Polizia vengono indicate solo un numero limitato di voci da evidenziare quali cause determinanti il sinistro. Accade così che se l'ebbro alla guida, nella sua condotta, ha violato più norme di comportamento come superamento dei limiti di velocità, attraversamento col semaforo rosso, sorpasso in curva, contromano, mancata precedenza eccetera saranno questi elementi a essere indicati e ad emergere nelle statistiche ufficiali. L'ebbrezza alla guida diventerà saliente solo quando verrà identificata come unico elemento causale. Insomma, solo quando una vettura sbanda da sola e finisce contro una pianta, un manufatto o fuori strada, magari senza frenata. Solo in questi casi la causa viene fatta risalire a una eventuale positività da alcol o stupefacenti. Ecco che il motivo della forbice dei dati Istat rispetto alla realtà è in parte svelato. Anche negli Osservatori il Centuro - Asaps sulla pirateria stradale, sui contromano e sulle aggressioni alle divise l'ombra lunga dell'alcol è sempre presente fra il 35 e 45% dei casi.
Mi e' facile capirlo perche' anche in Polonia ogni anno muoiono un sacco di persone "per il gelo" perche' le trovano il giorno dopo sommerse di neve. In realta' sono quasi tutti ubriachi che tornavano a casa di notte da soli a piedi o in bicicletta dopo la chiusura dei bar, tanto ubriachi che crollavano al suolo, nessuno li vedeva e così morivano di freddo: ma la causa era l'alcool, non il freddo!

Inserito da Roberto Gatti

il 22 settembre 2010 alle 15:38
#7
Ciao Mario,
la notizia era uscita qui :
http://nadali.blogs.com/files/istat-cause-incidenti-2007.pdf
poi ripresa anche qui :
http://www.vinit.net/vini/Piemonte/Cuneo/Le_Mie_Degustazioni/_Chi_guida_non_beve___le_riflessioni_dei_produttori_di_vino_5108.html

Nel sito dell' ISS riporta di un 10% dei ricoveri e non il 30% come riportato dal sito che hai citato, qui :
http://www.iss.it/pres/focu/cont.php?id=305&lang=1&tipo=3

Ma almeno gli istituti preposti ( Istat e ISS ) che si mettessero d'accordo prima di divulgare dei dati.
Personalmente credo che l'alcol abbia le sue colpe, ma non sia solo, molto spesso i giovani vi abbinano pasticche ed intrugli vari....poi per semplicità di dice " era ubriaco ", ma di che cosa ? Solo alcol da vino o anche da superalcolici e droghe ?
Discorso molto ampio e complesso da sviluppare su un blog.
Ciao

Inserito da Roberto Gatti

il 22 settembre 2010 alle 15:40
#8
@ Mario
Ti ho risposto prima del tuo ultimo intervento

Inserito da Mario Crosta

il 22 settembre 2010 alle 15:45
#9
Sì, Roberto, hai proprio ragione: "che si mettessero d'accordo prima di divulgare dei dati". E poi l'interpretazione delle cosiddette "concause" e quale di esse sara' la determinante e' una roba da Perry Mason o Sherlock Holmes...

Inserito da Roberto Gatti

il 22 settembre 2010 alle 16:04
#10
Comunque Mario,
io e Te non siamo piu' " ragazzini ", del vino io ne ho bevuto ( molto di piu' tanti anni fa, prima di fare questo lavoro ) , ma ho sempre usato la testa e questo motto che ho tentato di trasmettere ai miei figli :
" il piede sull'acceleratore deve essere inversamente proporzionale alla quantità di vino e/o alcolici bevuti " . Insomma piu' la testa girà e piu' dobbiamo andare piano in auto, almeno se succede qualcosa limitiamo i danni all'auto.
Con questa teoria in 40 anni di guida non ho mai fatto incidenti : sono stato molto fortunato ( che nessuno mi coinvolgesse ) ....ma ci ho messo molto del mio !
Adesso dopo cene " pesanti " e/o degustazione di molti vini non guido piu' e mi fermo a dormire in qualche albergo ecc.
Diversamente rinuncio
Ciao un caro saluto e sempre in gamba !

Inserito da Enzo Zappalà

il 22 settembre 2010 alle 17:59
#11
caro Roberto,
è molto facile spiegare le differenze dei dati. Dipende da chi li scrive. Sicuramente il Governo o i Comuni che hanno un enorme interesse economico a spingere sull'etilometro (tangenti sulle macchine truffaldine e soldi di multa e ricoveri vari)daranno numeri esagerati e falsi. Intanto se la cavano sempre dicendo: "incidenti causati da alcol e droga". ma qual'è la percentuale della droga, visto che i nostri rappresentanti sono i primi a farne uso? E poi caso mai è vero il contrario. Quando uno si ammazza o ammazza a 200 all'ora non si dice che è morto perchè andava veloce (se no povere case automobilistiche) ma perchè c'era la nebbia assassina, il gelo assassino, la pioggia assassina, il vento assassino e via dicendo. e poi concludono scrivendo che era in preda all'alcol (magari con 0,51). Io sono veramente studo di essere preso in giro dai cosiddetti "buonisti" che tendono a nascondersi sempre sotto il letto, sperando che non tocchi mai a loro. Poi, ovviamente, ognuna la pensa come vuole...
Per finire, ti ringrazio di cuore per il tuo contributo e per i complmenti.
A presto (speriamo finalmente!!)

Inserito da Roberto Gatti

il 22 settembre 2010 alle 18:40
#12
Ciao Enzo,
spero di incontrarti presto, ma ti muovi dal Piemonte o stai sempre li ?

P.S. ) Ti seguo sempre in ogni dove e complimenti per la tua " schiettezza e franchezza ", pane al pane
Un abbraccio

Inserito da Enzo Zappalà

il 23 settembre 2010 alle 05:49
#13
caro Roberto,
ogni tanto mi muovo, ma soprattutto per turismo e il vino è solo parte secondaria. Io non lo faccio per mestiere e quindi sono giocoforza limitato. Poi, soprattutto, cerco di trovare amici nel mondo del vino più che vini in particolare. A parte la Langa e non solo (in Piemonte) ho un bel gruppetto di cari amici in Toscana, Campania, Veneto e Trentino/Alto Adige. Seguo poco le manifestazioni (prefersico andare in cantina) fuori zona, a parte quelle di Acquabuona e del Soave (ogni tanto). Adesso, ad esempio, cominceranno i sabato de La Morra e non ne mancherò uno. Conosco tutti i barolo presenti, ma è una festa trovarsi e chiaccherare con tanti amici tutti assieme. E poi come circolo TIRSO organizziamo delle belle manifestazioni. Insomma, una magnifica pensione, tenendo poi conto che continuo a divulgare astronomia (Astronomia.com) e a pubblicare libri (quando trovo qualcuno che me lo pubblica "gratis"). Ti anticipo che tra qualche mese uscirà una raccolta di racconti dal titolo: "Racconti eno-notturni di Langa", scritto a quattro mani con un produttore di La Morra (il carissimo Giorgio "Ballarin"). Penso che lo presenteremo nella cantina comunale. Due anni fa avevo pubblicato "Racconti di Normale Assurdità" che col vino non c'entrava niente... Poi c'è la lotta contro l'etilometro e una legge ingiusta con la FIVI. Concludendo, il tempo passa in fretta!!!
Vedrai che ce la faremo!!!

Inserito da Larry Loffari

il 23 settembre 2010 alle 22:01
#14
Una breve riflessione su numeri e percentuali, che possono apparire spesso discordanti.

Cito dal link dell'ISS postato da Roberto Gatti (http://www.iss.it/pres/focu/cont.php?id=305&lang=1&tipo=3): "Ogni anno in Italia circa 40.000 individui muoiono a causa dell'alcol per cirrosi epatica, tumori, infarto emorragico, suicidi, aborti, omicidi, incidenti in ambiente lavorativo, domestico e incidenti stradali. Nell'anno 2000, gli incidenti stradali hanno causato: 8.000 decessi,170.000 ricoveri, 600.000 prestazioni di pronto soccorso e 20.000 invalidità permanenti. L'alcol è causa di circa la metà degli 8.000 decessi conseguenti ad incidenti stradali, che rappresentano la prima causa di morte per gli uomini al disotto dei 40 anni. Circa 2000 giovani muoiono ogni anno in Italia a causa di un incidente stradale causato dall'alcol che è anche la causa del 50% delle conseguenze non fatali."

La prima domanda che mi viene spontanea è: il panorama descritto da questo estratto, quanto ha a che fare con un consumo moderato e consapevole di vino? A mio avviso andrebbe evidenziato che questi, ammesso che siano reali, sono gli effetti provocati da un modo ben diverso di consumare alcool.

Viceversa, per quanto riguarda il consumo moderato di vino, leggevo pochi giorni fa questo breve articolo che riporta uno studio pubblicato sulla rivista "Alcoholism: Clinical and Experimental Research": http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/salutegli-astemi-muoiono-prima-di-chi-beve-con-moderazione/news-dettaglio/3829992

La seconda domanda invece, che sarebbe da fare all'ISS, quando dice: "L'alcol è causa di circa la metà degli 8.000 decessi conseguenti ad incidenti stradali", è la seguente: l'alcol è stata la reale causa di tutti questi incidenti o era solo presente, in mezzo a tante altre possibili cause (stanchezza, alta velocità, inesperienza/imprudenza del guidatore che ha bevuto oltre i propri limiti, ecc.)?

Inserito da Mario Crosta

il 24 settembre 2010 alle 09:22
#15
Larry, molto serie queste tue osservazioni, direi fondamentali, come i due esempi fatti da Vincenzo nell'introdurre il tema. Guido dal 1973. Ho fatto piu' di 1.200.000 km. In Austria, in autostrada a tre corsie vicino a Graz, mi sono trovato di colpo una vecchia polo bianca di fronte che mi andava adosso contromano. Per fortuna non c'era molto traffico, avevo lo sguardo fisso in avanti e non invece sul retrovisore, non c'era nessuno a destra e sono riuscito a scansarlo e ad evitare uno scontro frontale che arebbe stato mortale per 4 persone. Era un vecchietto che aveva imboccato la rampa d'accesso dell'autostrada a Graz (non in campagna...) al contrario (ma bisogna essere fuori di testa per fare una cosa del genere) e che qualche centinaio di metri piu' in la' e' andato appunto ad ammazzarsi contro un camion. Sul giornale, il giorno dopo, era scritto che era astemio e che aveva la patente fin dal dopoguerra. Astemio. Non sostengo la tolleranza 0,00 perche' anch'io ho guidato fino al 1995 a volte con una bottiglia di vino appena bevuta a pasto in trattoria (sicuramente avevo 0,8) ma non ho mai causato incidenti. Da quando sono in Polonia, anche se il limite qui e' 0,2, mi sono abituato a non bere subito prima di guidare e lo faccio anche in Italia se in auto trasporto qualcun altro. E non ci soffro. Bevo pero' di piu' la sera, con l'auto in garage, oppure quando guida un altro. Ma anch'io comprendo che c'e' chi regge benisimo un consumo di vino moderato secondo le caratteristiche del suo corpo, della sua salute, del suo stato che non puo' essere lo stesso di un altro. Un omone di 120 kg e una ragazza di 50 kg reagiscono diversamente. Chi non e' abituato a bere, se beve due bicchieri gli gira la testa. Ma chi e' abituato a bere moderatamente e' gia' preparato a ridurre la velocita', a stare piu' attento, ad essere prudente. E poi lo stomaco e' vuoto oppure e' pieno? Le reazioni sono diverse. Se e' troppo pieno, si dorme al volante anche senza vino! Se e' troppo vuoto, fa male anche un'insalata con l'aceto! E le medicine che prendiamo ci permettono di guidare oppure sarebbe meglio anche qui mettere dei limiti? Ormai c'e' il 40% di allergici a qualcosa e gli antiistaminici che questi pazienti prendono NON gli permetterebbero in tutta coscienza di guidare senza rimorsi. Non c'e' solo la droga. Alcune medicine sono pericolose al volante. E poi le malattie. Un giovane amico che faceva il camionista a Ittiri si e' visto ritirare la patente C perche' era diventato diabetico: non sapevo di questa cosa, sono caduto dalle nuvole, ma mi hanno spiegato che e' giusto così, che il diabete puo' provocare sonnolenze improvvise. Qualche anno dopo un camionista della mia ditta in Polonia ha provocato un incidente mortale perche' si era addormentato al volante e si e' scoperto che era diabetico e che lui lo sapeva, ma l'ufficio patenti no. Cioe' guidava coscientemente in modo pericoloso, da potenziale assassino, esattamente come chi si ubriaca. Ma dire che uno e' ubriaco a 0,5 o a 0,8 o a 0,2 mi sembra una cosa sbagliata perche' appunto ci sono tanti altri fattori da valutare. Un limite comunque ci vuole, perche' le leggi sono fatte per stabilire delle regole da rispettare e una cifra la si deve comunque mettere (ogni Stato pero' vedo che ne ha di diverse), solo che vanno fatte delle regole giuste e non sommarie e soprattutto che gli strumenti siano quelli giusti e non quelli inaffidabili ma imposti lo stesso.

Inserito da cristiano torrini

il 25 settembre 2010 alle 11:15
#16
lavoro per l'asl da 19 anni, statistiche ufficiali di mortalita' alcool correlata incidenti stradali inclusi : 35000 nel 2009. mortalita' fumo di tabacco correlata : 80000 nel 2009. Dosando la carbossiemoglobina nel sangue si vede se uno fuma e quanto... non mi si venga a dire che si pensa alla salute e sicurezza, ma a fare soldi facili con l'etilometro!!!

Inserito da Enzo Zappalà

il 25 settembre 2010 alle 11:23
#17
perfetto Cristiano!!

Inserito da Mario Crosta

il 25 settembre 2010 alle 12:30
#18
E poi fumando in macchina si guida praticamente con una sola mano e cio' non consente reazioni adeguate a improvvisi imprevisti! Quanti incidenti provocati quindi dal fumo? E quanti dal cellulare (anche qui una mano sola, e in piu' l'attenzione deviata dalla strada alla conversazione...).

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Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...

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