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I tuttologi del vino, di Enzo Zappalà

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I tuttologi del vino

di Enzo Zappalà

Cari amici, avrete notato (sicuramente sì) che spesso e volentieri scarico bordate pesanti contro i degustatori di vino, siano essi giornalisti o pseudo tali o quelli che io chiamo, all’italiana, “camerieri del vino”. Non risparmio nemmeno le guide, i punteggi e tutto ciò che riguarda le valutazioni e i giudizi su vini singoli o annate in generale. Il motivo di questa mia presa di posizione è abbastanza semplice, ma sembra veramente difficile da comprendere. Questa volta, cercherò di spiegarlo, parlando seriamente e senza ironia e sarcasmo. Scusatemi se ripeterò cose già dette.

Il vino non è una merce qualsiasi. Non è una bottiglietta di aranciata fatta con le bustine o una gomma da masticare. Esso è un prodotto che proviene da uno dei processi chimici più antichi e geniali della Natura. L’uva è il “cibo” che i vignaioli devono donare a microscopici organismi unicellulari (lieviti) affinché ne traggano energia e regalino l’alcol etilico. Nel frattempo, nella buccia dell’uva, nei raspi, nei vinaccioli, nella polpa, ecc., si scatenano centinaia e centinaia di trasformazioni chimiche che decideranno il colore, i profumi, l’aroma, la struttura e mille altre qualità del vino.

Un’opera meravigliosa della Natura a cui si affianca l’opera altrettanto prodigiosa dell’uomo. Egli deve saper presentare al lievito un frutto perfetto (ecco perché si dice che il vino si fa in vigna), tenendo conto della situazione climatica, pedologica, geologica del terreno su cui sorge la vigna. E’ una specie di lavoro d’equipe, che deve essere continuamente controllato sia prima che dopo la vendemmia.

Chi ne parla, chi ne scrive, chi pretenderebbe di giudicarlo dovrebbe avere una cultura delle materie precedenti ben più elevata di quella degli stessi vignaioli. Oltretutto nessun “vero” vignaiolo ha mai pensato di giudicare pubblicamente i vini degli altri. Chi valuta un dipinto di Giotto deve conoscere la storia dell’arte, le tradizioni, la scienza dei colori, la situazione umana ai tempi della stesura dell’opera, la geometria, la matematica e mille altre variabili. Solo dopo aver immagazzinato tutte queste conoscenze fondamentali potrà accingersi a dare una valutazione critica dell’opera d’arte.

Non basta avere acquisito ESPERIENZA per sentirsi in diritto di valutare e giudicare. Nessun grande studioso penserebbe mai di interpretare, spiegare, contestare, una reazione chimica o un fenomeno celeste o un fossile o una forma di vita o una malattia, SOLO e SOLTANTO perché ha osservato migliaia di volte il RISULTATO di un processo estremamente complesso.

Aver guardato centinaia e centinaia di quadri non crea di certo un VERO critico d’arte. E nemmeno aver sentito un milione di volte una sinfonia di Beethoven forma un professionista musicale. Ci vuol ben altro. Ci vogliono studi approfonditi, talento, ragionamento, modestia, ecc., ecc. Non fatevi ingannare dai “tuttologi” televisivi: loro sanno tutto di tutto, ma in realtà sono dei perfetti ignoranti! Sono un frutto squallido dei nostri tempi, come non mai intrisi di miseria etica e culturale.

Il vino non è dissimile da un opera d’arte, sia naturale che umana. Come tale va interpretato. Non certo solo con una “sniffata”, quattro salti in bocca, e qualche strano risucchio finale. No, cari amici, troppo facile e troppo simile ai tuttologi televisivi. Chi vorrebbe valutare un vino o un’annata dovrebbe almeno conoscere perfettamente la maturazione dell’uva, il terreno e il microclima, la composizione del suolo, l’andamento delle malattie e degli eventi atmosferici, il controllo delle reazioni chimiche susseguenti alla vendemmia, e mille altre cose, almeno quanto le ha seguite il vignaiolo.

Tuttavia, non basta ancora, perché in tale modo riuscirà -forse- a valutare una parte dell’intero processo, quello umano. Certamente non potrà mai valutare l’opera della Natura, quella operata per miliardi di anni dai lieviti e dagli altri infiniti microrganismi. E chi può dire dove finisce l’opera del lievito e dove comincia quella del vignaiolo che gli prepara il cibo migliore? Basta un cosiddetto professionista del vino? E chi decide che qualcuno è un professionista del vino? Esiste forse un titolo di studio in degustazione enoica? L’esperienza? Lasciamo perdere, ne abbiamo già parlato prima… E poi, chi giudica i giudici? I loro compagni di merenda?

Chi parla quotidianamente di vino, esprimendo giudizi severi, definitivi, seriosi è normalmente un “ignorante” (nel significato puro del termine: ignorare = non conoscere) in moltissime delle materie citate prima. Magari nemmeno conosce le dieci tappe della glicolisi. Sbaglio? Non credo proprio. Spesso, allora, le valutazioni seguono schemi banali e ripetono frasi fatte. Se vi è stato caldo durante l’estate il vino sarà sicuramente troppo “cotto”, evoluto. Se invece ha fatto freddo, via libera ai tannini verdi. Basta leggere le valutazioni dopo le gradi adunate organizzate per assaggiare, in anteprima, i nuovi prodotti. Un coro di sciocchezze, banalità, luoghi comuni. Un’accozzaglia di tuttologi che non parlano mai dei veri valori del vino, dell’uva, del terreno, del clima, della chimica e dello straordinario connubio uomo-Natura. Al limite parlano di profumi assurdi e insulsi. Li buttano lì tanto per fare scena e cercare di acquistare rispetto e salire su un piedistallo di carta pesta. O, peggio ancora, si limitano a fare “gossip” sui problemi dei consorzi, delle DOC, DOCG, ecc., ecc. Seguono, in altre parole, l’andazzo della spaventosa mediocrità televisiva.

Tuttavia, proprio come i tuttologi di bassa lega, vengono riveriti, ascoltati, pagati, ospitati, ed è meglio non andare oltre… Spesso urlano e insultano, proprio seguendo le regole imparate sul piccolo schermo. Agiscono spesso verso l’artefice del vino attraverso una specie di ricatto pratico e morale.

Questa è, ovviamente, una mia visione ed è per questo che malgrado io ami profondamente il nettare di Bacco, così come i loro creatori, mi guardo bene dal valutarlo, al limite lo posso descrivere attraverso emozioni e sensazioni del tutto personali.

Guardandomi intorno, comunque, non riesco a vedere nessuno che ne sappia di più, soprattutto leggendo le riviste, i blog, i bla-bla che nascono come i funghi. Anche il lievito è un fungo, ma i nostri esperti normalmente conoscono solo i porcini e gli ovuli, soprattutto se assaporati durante una delle tante cene offerte per il loro ben poco “professionale” lavoro…

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33 Commenti

Inserito da Filippo Ronco

il 27 agosto 2011 alle 09:51
#1
Le generalizzazioni Enzo non fanno mai bene.
Capisco quel che vuoi dire e a chi ti riferisci ma i *soloni* ci sono un po' in ogni campo, il mondo del vino non fa eccezione. Un conto però è chi scrive per raccontare un'esperienza personale, un'altro è colui che scrive con la pretesa di fare da riferimento, sono due responsabilità diverse in contesti presumibilmente diversi.

Invito alla lettura di questo mio commento sul blog di Luciano Pignataro:
http://www.lucianopignataro.it/a/tripadvisor-i-dieci-ristoranti-piu-popolari-ditalia-recensiti-dai-lettori/28588/comment-page-1/#comment-23789

e di questo articolo dell'amico Stefano Caffarri (uno dei potenziali *tuttologi* in base al tuo generico j'accuse ma a mio avviso degno di considerazione e rispetto):
http://www.appuntidigola.it/2010/11/27/il-sabato-del-villaggio-la-lunga-morte-del-signor-blog/


Fil.

Inserito da Enzo Zappalà

il 27 agosto 2011 alle 10:01
#2
caro Fil,
so bene che i soloni ci sono dappertutto, ma in questo luogo si parla di vino... E nemmeno voglio generalizzare più di troppo. infatti, l'ho scritto proprio in un sito dove le degustazioni si fanno... Io dico solo che ci vorrebbe modo e modo. e -a volte- non aver paura di dire le cose che si pensano. Almeno da parte di chi lo può fare, perchè privo di interessi personali. E io -fortunatamente o sfortunatamente- lo posso fare. Resta comunque (come detto) una mia personale interpretazione. Ho letto il tuo commento sul blog di Pignataro e mi sembra che quello è un tipico caso che grida vendetta.. Prosopopea del tuttto gratuita!
Vado a leggermi l'altro. Attendo altre critiche costruttive comee la tua... CIAO!

Inserito da Enzo Zappalà

il 27 agosto 2011 alle 10:06
#3
Perfetto Fil...
tuttavia, il mio post si riferisce proprio a chi tu sai benissimo, a quel gruppo che s'identifica in quello che ho detto. Gli altri, quelli che non pretendono di insegnare senza aver studiato non sono minimamente toccati. E nemmeno se la prenderanno mai per le mie idee. Resta il fatto che un qualsiasi giudizio critico è frutto di studi lunghi, assidui e umili. Se poi pretendiamo anche di valutare un'opera che è in buona parte dovuta alla Natura (per definizione ingiudicabile) si cade proprio nel ridicolo e nell'assurdo. Su questo credo proprio che non ci piova...I tuttologi e i soloni devono subire attacchi, di qualsiasi mondo siano. Se non ora quando?

Inserito da Stefano Caffarri

il 27 agosto 2011 alle 19:19
#4
Diciamo che non sono d'accordo su nulla.
Ognuno può dire ciò che vuole, con garbo e franchezza, a proposito di qualsiasi argomento. Può anche giudicare quello che vuole, con una sola importante eccezione: le persone. Può giudicare i loro comportamenti, i loro atti, esprimere opinioni, pareri (che sono il nome in bella grafia dei giudizi) su quasiasi cosa: purchè dichiari da quale pulpito.
In più Enzo trascura un altro elemento: il talento. Io ero un discreto nuotatore con un modesto talento, ma mi allenavo forsennatamente. Altri attorno a me ottenevano gli stessi risultati, a volte migliori, con una frazione del mio sforzo.
E il talento ahimè sposta assai il baricentro della questione
Io, Enzo, dei dieci passi della glicolisi non conosco nemmeno il primo, e non mi sento inadeguato anzi: ne sono interssato in modo marginalissimo: perchè il mio obiettivo non è sapere come è fatto un vino, o un piatto, perchè quello è quello che mi genera la sensazione.
il nonno del cuoco, o i calli del vignaiuolo possono essere ammirevoli ma ininfluenti ai fini del risultato. La composizione del suolo, la forma d'allevamento, la tecnica di cantina è decisiva per l'ottinimento del prodotto, ma irrilevante ai fini del piacere che il bicchiere - o la forchetta - genera nell'utente.
Al 99% delle persone interessa poco o punto che Paul McCartney suonasse un basso Hofner o che Jimi Hendrix una Stratocaster destra accordata in mancino: non è la tecnicalità che genera la magia.

Era il talento.

Inserito da Enzo Zappalà

il 28 agosto 2011 alle 05:18
#5
caro Stefano,
stiamo confondendo capre con cavoli... Io sto parlando di coloro i quali pretendono di GIUDICARE, ossia criticare (sia nel bene che nel male) un certa opera della natura e dell'uomo. Il talento appartiene a chi esegue l'opera, non a chi la vuole giudicare. Non mischiamo le cose. Il solone del vino, colui che vorrebbe giudicare l'opera d'arte DEVE conoscere tutta la storia e non solo esprimere le proprie sensazioni del prodotto finito. Questo vorrebbe dire guardare un quadro, giudicarlo, senza sapere minimamente il prcorso artistico, culturale, storico, scientifico che c'è dietro. Quello NON sarà mai un critico d'arte, ma solo un amante di certi quadri. Ne consegue infatti che molti pensano di giore della Gioconda perchè pensano di averla capita (solo perchè assomiglia a una foto!), mentre non apprezzano Picasso, solo perchè non assomiglia a niente di reale. ERRORE MADORNALE. Sono due geni, due talenti equivalenti. Quelli che li giudicano non sono assolutamente critici. Se lo fossero, ovvero avessero STUDIATO matematica, geometria, storia dell'arte, chimica, ecc., ecc, capirebbero che l'arte sublime è indipendente dalla tecnica e dalla somiglianza.
Se mi dici che tu non conosci la glicolisi e tutto ciò che ha creato un certo vino, tu potrai essere uno che esprime sensazioni personali, del tutto soggettive. Non sarai mai un esperto del vino, sicuramente. Sei solo uno che ha visto milioni di quadri, ma che non ha mai cercato di capirli. Avrai bevuto milioni di vini, ma non hai nessun metro per giudicarli, a parte la tua sensazione dl tutto "naif" e dilettantesca. Oltretutto, il vino è anche opera della natura e allora i giudizi divenatno addirittura impossibili anche per quelli che lo hanno studiato a fondo.
Umiltà culturale ci vuole e confronto con le altre discipline. Troppo facile, amico mio, arrivare a criticare senza sapere. Ripeto: l'esperienza non fa di nessuno un giudice, solo una macchinetta ripetitiva e mnemonica...
Come vedi il mio pensiero è ben diverso da quello che vorresti attribuirmi...

Inserito da Stefano Caffarri

il 28 agosto 2011 alle 08:27
#6
Grazie Enzo ora è tutto più chiaro.
Su una cosa hai ragione da vendere: non sono un esperto del vino.

Nel mio piccolo modo "dilettantistico e naif" resto alieno ad una visione numerico-meccanicistica della realtà che trovo inadeguata a raccontare l'infinita complessità del reale. Ma è solo la marginale opinione di un cantastorie di provincia.

Inserito da Enzo Zappalà

il 28 agosto 2011 alle 08:49
#7
caro Stefano,
guarda che io non ce l'ho contro i cantastorie...anzi lo sono anch'io ! Non voglio assolutamente diventare un giudice e nemmeno potrò mai. E' un mondo che non mi piace e che combatto. Io cerco il piacere del vino e la sua enorme storia e cultura. Ho solo voluto dire che chi si erge a solone, dovrebbe allora cominciare a studiare e quanto meno a capire i limiti legati ai giudizi sul vino (assolutamente impossibili in modo oggettivo). Condanno i tuttologi incapaci e ignoranti, non gli appassionati e chi canta le storie appassionanti legate al mondo del vino. Per questo cerco di studiare e comprendere sia la parte estetica e contemplativa, sia la parte più tecnica che aiuta a capire molte cose in più, ma non certo a crerae tuttologi da strapazzo. Se leggi i miei pezzi te ne renderai conto benissimo... E' bellissimo essere dilettanti e naif ed esprimere solo sentimenti ed emozioni personali! Ma quando si vuole essere considerati critici e giudici, allora ci sono impegni di studio e di comprensione che non si possono tralasciare.

Inserito da Filippo Ronco

il 28 agosto 2011 alle 11:53
#8
Ma guarda Enzo che quello che si rivendica qui è la semplice libertà, con garbo, educazione, di poter esprimere le proprie sensazioni su qualcosa di mangiato e bevuto.

Quando dici:

"Se mi dici che tu non conosci la glicolisi e tutto ciò che ha creato un certo vino, tu potrai essere uno che esprime sensazioni personali, del tutto soggettive. Non sarai mai un esperto del vino, sicuramente. Sei solo uno che ha visto milioni di quadri, ma che non ha mai cercato di capirli."

secondo me sei tu a commettere gravi errori di valutazione.
In primo luogo per essere critici d'arte non si è necessariamente laureati in storia dell'arte come del resto non tutti i critici di vino sono laureati in enologia. Mi sembra di ribadire l'ovvio ma tant'è. Il titolo è una cosa, la credibilità, la reputazione, il seguito uno se lo crea per quello che scrive e per come lo scrive cioè se agli occhi del lettore è credibile o meno e credimi, è senza ombra di dubbio la parte più difficile.

Le persone che leggono in linea di massima sono tutte dotate di discernimento e spirito critico. Lo spirito critico è qualcosa che ci si fa con la cultura e l'esperienza, camminando le strade del mondo, non necessariamento su un libro che ti spiega la glicolisi. Inoltre, il racconto del mangiato e del bevuto sono proprio momenti differenti rispetto alla preparazione del mangiare e del bere. Quando qualcuno scrive di un piatto, non spiega come si fa il piatto, spiega perché gli è piaciuto o meno, parla del locale, del servizio, di quella parte back-end a cui tutto quel lavoro di preparazione in effetti è destinato. Chi meglio di lui potrebbe dire se tale lavoro ha avuto successo o meno?

Poi ci sarà sicuramente chi ha più strumenti (cultura, dialettica, conoscenza specifiche) e chi ne ha meno ma ti garantisco, leggendo questa è una cosa che si capisce subito.

Penso che trasferire le sensazioni del bevuto e del mangiato con le parole abbia in definitiva molto più a che fare con l'amore e l'emozione che circonda quei momenti che con la procedura tecnico-meccanica per la quale si dà vita a certi prodotti.


Filippo

Inserito da Enzo Zappalà

il 28 agosto 2011 alle 14:13
#9
caro Fil,
continuiamo a non capirci... Dire che uno non è un CRITICO d'arte o un critico di vino non è una colpa. E' un dato di fatto. Tu sbagli dicendo che si può essere autodidatti. Se un critico d'arte ammettesse di non conoscere Vitruvio e il rettangolo aureo non potrebbe sicuramente interpretare e valutare le opere di cui scrive. Chiunque, invece, potrebbe esprimere sensazioni a riguardo senza però potersi ergere a profondo esperto. Di qui non si esce, mi dispiace... Se nel mondo del cibo e del vino, si può diventare esperti solo per esperienza degustativa, vuol dire che qualcosa non va e che chiunque si può ergere a grande conoscitore, anche con sotterfugi e frasi fatte. Ripeto, non basta guardare mille quadri per sapere giudicare un capolavoro o una crosta. Cosa vuol dire: "agli occhi del lettore è credibile"? Assolutamente niente. Moltissimi tuttologi ci riempoiono la testa di frasi fatte sul riscaldamento globale e su altre invenzioni mediatiche e risultano perfettamente credibili, dato che regna l'ignoranza a riguardo. Eppure i tuttologi sono spesso e volentieri perfetti "ignoranti" in materia. So che il mondo del vino è un'invenzione mediatica in cui vivono centinaia di falsi espeti e con loro me la prendo. Non certo con chi, umilmente e consapevolmente, dichiara di essere solo un amatore che esprime la propria soggettiva emozione. La differenza c'è e come... Parlare di vino e non sapere cos'è la glicolisi grida vendetta, a meno di non essere solo un cantastorie, anche bravissimo e talentuoso. Ma non di certo un giudice che condanna o elegge qualcuno che compie il suo lavoro. E' come se tu mi dicessi che uno può creare l'unificazione della teoria quantistica e quella gravitazionale senza avere mai studiato fisica. Per favore... restiamo con i piedi per terra.

Inserito da Filippo Ronco

il 28 agosto 2011 alle 14:26
#10
Ma il punto è proprio questo. Non ci si può ergere a critici anche se si ha studiato per fare quel tipo di professione. Sono gli altri che possono riconoscerti quel ruolo per competenze acquisite. Inoltre non mi pare che nessuno si erga a critico, può capitare che qualcuno esprima dei pareri inserendo anche dei punteggi di quando in quando ma è la propria metrica personale ed il giudizio è certamente sempre soggettivo. Il valore che ad esso si da, limitato o più esteso, dipende appunto dal livello di credibilità, reputazione e riconoscimento che qualcuno è stato in grado di guadagnarsi sul campo.

Fuor di metafora, qui a tigulliovino, nessuno di noi è un enologo, si bé, lo è Marco Quaini ma non rileva più di tanto nelle degustazioni a cui ha partecipato pochissime volte. In massima parte sono giornalisti, ristoratori, enotecari, privi di qualsiasi conoscenza enologica se non per erudizione personale. Cosa vogliamo dire allora, che il lavoro di tigulliovino svolto dal 2000 ad oggi sono bit stracci perché nessuno ha il titolino?

So che non ti volevi riferire a noi ma l'esempio è necessario perchè se convieni che noi si possa esprimere giudizi senza le qualifiche tecniche di cui parli, allora devi convenire che lo possano fare anche altri se altrettanto stimati e meritevoli.

Poi scusami, a ciascuno il suo pubblico, no?
Non è sufficiente?


Filippo

Inserito da Enzo Zappalà

il 28 agosto 2011 alle 14:26
#11
aggiungo ancora:
io, ad esempio conosco la glicolisi e le sue tappe (tra parenetesi è un processo meraviglioso che invito tutti a conoscere), ma mai e poi mai mi considerei un esperto di vino per quel motivo. Io sono ben contento di non esserlo e di poter esprimere amore e passione (e su questo trova qualcun altro che lo manifesta meglio di me e che ha combattuto VERAMENTE contro i delatori ingiustificati). La passione e l'amore non si manifestano a punteggi o a stroncatore o ad adulazioni o a colpi di gossip. Non conosco Stefano, ma se fa parte della mia schiera non vedo perchè se la debba prendere. Se invece vuole ergersi a giudice... beh... allora, probabilmente, ha ragione ad arrabbiarsi. Tu, poi, puoi pensarla come vuoi, anche se sei chiaramente schierato. Liberissimo di farlo, ma permetterai di accusare quelli che io considero approfittatori di un mestiere troppo facile e che non richiede vero impegno. La libertà deve essere di entrambi. Se è solo una critica alle mie idee, ben venga. Ma se è un velato invito a seguire la giusta rotta... allora sei tu che mi imponi una tua libertà. E, guarda, che non ho insultato nessuno, se non chi ci marcia sopra. Gli altri sono perfettamente in linea con la mia idea. Io non pretendo che la gente studi il tecnicismo (anzi l'opposto), ma la glicolisi e cose del genere danno un tocco di poesia supplementare e ci fanno capir meglio la meravigliosa storia della vita e dei suoi frutti...

Inserito da Enzo Zappalà

il 28 agosto 2011 alle 14:30
#12
Niente da fare, parliamo due lingue diverse e forse non leggi ciò che ho scritto. Non mi rispondi ai tuttologi che sono credibili in TV. Ritieni che lo siano? Eppure ottengono proprio ciò che tu vorresti:credibilità dell'uditore. Io ho parlato solo e soltanto di falsi ESPERTI, non di falsi appassionati, cantastorie e cose del genere...
dare punteggi è cosa troppo banale, meglio esprimere emozioni e sensazioni anche se niente hanno a che vedere con il linguaggi standard del vino...

Inserito da Filippo Ronco

il 28 agosto 2011 alle 14:38
#13
Rispondimi prima tu: noi qui non si conosce a menadeito la glicolisi e chissà quante altre cose ma si assaggia con umiltà e rispetto il lavoro di chi desidera (liberamente) sottoporcelo. Lo si fa da 12 anni, con soddisfazione nostra, dei lettori e dei produttori visto che continuano a inviarci qualcosa come 50 campionature al mese (e credimi non è un divertimento, è un lavoro, gratuito).

Benché non abbiamo titolo a farlo, riconosci a tigulliovino il ruolo di un magazine indipendente con buone dritte per appassionati e operatori? Se la risposta è si, tutto il tuo discorso vacilla, se la risposta è no mi chiedo perchè tu abbia stima di noi, se ce l'hai.


Fil

Inserito da Enzo Zappalà

il 28 agosto 2011 alle 14:53
#14
caro Fil,
i nodi vengono al pettine... Io non ho mai letto su TigullioVino giudizi pubblicizzati a destra e a manca su produttori di vino o su annate appena terminate. Voi date risposte personali a chi ve le chiede. Questo si può benissimo fare senza ergersi ad esperti. Molti amici produttori lo chiedono anche a me e io rispondo con una mia inesperta valutazione personale. Io parlo di coloro (e si capisce molto bene nell'articolo) che influenzano o tentano di farlo tutto un mondo di lavoratori e che si ergono a giudici insindacabili e stroncano tizio o incensano caio non certo per amore del vino. Non mi dirai che non ne conosci a decine? O sono tutti puri e ingenui degustatori che rispondono alle richieste dei produttori? parlo speesso con i vignaioli, di tutti i livelli: spesso le bottiglie richieste (il necessario moltiplicato per 3, 4 o anche 5) viene richiesto come una specie di tangente. Non vuoi mandarmele, attento a te! O mi invento tutto? Dobbiamo far finta di non vedere, di non udire e quindi non parlarne mai? Ho solo cercato di spiegare che chi vuole essere adulato e stimato per la sua grande esperienza e pretende di rappresentare il VERBO, dovrebbe almeno aver studiato in modo completo la materia. Non è il titolino che serve, ma una forte dote di umiltà e di onestà. Perchè ho parlato di tuttologi televisivi? Adesso attendo la tua risposta su questi... Io non temo di inimicarmi buona parte dei lettori. Preferisco quello piuttosto che non dire ciò che molti pensano, ma temono di dire (oltretutto voi e tu per primo mi date spazio e quindi non potreste far parte di quella specie di imbonitori...).

Inserito da Filippo Ronco

il 28 agosto 2011 alle 15:17
#15
"Condanno i tuttologi incapaci e ignoranti, non gli appassionati e chi canta le storie appassionanti legate al mondo del vino."

Guarda, non che sia completamente soddisfatto, ci sarebbe da dire molto di più, soprattutto sulla questione dell'ergersi a critici e dell'essere considerati punti di riferimento attendibili ma direi che più profittevolmente potremmo venirci incontro su questa tua frase, riconoscendo di essere tutti grandi appassionati, nessun esperto, ciascuno col seguito che merita.

Lasciamo alle persone la libertà di scegliere con il proprio spirito critico chi seguire, chi ascoltare, chi leggere e chi no. Tu, io ed i molti altri appassionati potranno sempre intervenire con un commento, uno scritto, un pensiero a favore o contro il pensiero di un altro ed è questo il bello dell'automoderazione della rete. Che tu puoi dire e scrivere quello che vuoi ma che il resto del mondo è libero di dirti cosa pensa in proposito.


Fil.

Inserito da Enzo Zappalà

il 28 agosto 2011 alle 15:31
#16
volevo aggiungere qualcosa tanto per chiarirci meglio...
Sapessi (ma penso che tu lo sappia benissimo) quanti vignaioli subiscono quotidianamente veri e propri ricatti da parte di esperti, di guide, di pseudo-blog mascherati solo da contrapposizione di idee e invece improntati alle condanne e alle assoluzioni. Sapessi quanti si lamentano di una situazione veramente squallida che ben pochi mettono in luce. Vedere quelle riunioni di soloni, pagati, invitati al ristorante con libertà di scelta dei vini (e guarda caso scelgono sempre i più cari) per poi dare annunci di una banalità stupefacente: annata calda, annata fredda, vini immaturi, vini sbagliati, tranne quelli che più sono disposti a ovvi compromessi tipo do ut des. Tu mi dirai perchè non si incazzano e li mandano al diavolo? Facile a dirsi, ma per uno che lo farebbe, cinque altri hanno paura di essere poi messi nell'elenco dei cattivi. Nessuno se la sente di prendersi questa responsabilità sulla propria pelle. Forse sbagliano. Anzi sicuramente dovrebbero avere più coraggio. Tuttavia, chi ricatta è ben peggiore del ricattato. Sapessi quante volte mi hanno chiesto di fare io qualcosa, dato che non ho niente da perdere. E io lo faccio, senza nickname o falsi paraventi. Io amo il vino e i suoi artefici e non mi spavento di dire le cose in faccia. Tu veramente pensi che non ci siano esperti come quelli di cui parlo io? E non pensi che siano proprio tra i più visibili e credibili? Che non ci siano quelli che non aspettano altro che condurre una degustazione in qualche città d'Italia per ottenere una vetrina mediatica e far salire il loro presunto valore da tuttologo di turno? Ovviamente corrisposti di ogni tipo di ritorno, non solo economico, ma anche materiale: bottiglie, inviti a cena, ecc., ecc. I produttori parlano spesso di questo e io raccolgo. Proprio perchè amo veramente il vino e non voglio assolutamente fare "carriera" in questo campo, ho accettato di esprimere le loro rabbie e, a volte, disperazioni...
No, non generalizzo, tiro fuori solo e soltanto la verità nascosta. Non certo tutti sono così, ma quelli che fanno ondeggiare le fortune di molte aziende e di certi luoghi perchè considerati i "migliori" sono proprio di questo tipo. Sbaglio? Dimmi solo di sì e non toccherò mai più quest'argomento e dirò agli amici del vino che non si può andar contro una specie di piccola "casta" enologica. Niente di male... Io mi diverto a scrivere di vino, di passioni, di fantasia e di allegria. Prendo posizioni dure come quella dell'etilometro che ha spaventato tutti, benchè avessi dimostrato le ragioni scientifiche. Non era forse giusto che i soloni più credibili prendessero anche loro una posizione forte e unitaria' E invece no...tutti struzzi. A parte tu e Acquabuona gli altri non hanno nemmeno voluto parlarne se non per prendere le distanze... Molti, anzi (e penso che tu lo sappia) si sono subito inseriti nel commercio degli etilometri portatili. Che limpido esempio di amore per il vino!
Se pensi che non esistano i figuri che ho descritto nei miei articoli dimmelo chiaramente e ti pregherei di fornirmi le prove...
Ripeto, non generalizzo e ho detto chiaramente che una cosa è la passione, la modestia, l'onestà e un altra cosa sono gli avvoltoi pronti a scagliarsi sui moribondi o i più deboli di questo mondo così affascinante e così vilipeso e calpestato.

Inserito da Enzo Zappalà

il 28 agosto 2011 alle 15:35
#17
anch'io non condivido del tutto il compromesso, ma... direi che possiamo trovarci d'accordo... OK finiamola lì... Buona domenica carissimo e CIN CIN!

Inserito da Filippo Ronco

il 28 agosto 2011 alle 16:38
#18
Quello di cui parli qui ora si configura come un reato.
Se io fossi un produttore o un ristoratore lo denuncerei immediatamente, mi sembrava che il tuo articolo inizialmente parlasse d'altro e molto più genericamente, qui stai invece muovendo accuse molto gravi senza però dire a chi e io, nonostante quello che immagini, non so proprio a chi ti riferisci.

Probabilmente l'ingenuo sono io ma non penso che i produttori e i ristoratori siano tenuti sotto scacco da una setta che porta avanti ricatti ed estorsioni, sarebbe clamoroso!

Se qualche produttore o ristoratore fosse stato oggetto di questo genere di abusi e ricatti dovrebbe assolutamente parlare!


Fil.

Inserito da Enzo Zappalà

il 28 agosto 2011 alle 17:17
#19
caro Fil,
nessuno fa ricatti chiari e netti... lo fa solo capire... Ti stupisci che ci sia gente che approfitta di inviti ripetuti e di bottiglie omaggio? O che è di manica larga con chi gli attribuisce maggiori rispetto e adulazione. Fa parte del gioco all'italiana, mi sembra... Ti scandalizzi di quanto succede in politica? Non credo. Chiaramente qui siamo su un livello ben più basso, ma il mondo dei potenti insegna e molti vorrebbero acquistare un pezzetto di potere, nel loro piccolo. Consideri forse le grandi adunate di degustatori riveriti e invitati veramente necessarie per il bene del vino? E non sai forse che certi punteggi su qualche guida non sono proprio tutti dati completamente alla cieca? Dai, non fare l'ingenuo...

Inserito da Enzo Zappalà

il 28 agosto 2011 alle 17:30
#20
E scusa ancora... non hai mai sentito parlare di bottiglie richieste per la presentazione annuale (ma non solo)dei vincitori di alcune guide. Spesso se ne chiedono 12 o addirittura 18...ma ne vengono aperte solo tre. Anche questo è frutto della mia mente perversa. D'accordo, se devo passare per l'infame che sbraita e va contro l'onestà dilagante nel mondo del vino... ci sei riuscito! La colpa è mia e solo mia e sono io che vedo il marcio dappertutto. Scusate se ho disturbato con menzogne il paese dei balocchi...
Questo ho scritto nell'articolo e quindi non ho cambiato di una virgola la mia visione.
Adesso mi sembra che si esageri... Caro Fil mi sembra proprio che vuoi a tutti i costi farmi dire cose che non ho detto e mettermi nell'angolo dei cattivi... Estorsioni? E chi ha parlato di ciò...ho solo detto che c'è chi si approfitta di dare giudizi e distribuire premi o di tenere degustazioni guidate.. E lo ribadisco. ma da lì a parlare di reato da denuciare... Allora si dovrebbe denunciare praticamente tutta l'Italia...
Non vivo di questo e posso sopravvivere...

Inserito da Filippo Ronco

il 28 agosto 2011 alle 23:40
#21
No Enzo, non mi stupisco affatto di questo, si chiamano markette e sono all'ordine del giorno, in ogni ambito. Spesso quelli che chiedono di più sono anche quelli meno in gamba e meno in vista, facci caso. In tanti anni di organizzazione di TerroirVino non sai quanti me ne sono passati per le mani di scrocconi a buon mercato ma non è che mi sono fatto il problema quando ho deciso di lasciarli a casa gli anni successivi, se volevano scrivere male di me lo facessero, avevo il mio lavoro e il mio pubblico a parlare per me.

Altro discorso il capitolo guide che mi sembra vuoi tirare in ballo. Non conosco le pratiche e le modalità di partecipazione, per esempio, alle presentazioni annuali delle guide che tu citi ma so per certo che ogni produttore è ben libero di scegliere se partecipre o meno non gli viene certo puntata la pistola alla tempia. Se le modalità con cui queste cose vengono fatte non piacciono è molto semplice, non si partecipa. Sempre che si abbia un briciolo di dignità. Se - come mi sembra tu stai affermando - qualcuno è portato a partecipare per timore di subire ritorsioni, bè questo è un problema suo e andrebbe eventualmente denunciato. La credibilità in ballo sarebbe del denunciato non del denunciante.

Però di tutte queste cose è bene parlare con casi chiari, facendo nomi e cognomi o esempi concreti altrimenti è meglio tacere perché si passa per megalomani e qualunquisti, lo dico per te, per quelli che ti leggono.

Bisogna ponderare bene quello che si scrive.
Inizialmente mi era parso che tu ti riferissi a quei neo-sommelier pischelli che sembrano usciti da un cortometraggio di Antonio Albanese e lì mi trovi perfettamente d'accordo ma poi mi pare che tu abbia un po' sbracato.

Ciao, Fil.

Inserito da Enzo Zappalà

il 29 agosto 2011 alle 06:05
#22
caro Fil,
gli uni e gli altri... purtroppo. Per fare i nomi (e li farei tranquillamente) dovresti avere delle prove certe e io ho invece tanti racconti di persone di fiducia che però temono di essere esclusi o boicottati. Anch'io me la prendo con quelli che chinano la testa, ma per loro l'eclusione o la stroncatura possono rappresentare un danno economico. Forse oggi meno di ieri, ma la paura resta...
Nel piccolo è un po' come quando ce la prendiamo con quelli che non denunuciano i mafiosi che chiedono il pizzo. Ma noi lo faremmo? Rischieremmo in proprio? Ci vuole un bel coraggio e a parole è facile, ma con i fatti è un'altra cosa...
Qui ovviamente siamo su un piano diverso, ma il concetto non troppo dissimile. Tuttavia, non preoccuparti se la gente (spero una parte di loro) mi prende per melagomane o qualunquista. Ogni tanto ci vuole una voce contro la regola che sembra inossidabile. Anche il lievito non aveva ossigeno a disposizione, ma con mille sotterfugi è riuscito a farsi OSSIDARE pure lui... con grande beneficio di chi ama o non ama il vino come intendo io.
Va bene, per un po' mi dedicherò alle fiabe fantastiche e lascerò in pace i dispensatori di verità ....

Inserito da Filippo Ronco

il 29 agosto 2011 alle 09:07
#23
Ad ogni modo, se ci sono produttori che hanno qualcosa da raccontare, TigullioVino è una testata libera e aperta a valutare la pubblicazione di cose anche scomode.

Ciao, Fil.

Inserito da Enzo Zappalà

il 29 agosto 2011 alle 10:09
#24
buona idea Fil! vediamo se qualcuno se la sentirà... Magari vorrà rimanere anonimo e/o non fare nomi, ma... chissà...
Ecco perchè voi siete al di fuori di ogni sospetto!!!!
ciao e grazie per la pazienza...
Enzo

Inserito da Filippo Ronco

il 29 agosto 2011 alle 10:19
#25
No, niente anonimi, qui ci si mette la faccia.
Fil.

Inserito da Alessandra Rossi

il 29 agosto 2011 alle 10:42
#26
@Enzo: avendo studiato tanto, musica jazz prima e grafica e comunicazione poi, ho il massimo rispetto per chi ha sudato anche sui libri per acquisire competenze. Ma col vino e con la musica ho vissuto esperienze ed incontrato persone che hanno arricchito me ed altri non tanto con nozioni, ma con "talento" come dice Caffarri in un altro spazio, ed onestà intellettuale.
Da 5 anni racconto il vino con i video. Due anni fa Filippo mi incoraggiò a pubblicare su Vinix le mie degustazioni di vini (gli confessai che mi astenevo ritenendomi priva di titoli), aggiungendo che bastava che io mi qualificassi. Poi ho continuato nel mio blog.
Lavoro prevalentemente in un altro settore ed enogastronomicamente posso dire di essere una "mamma che cucina" ed ha un buon palato. Le mie degustazioni sono state apprezzate e condivise anche da chi ha i famosi titoli. (Ho fatto selezioni di vini ed olii poi presentati in vari eventi a pubblico ed operatori). Ma essendo scritte in linguaggio non tecnico, bensì emozionale, le hanno lette anche i semplici consumatori che non frequentano i blog specializzati.
Avendo cura, nelle degustazioni, di linkare ogni altra info utile sul produttore in oggetto, offro al lettore eventualmente interessato ulteriori approfondimenti tecnici.
Non c'è bisogno che sia io l'enologo o il sommelier che spiega il vino in altri termini. C'è inoltre da dire che gli "altri termini" spesso non interessano affatto la maggioranza del mio pubblico.

Come vedi Enzo ci sono spazi per ognuno di noi, premessa la correttezza ovviamente.
Non smetterò mai di ringraziare Filippo per avermi esortata. Sono tutti gli altri poi, che hanno condiviso e deciso se queste degustazioni avevano un senso.

Saluti (sempre maremmani!) da Milano.
Ale

Inserito da Enzo Zappalà

il 29 agosto 2011 alle 14:42
#27
da quanto ho capito, tu non cerchi affatto il "potere di Pulcinella", ma solo di trasferire le tue emozioni personali... Se leggi l'articolo attentamente, vedrai che non è di persone come te che parlo, anzi... Io parlo dei "giudici", dei "critici" che vorrebbero dettare il Verbo e che approfittano di un'autorità guadagnata non con lo studio e la conoscenza, ma con altri sistemi. Studiare è fondamentale per chi si erge ad arbitro sopra le parti...
Viva la maremma (ma non i supertuscan....)
enzo

Inserito da gabriele brambilla

il 29 agosto 2011 alle 14:58
#28
Scusate l'intrusione. @Enzo: Dalla tua formazione culturale si evince chiaramente quanto il tuo pensiero si fondi sul metodo scientifico. Beh, faccio il possibile anche io per quanto mi sia concesso. Primo: mi pare che tu non sia un enologo.. Quindi, a rigor di TUA logica, perchè dovrei fidarmi dell'assunzione che per parlare di vino dovrei assolutamente conoscere il processo di glicolisi? Magari ci sono altri processi più importanti e fondamentali che dovrei conoscere prima della glicolisi.. Magari la glicolisi è solo un mito ;) In fondo, mica sei un enologo! Poi, grida vendetta questa tua frase che cito testualmente: "...Per fare i nomi (e li farei tranquillamente) dovresti avere delle prove certe e io ho invece tanti racconti di persone di fiducia che però temono di essere esclusi o boicottati..." Che significa "ho invece"? Forse che non sei proprio così sicuro di ciò che ti viene riferito il che vorrebbe dire che non fondi il tuo pensiero su prove certe e verificate ma su voci di corridoio o testimonianze personali più o meno volubili? Come si fa ad urlare contro quello che si ritiene un sistema corrotto e artificioso fatto di degustatori narcisisti e minacciosi che sembrano liberi di scorrazzare tra omertà e paure di ritorsione, senza fare quello che si dovrebbe fare in questi casi perchè tutto ciò abbia un senso e distinguersi dal piattume (e pattume) italico: dei nomi... Altrimenti sei alla stregua di chi sbraita: tanto è tutto un magna magna!! Statemi bene...

Inserito da Enzo Zappalà

il 29 agosto 2011 alle 18:08
#29
non penso che si debba essere enologi per sapere quali sono i fondamenti della fermentazione. Cosa diversa è giudicare atorevolmente senza conoscerla. Fare nomi e cognomi vorrebbe dire andare anche contro persone che stimo e che non vorrei mettere in difficoltà: si fa presto a fare due più due. Tu non hai mai parlato male del mondo d'oggi generalizzando? Se è così sei una mosca bianca. Io accuso un sistema non un singolo individuo. Da quanto capisco, tutti si sentono autorevoli giudici pur senza conoscendo cosa sta dietro al vino. la soluzione è abbastanbza semplice. Tuttavia, perchè non cerchi di capire che io non ce l'ho con chi esprime il proprio giudizio personale su un vino, ma su chi vuole ergersi a sapiente (tuttologo) di turno? I commenti sono per adesso pochi, ma mi chiariscono molte cose: anche nel vino sembra che capiti la stessa cosa del calcio, cioè tutti si sentono allenatori della nazionale.

Inserito da Alessandra Rossi

il 29 agosto 2011 alle 18:14
#30
Enzo, quelli che mi leggono, accade magari che quel vino poi lo cerchino.
Emozioni? Informazioni? Consigli per gli acquisti? Che vengano da me o da, ad esempio, un Franco Ziliani, le degustazioni contengono sempre un'opinione alla fine. Sempre opinabile quindi, a tutti i livelli.
Ho letto emeriti esperti dare giudizi quasi opposti sullo stesso vino.
A parte qualche ovvio sfondone, arduo trovare i criteri giusti per tagliare teste/testate..

I supertuscan: pour moi non ci spendo un euro. Ma hanno il loro perché.
Saludos,
Ale

Inserito da Enzo Zappalà

il 29 agosto 2011 alle 18:36
#31
cara Alessandra,
se mi dici che si arriva a giudizi opposti da parte di emeriti esperti... che senso ha che li diano o -meglio- che esperti sarebbero? Se il vino è cosa puramente soggettiva, non dovrebbero esistere esperti, ma solo appassionati ognuno con il proprio gusto e le proprie scelte... Mi stai dando ragione! Non è meglio allora far capire il vino come idea, come meraviglia della terra e dell'uomo e poi lasciare ognuno alle sue emozioni. Possibile che l'uomo di oggi debba sempre essere spinto a fare qualcosa, come se fosse un povero deficente? Lo so che la TV ha imposto questo stile, ma non è mai troppo tardi per ribellarsi e acquistare una propria libertà di azione. Forse sono proprio un inguaribile ottimista. La tuttologia televisiva ha vinto senza speranza di alcuna ribellione....

Inserito da Filippo Ronco

il 29 agosto 2011 alle 19:10
#32
Direi che potremmo chiuderla qui, cosa dite.
Alla fine basta un filo di buon senso per capire che possiamo imparare solo da chi ha le suole più consumate delle nostre. Non facciamolta tanto lunga. I casi isolati di malcostume se non di reato spero vengano denunciati da chi ne è stato vittima, per il resto, ai lettori la scelta di chi seguire e chi leggere.

Fil.

Inserito da Enzo Zappalà

il 29 agosto 2011 alle 20:18
#33
perfettamente d'accordo....

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Enzo Zappalà

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Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...

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