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L'Oasi nell'oasi , di Enzo Zappalà

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L'Oasi nell'oasi

di Enzo Zappalà

Se dovessi parlare dell’isola di Carloforte all’estremo sud-ovest della Sardegna, sarebbero necessarie decine e decine di pagine e direi ben poco. La lunga e complicata storia della sua gente, partita da Genova (per esattezza Pegli) per insediarsi nella città tunisina di Tabarka e poi emigrare di nuovo e colonizzare l’isola di Carloforte e parte di quella adiacente di Sant’Antioco, meriterebbe più di un romanzo, così come la loro cultura, le tradizioni, la lingua (uno stretto genovese con la simpatica cadenza sarda).

Meravigliosi i loro piatti intrisi di ricordi arabi, liguri e sardi, legati spesso strettamente al tonno, dono eccezionale di quella terra. Gente fantastica in un luogo fantastico. Le cale nascoste, le rocce aguzze dalle forme più strane, le falesie strapiombanti sul mare, ne fanno uno dei luoghi marini tra i più affascinanti dell’intero mar Mediterraneo. Ben poche insenature riescono a competere con Cala Fico, con le piscine naturali de la Conca o con la straordinaria muraglia rossastra della Mezzaluna. Bagni mozzafiato, che pochi passi in più, lungo sentieri ben segnati, rendono unici, oltre che quasi completamente solitari. Un’altra Sardegna, quella vera, le cui uniche grida sono quelle dei gabbiani o del falco della regina. Riuscite a contare le pietre a dieci metri di profondità senza bisogno di maschera, con colori che vanno dallo smeraldo al turchese e perfino al viola.

Giornate intense per gli occhi, per le gambe e le braccia a Carloforte! Le ore volano e viene sera in fretta, con l’appetito ormai senza freni. Una cena a base di pesce (ma non solo) è d’obbligo. I numerosi ristoranti sparsi sul viale di fronte al porto sembrano chiamarvi come sirene. Resistete. Non fatevi vincere dalle prime lusinghe. Siate forti come Ulisse e proseguite verso l’interno della vivace cittadina. Prendete la stretta Via Gramsci (che diventa pedonale a partire dalle 20) e dopo pochi minuti, lasciandovi alle spalle il mare, troverete sulla destra un incantevole piccolo ristorante: l’Oasi.

Pochi tavoli all’esterno, che conviene prenotare per tempo. Vi accoglierà la splendida Natalia (tuttofare o -come dice lei- la “Cenerentola” del gruppo familiare) o uno dei suoi due fratelli, Alessandro e Fabio, o l’amico Antonio. Vi sentirete subito a casa, il “tu” uscirà spontaneo dopo pochi minuti. Caratteri diversi, ma con un tratto comune: simpatia e cordialità. Vere, però, e non legate soltanto al rapporto ristoratore-cliente. Parlerete di quello che avete fatto durante il giorno, di quello che potreste fare il giorno dopo, magari anche un po’ di politica o di fatti quotidiani. Poi la cena. Sarà duro scegliere tra i piatti proposti, preparati dai vari membri della famiglia a seconda della tipologia: antipasto, primo, secondo, dolce. Difficilmente vedrete uscire la mamma Anna e il papà Raimondo, “relegati” in cucina. Anna è il vero motore culinario che coordina, dirige, imposta, esegue, con rara maestria. Raimondo è invece il motore di “ricerca”, colui che alla mattina presto si reca al porto per accaparrarsi i pesci migliori. La freschezza è d’obbligo e le preparazioni impostate sulla delicatezza e la finezza. Tocchi di erbette aromatiche, qualche piccolo segreto non rivelabile e il gioco è fatto.

Mia moglie ed io, dopo aver scoperto l’Oasi la prima sera, non l’abbiamo più lasciata e per cinque volte siamo stati suoi allegri ed entusiasti ospiti, provando molto anche se non certo tutto. Le cose più sublimi assaggiate? Sicuramente il “crudo” di tonno, condito con una salsa di eleganza impagabile, ma da non dimenticare gli anemoni di mare e l’insalata di molluschi. Uno splendido risotto del pescatore, spaghetti ai ricci e alla bottarga da manuale, aprono la danza dei primi. Noi non siamo mai riusciti ad arrivare ai secondi, a causa delle porzioni non certo da ristoranti “stellati”, ma i profumi che sentivamo intorno erano più che una garanzia.

Una nota particolare per la zuppa di pesce, gustata l’ultimo giorno, dopo averla prenotata la sera precedente. Un trionfo di pesci poco conosciuti ma dalla carne delicata e saporita si univano alla cernia e al gronco. Ovviamente possono variare secondo il pescato del giorno, ma in comune hanno comunque la perfezione della preparazione e la squisitezza della materia prima. Veramente eccezionale e da impegnativa maratona gustativa (circa otto etti di pesce a testa!).

I prezzi sono più che onesti e per un pranzo completo (dall’antipasto al dolce) supererete di poco i 40 euro. Saltando il secondo (o il primo), come fatto da noi, si sta sui 30-35 euro, vino compreso. La cena si concluderà con un ottimo mirto casalingo e con altre quattro chiacchiere, magari anche con mamma Anna e papà Raimondo. Un’esperienza degna dell’isola e della sua storia.

Rifugiatevi nell’Oasi e avrete concluso perfettamente una giornata passata in un oasi meravigliosa della Natura.

Ristorante L'OASI
Via Gramsci 59
09014 Carloforte (CI)
Tel.: 0781 856701
Mob.: 331 4188135
Email: ristoranteoasi@carloforte.net

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Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...

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