Spero che alcuni di voi si ricordino che più di un anno fa avevo pubblicato su queste pagine le rimostranze di un grande vino bianco: il Roero Arneis. Era profondamente arrabbiato perché esperti e appassionati lo volevano giovane, fresco, profumato e… anonimo. Insomma, il solito destino di tanti grandi bianchi italiani. “Vanno bevuti subito se no diventano troppo… buoni”, questa sembra la parola d’ordine.
Quell’articolo m’era valso anche il premio giornalistico del Roero, ma la sera stessa dell’evento, a cena, sono stati rigorosamente serviti arneis dell’ultimo anno, saturi di solforosa e di profumi troppo intensi. I produttori devono fare buon viso a cattivo gioco e, spesso controvoglia, accontentare la critica e i suoi seguaci. Se un ristorante presenta un arneis di due anni viene considerato truffaldino perché cerca di servire un vino ormai spento e sorpassato. Che ignoranza, mamma mia, e che rabbia per il bianco roerino.
L’arneis ha potenzialità eccezionali che bisogna, purtroppo, assaporare in privato, di nascosto, quasi fosse un’azione illegale. Arneis di vent’anni e più sono risultati grandiosi, minerali, vivi, di grande lignaggio internazionale. E, invece, bisogna berli quando sono vestiti in maschera, come pagliacci da circo che mascherano la vera grandezza dietro profumi e sceneggiate tragi-comiche.
Le guide purtroppo vogliono questo (anche se a parole dicono il contrario) e i produttori -a parte qualche mosca bianca- si adeguano. Non tutti però. Esempio promettente e illuminante in questo senso è dato dall’Azienda Pace dei due simpatici e professionali fratelli Dino e Piero Negro, aiutati validamente da Lorenzo Quinterno, un enologo di quelli “veri” che non impongono niente al vino, ma che cercano solo di adattarsi a lui. In altre parole, quelli che, per fare consulenza, usano l’olfatto e il gusto e non il … telefono.
Non andate a cercarli tra le pagine delle principali guide. Sembra che non meritino particolare interesse: o non ci sono per niente o sono relegati a rango di comparse.
Il Langhe Nebbiolo (fantastico il 2009), e ancor più il Roero Superiore 2007, sono vini autentici, simboli stessi della splendida riva sinistra del Tanaro. Mix seducenti di potenza ed eleganza, importanti, ma bevibili in una tavola festosa di amici. Questo deve essere il vino. Non due dita per le degustazioni ufficiali e poi solo noia e anonimità, ma semplicità e gioia che invitano a riempirsi il bicchiere (con buona pace dell’etilometro).
Il loro Arneis, poi, è -a mio parere- uno tra i migliori della zona. Sarà il terreno, il microclima, l’esposizione, la passione in vigna, fatto sta che il risultato fa chiaramente intuire le enormi capacità evolutive. Basterebbe dargli il tempo. Io cerco sempre di comprare l’ultimo imbottigliamento, quando il vino comincia a spogliarsi dei buffi vestiti da teatro. Poi cerco anche di far finta di non averlo a casa, aspettando che inizi la sua vera vita.
Questa soluzione non è facile da eseguire per chi ha paura che gli anni uccidano un bianco. Dopo chiacchierate varie, discussioni con in mano un bel bicchiere del primo attore, i fratelli “Pace” e l’amico Lorenzo sembrano essersi decisi: il loro arneis deve ottenere il giusto riconoscimento. E così hanno iniziato a fare una selezione in vigna e a dimenticarsi, per almeno due-tre anni, il loro gioiello in cantina, in attesa che si liberi di quei profumi invadenti, esteriori, ruffiani che nascondono quella marcia in più che non teme né Chablis né Riesling.
Pochi giorni fa ho assaggiato un 2005 e un 2006. Beh… sono pronto a fare una scommessa. Alla cieca (ma veramente alla cieca) sono convinto che oltre il 90% dei grandi esperti lo classificherebbe vino francese o tedesco, di quelli “super”, che noi italiani nemmeno ci sogniamo…
Abbiate pazienza e seguite questa nuova creatura che presto farà la sua comparsa ufficiale. Magari passerà sotto silenzio, ma voi non lasciatevelo scappare. Io cercherò di tenervi informati. Nel frattempo, andate a trovare i due fratelloni simpatici, gentili e spontanei. Degusterete un Roero che non teme, per la sua diversità interiore, il confronto con i cugini nebbioli di Langa, ben più famosi; una barbera che sfuma l’acidità in mille rigagnoli di aromi delicati, nati tra le sabbie delle Rocche; un accattivante rosé di nebbiolo, che inserisce nella piacevolezza di beva la mai addomesticabile potenza dei tannini. E il tutto a prezzi veramente d’altri tempi: non è cosa da poco unire qualità e risparmio.
Una bella e succosa attesa del nuovo grande arneis riserva!
Azienda Agricola Pace
Frazione Madonna di Loreto 52
Canale (CN)
Tel.: 0173.979544
Email: aziendapace@infinito.it
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