Un recente assurdo consiglio di un esperto televisivo: “se volete bere al ristorante portatevi dietro vostra moglie come autista…” (in altre parole “ le donne serie non hanno il diritto di degustare il vino"), mi ha fatto pensare a questa piccola storia di fantascienza. Magari avverrà realmente nel tanto temuto 2012? Non sarebbe poi un grande disastro, direi…
Il grido di battaglia “o bevo o guido” era diventato ormai un inno che si insegnava nelle scuole, una canzone obbligatoriamente inserita ogni dieci minuti nelle discoteche, una frase da ripetere al cameriere dei ristoranti ogni volta che si faceva un’ordinazione. Nel contempo, si erano cambiati alcuni nomi che avrebbero potuto indurre in tentazione. Non esistevano più i produttori di vino o i vignaioli. Bisognava riferirsi a loro con il nuovo vocabolo “spacciatori etilici”. Potevano pure eseguire le antiche pratiche (vi erano sempre le tasse da spillargli…), ma davanti alle cantine doveva essere chiaramente esposto un cartello con l’avvertimento: “persone che nocciono gravemente alla salute”. L’unico modo per bere (si poteva ancora nominare questo verbo…) era di portarsi dietro la moglie. Così era stato detto da un esperto durante un dibattito televisivo*. Per tale luminoso personaggio era ovvio ribadire che le donne NON devono avere il piacere della degustazione. Sono donne e quindi niente vino. Stupenda sintesi di anni ed anni di lotte femministe e di eguaglianza tra i sessi.
Alla fine, il mondo aveva preso la direzione voluta. Il proibizionismo stava imperando e molti appassionati del nettare di Bacco si erano dati alle droghe pesanti, ancora considerate semplici malattie da curare e che permettevano guide sicure e tranquille. La richiesta di un bicchiere di vino al ristorante andava effettuata sussurrandola al cameriere per non farsi sentire da eventuali bambini o mogli dei tavoli vicini. Spesso si veniva guardati con odio. Tutto perfetto? Probabilmente sì, anche perché la percentuale di incidenti dovuti all’alcol era rimasta invariata. Gli ubriaconi, che spesso si impasticcavano, nemmeno si erano accorti dei cambiamenti. Le leggi venivano applicate solo su chi, pur con terribile 0.51 nel sangue, rimaneva ovviamente perfettamente lucido, ma colpevole.
In questa situazione ormai assestata, accadde l’evento più esaltante della storia della civiltà umana. Arrivarono con dei dischi volanti, non molto diversi da quelli dei racconti fantascientifici di serie B. Erano esteriormente identici a noi, ma ben diversi nel loro metabolismo più nascosto. Provenivano infatti dal nono pianeta del Sistema Solare, scoperto solo da pochi anni. Ben più lontano di Nettuno, il corpo celeste era immerso in un gelo profondo, che neanche la sua particolare atmosfera poteva lenire. Si viveva alla dolce temperatura di -185 gradi centigradi nelle giornate più torride. Gli abitanti erano ovviamente abituati a quel gelo, ma non avevano problemi a sopportare piacevolmente anche i nostri 35 gradi. Una capacità di ambientamento fantastico che li aveva fatti diventare perfetti esploratori spaziali. Guardando sempre verso gli infiniti spazi della galassia, anch’essi avevano scoperto l’esistenza della Terra solo da pochi anni: si va sempre all’estero e si conosce poco la propria nazione… Appena se ne accorsero vollero subito venirci a trovare.
Per il nostro pianeta mai fortuna fu più grande ed insperata. Gli extraterrestri erano di indole buona, gentile e pacifica, ma avevano conoscenze tecnologiche straordinarie che avrebbero risolto tutti i problemi energetici e sociali del nostro povero mondo. Dovevamo trattenerli a tutti i costi e imparare a fondo le loro meravigliose conquiste. Ma ci volevano anni ed anni. Si stesero allora tappeti d’oro affinché si trasferissero in massa presso di noi, si aprirono le porte delle scuole, delle università, dei governi, delle industrie, pur di non perdere nemmeno un grammo della loro saggezza. Per una Terra malatissima ed in crisi totale, questa straordinaria possibilità di salvezza non poteva essere gettata al vento! In pochissimi mesi si fecero leggi che diedero immediatamente la cittadinanza terrestre a qualsiasi alieno. Essi diventarono indistinguibili rispetto agli indigeni, sia socialmente che fisicamente.
Come sperato, moltissimi decisero di trasferirsi sul pianeta vicino al Sole, felici di quella nuova esperienza e ben lieti di essere utili a quella popolazione disastrata. Tuttavia vi era un problema… Benché nessuno avrebbe potuto capire chi fosse un terrestre e chi no (anche i documenti NON dovevano riportare l’origine così lontana per non rischiare una possibile discriminazione razziale), le condizioni ambientali del loro pianeta di origine aveva creato differenze fondamentali nei processi vitali. Il loro mondo prese il nome di Etilus, per ricordare vagamente la caratteristica più saliente della nuova e magnifica razza. Gli alieni non mangiavano. Si nutrivano solo e soltanto di alcol etilico, abbondantissimo nel loro pianeta ed in grado di permettergli uno sviluppo perfetto anche a temperature terrificanti. Tutti i loro organi interni, benché uguali ai nostri, erano in grado di assimilare e trasformare in energia quel composto, così diabolico per i terrestri. Ed a qualsiasi temperatura si trovassero.
Si sarà già capito il dramma che ne derivò. Come poter fermare con l’etilometro un etiliano mentre guidava tranquillamente con un tasso etilico di 10-12, che per loro era la norma? Si sarebbe potuto irritare e magari decidere di tornare nella sua casa cosmica con tutte le informazioni scientifiche in possesso. E come si poteva riconoscere uno di loro da un ubriacone terrestre incallito? Per riuscire a farlo bisognava sezionargli il fegato, i reni ed il cuore, operazione non solo difficile, ma sicuramente anche poco gradita al guidatore fermato. Le forze dell’ordine ed i politici preposti alle norme sulla guida in stato di ebbrezza etilica non sapevano più che fare. Inoltre la furbizia umana era passata al contrattacco. Chiunque venisse fermato in preda all’alcol affermava immediatamente di essere un etiliano. Dimostrassero il contrario se ne erano capaci!
La terra era ormai letteralmente invasa da extraterrestri. Chi beveva era sempre un alieno o almeno si definiva tale. In effetti poco era cambiato esteriormente: chi si dava alla degustazione dei vini continuava ad essere considerato fuori dalla norma, ma questa volta aveva il coltello dalla parte del manico! Ci furono tentativi di reazione da parte dei proibizionisti, ma i vantaggi già tangibili dati dalle straordinarie capacità degli alieni li zittirono in fretta. I cartelli davanti alle cantine vennero bruciati in grandi falò. L’alcol diventò presto una specie di regalo divino. Si fecero feste e si eressero strutture simili a templi in cui poter venerare, ringraziare e, soprattutto, degustare il vino in santa pace. Ci si accorse anche che si potevano bere benissimo i grandi prodotti (gli etiliani gradivano molto la qualità del loro cibo!) e guidare perfettamente. Infatti, gli incidenti non aumentarono per niente. Anzi fu molto più facile colpire coloro che mischiavano incautamente pasticche ed alcol di scarso pregio. Perfino le mogli riuscirono finalmente a bere un buon bicchiere di vino in un locale pubblico, senza essere additate come “escort”! La vita terrestre cambiò drasticamente e positivamente.
Un’unica triste riflessione: per fare ragionare il nostro povero cervello inaridito e instupidito dai mass media, era proprio necessario che arrivassero gli extraterrestri o che tutti si fingessero tali?
(*) questo fatto è realmente accaduto recentemente in un programma televisivo nazionale.
Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...
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