Non sempre il vino nel sangue rappresenta un problema. Può anche descrivere visioni e allegorie di portata universale. Ce lo insegna addirittura un grande Premio Nobel.
Questo articolo è solo una riflessione, sicuramente personale, che mi spinge, però, molto in là, rischiando addirittura di farmi volare troppo in alto e sembrare esagerato e visionario. Tuttavia, a volte, certi convincimenti e valutazioni, a prima vista assurdi, vengono alla luce proprio nei momenti più critici.
Ho passato giorni molto brutti a causa di una prognosi infausta, fortunatamente ridimensionatasi notevolmente nel giro di una settimana, che toccava la persona che mi sta accanto da più di quarant’anni. Ma non è certo di questo che voglio parlarvi. Il mio dramma personale serve per parlare di amicizia e non solo.
In certi momenti hai bisogno di amici, di quelli veri, di quelli che sanno parlare ma anche tacere ed esserti vicino senza frasi di circostanza. Io ho la fortuna di averne parecchi e - anche se non ce n’era bisogno – il dramma me li ha fatti apparire ancora più limpidi e veri. Alcuni, in particolare, già colpiti duramente dalle tragedie della vita, sono stati capaci di offrirsi comunque, con slancio, per un aiuto sia morale che concreto e fattivo.
Fin qui la faccenda rimarrebbe nel personale e non vi sarebbe nessun bisogno di esternarla pubblicamente in un sito che fa delle delizie del vino e della tavola il suo portabandiera. Il fatto è che i miei amici più sinceri fanno parte del variegato mondo del vino. Di quello autentico però. Di quello vissuto in vigna e in cantina, con una passione profonda nel cuore che va ben al di là del doveroso ritorno economico. Sono persone semplici, autentiche, che amano la terra e la natura e che sanno riconoscere i valori umani. Magari non usano parole forbite, ma conoscono perfettamente il linguaggio del cuore e della comprensione. Sarà un caso? No, non credo proprio.
Penso e rifletto a lungo e la mia fantasia vola ancora una volta in alto. Forse troppo? Può darsi, ma io li vedo tutti, anzi ci vediamo tutti, come persone singole, unite, però, in un’entità unica più grande, enormemente più grande. Un’entità con una sola linea di pensiero. Una mente e un insieme di sentimenti comuni, inattaccabili dallo “sporco” che ci circonda. Una pura e timida creatura, concreta e astratta, il cui “sangue” è probabilmente lo stesso vino, che scorre nelle nostre invisibili vene e trasporta idee, concetti, cultura, emozioni. Una linfa vitale che ci unisce sia nel silenzio più drammatico sia nella gioia più aperta. Questi sono gli amici del vino, di quello vero, che non si misura a litri o a punteggi. Misero colui che sorseggia il vino solo per dimostrare o compiacersi.
Una visione enfatica, esaltata, spropositata, retorica, frutto di una mente troppo illusa e idealista? Potrei anche darvi ragione, se non avessi letto quasi casualmente (o cercato inconsciamente) poche frasi che si sovrapponevano perfettamente al mio pensiero. L’autore di queste frasi non è, però, uno qualunque come me. No. E’ nientemeno che Richard Phillips Feynman, fisico statunitense, Premio Nobel per la fisica nel 1965, morto troppo presto nel 1988. Ritenuto il padre delle nanotecnologie, è considerato uno degli ispiratori del calcolatore quantistico e tra i massimi scienziati del secolo scorso. Nonostante il suo infinito sapere era dotato di un forte umorismo e si dilettava a suonare il bongo (molto bene). Permettetemi di riproporvi il suo pensiero, perfettamente in linea con una visione estremamente ampia e ideale del vino, quello permeato di cultura e saperi millenari:
“… Un poeta una volta disse "L'intero Universo è in un bicchiere di vino". Probabilmente non sapremo mai in che senso abbia detto così, perché i poeti non scrivono per essere capiti. Però è vero che se guardiamo un bicchiere di vino abbastanza da vicino vediamo l'intero Universo.
Ci sono le cose della Fisica: il liquido in agitazione che evapora a seconda del vento e del tempo, la riflessione della luce nel bicchiere, e la nostra immaginazione ci consente di vedere gli atomi.
Il bicchiere di vetro è un distillato delle rocce della Terra, e nella sua composizione vediamo i segreti legati all'età dell'Universo, e dell'evoluzione delle stelle.
Che strana combinazione di composti chimici ci sono nel vino? Da dove vengono? Ci sono i fermenti, gli enzimi, i reagenti e i prodotti. Nel vino si trova una grande verità generale: tutta la vita è fermentazione. Nessuno può scoprire la chimica del vino senza scoprire, come fece Louis Pasteur, la causa di molte malattie. Come diventa vivido il rosato, spingendo la sua esistenza dentro la consapevolezza che lo osserva.
Se le nostre piccole menti, per qualche convenienza, dividono questo bicchiere di vino, questo universo, in parti - fisica, biologia, geologia, astronomia, psicologia, e così via- ricordatevi che la Natura questo non lo sa! Quindi rimettiamo tutto insieme di nuovo, senza dimenticarci in definitiva che cos'è. Concediamoci anche un altro piacere finale: beviamolo e dimentichiamoci di tutto…”.
Vorrei concludere con una mia, ben più misera riflessione: ciò che differenzia un genio assoluto come Feynman da molte altre persone comuni oppure no, non è tanto il sapere nozionistico che si può imparare in una università o in un laboratorio di ricerca, bensì la voglia di sapere sempre e comunque e di non limitare mai la propria mente, cercando, invece, visioni sempre più ampie e solo apparentemente leggere. Noi che amiamo il vino come lo amava Feynman non saremo certo dei geni come lui, ma siamo fieri di avere il nettare di Bacco nella nostra “speciale” circolazione sanguigna e di condividerlo tra grandi e veri amici.
Grazie al vino e grazie all’amicizia che esso sa donare, scorrendo di nascosto in quelle “strane” vene che ci uniscono così strettamente.
Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...
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