Dopo un inverno che sembra non lasciarci più (alla faccia del riscaldamento globale e delle solite Cassandre), il titolo di questo articolo potrebbe far pensare ad una bella nevicata fuori stagione. No, fortunatamente no, almeno in … pianura.
L’aggettivo “bianco” si riferisce alla splendida degustazione che ho fatto insieme a due amici produttori roerini (e le nostre rispettive signore) durante la magnifica e calda giornata di Pasquetta. Finalmente un accecante Sole a illuminare le Alpi innevate contro un cielo blu da far invidia all’alta montagna. Un bel pranzo tutti assieme, mangiando cose semplici e con i bambini a giocare nel prato. E noi “adulti” a chiacchierare e a degustare qualcosa di speciale. Gli amici: Ezio Taliano (Azienda Michele Taliano di Montà d’Alba) e Dino Negro (Azienda Pace di Canale d’Alba). Perché non approfittare di un paio di portate di pesce per fare una “verticalina” niente male? Detto fatto. Nessuna grossa difficoltà a recuperare in cantina cinque bottiglie di roero arneis di Dino “Pace”, in giusta successione dal 2005 al 2009. L’arneis non è nuovo a prove confortanti di buona tenuta e vale la pena ripetere l’esperienza.
In modo allegro e spensierato, ma con la massima concentrazione, le bottiglie vengono stappate. OK, tutto a posto, niente “tappo” o altri problemi sempre in agguato quando non vi sono riserve a disposizione… (abbiamo deciso all’ultimo momento).
2009: grande annata per l’arneis. Profumi molto intensi di frutta e bocca grassa e piena. L’ideale per chi ama i bianchi di pronta beva. Ma noi conosciamo l’arneis e le sue sorprese. Troppo giovane, la vera emozione è ancora nascosta dal velo dell’immediatezza. 2008: le cose vanno già meglio. I profumi sono più discreti e stemperati. In bocca domina ancora la grassezza, ma la salinità si sta affacciando nel finale. Non ci siamo ancora... 2007: l’annata critica, ossia sono trascorsi i due anni “fatidici” per l’arneis. Sembra spegnersi verso l’anonimato. Il vino sta in realtà decidendo la sua strada. La frutta sta sparendo, i profumi sono smussati e la bocca sembra leggermente impacciata. Troppo facile dire: “E’ ovvio, un bianco dopo due anni comincia a svanire. Soprattutto se è un arneis in cui è risaputo che l’acidità lasci a desiderare”. Se non conoscessimo il nostro “amico” potremmo commentare: “Se avete qualche bottiglia a casa fatela fuori prima che sia troppo tardi”. E sbaglieremmo alla grande. Se l’acidità manca, non manca certo la mineralità dovuta alla costituzione stessa di molti dei terreni più vocati all’arneis, come mi spiegava anni fa un grande e storico produttore della zona: Cornarea.
Siamo impazienti di passare al 2006… E abbiamo ragione. Che vino ragazzi! Naso che dopo qualche attimo incerto verso la crosta di pane si allarga su note floreali appena sussurrate di grande freschezza. La bocca è schietta, tagliente, si sente il limone. Sembra debole e fine, ma inganna, come tanti chablis. Sarebbe in grado di reggere alla grande un piatto di carne bianca e non solo. Rimane –purtroppo- solo il 2005. Un sogno. Naso ormai ben impostato su note complesse e indefinibili a mezza strada tra fiori e idrocarburi. Bocca esplosiva, lunghissima e salina. Una bottiglia da centellinare e da godere fino in fondo. A ogni rotazione del bicchiere sembra cambiare e farsi più complesso. Vorremmo metterlo alla cieca tra ben più celebri e blasonati vini d’oltralpe. Magari un riesling …
Peccato non avere il 2004, il 2003 e anche qualcosa di più vecchio. Ma lo faremo di sicuro, a costo di rovistare per ore nella cantina di Dino. In fondo lo sapevamo fin dall’inizio e siamo contenti di avere avuto ancora una volta ragione. L’arneis è veramente un bianco subdolo e ingannatore: esplode alla grande, poi sembra cedere ed invece inizia una nuova e lunga vita. La sua evoluzione, ancora poco conosciuta da molti, è evidente col passare degli anni. E risente poco di annate più o meno prestigiose. Un “trend” chiaro e deciso, che le caratteristiche delle differenti vendemmie scalfiscono appena.
E’ ora di dedicarci ai bambini, ai loro giochi e alle chiacchiere più diverse e futili. Nel frattempo, il livello del vino nelle bottiglie diminuisce sempre di più. Nessun problema: abbiamo molte ore davanti a noi … E il cielo è sempre più blu!
Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...
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