Proprio mentre sto scrivendo un libro sui “due volti dell’alcol” (una specie di testamento spirituale delle mie battaglie alla Don Chisciotte in favore delle meraviglie del vino e contro il regime vigente, sempre più proibizionistico) è entrata in vigore la nuova legge che obbliga i locali pubblici, aperti oltre la mezzanotte, a rifornirsi di etilometri. La solita ipocrita visione di comodo ha fatto gridare di gioia i benpensanti che credono sempre e comunque ai dogmi televisivi e mediatici. Finalmente sapremo se potremo guidare oppure no. Che gesto stupendo e gentile da parte dei sensibili legislatori.
Avete voglia di analizzare insieme a me la questione più da vicino? Innanzitutto questa operazione porterà un giro d’affari enorme a chi costruisce e vende le “macchinette”. Non per niente si è già scatenata una corsa ai prodotti scontati, da parte - guarda caso - proprio di una fetta di addetti ai lavori che, per il mestiere che fanno, dovrebbero difendere la bevanda di Bacco e non schiacciarla ancora di più. Ma quando ci sono i soldi di mezzo, chi se ne frega del vino? E poi hanno alibi fortissimi: “Noi lo facciamo per fare bere in modo consapevole, per far guidare in sicurezza, per far gioire delle delizie di un bicchiere sempre più vuoto!” Le coscienze sono state lavate, il popolo, noi tutti, presi sempre più in giro e irretiti da visioni buoniste, costruite tra gli sghignazzi di chi sogna già nuovi e facili guadagni.
Utili sempre più alti, perché i locali DOVRANNO comprare assolutamente gli etilometri e con i loro soldi. Un’altra stupenda via per far passare denaro dalle tasche di chi lavora a quelli di chi aspetta comodo e tranquillo. Tuttavia, questo giro di vite potrebbe essere la fine della tirannia dell’etilometro e vi spiegherò più tardi il perché.
Innanzitutto alcune ovvie considerazioni. Se non funzionano scientificamente gli etilometri ufficiali da settemila euro, non lo faranno sicuramente quelli molto meno cari. In ogni caso, come tutti dovreste sapere, per avere una certa garanzia di aver eliminato l’alcol residuo che avete in bocca e che farebbe salire alle stelle il risultato della moltiplicazione dell’amico fattore di conversione, deve passare almeno mezzora (anche se non è assolutamente vero, perché è stato provato che “qualcosa” può rimanere molto più a lungo). Quindi, questo è il tempo che dovrete aspettare per farvi la prova nel ristorante o nel bar prima di affrontare i controllori ufficiali che vi attenderanno sempre più numerosi sulle strade, al pari di avvoltoi in attesa delle loro prede.
Perciò, nessun ammazza caffè oppure vi toccherà una specie di quarantena al tavolino o in qualche stanza-carcere debitamente preparata per i malefici presunti colpevoli. Passato il tempo teorico, vi sentirete sicuri se tutto risulterà negativo oppure, se non lo fosse e non aveste con voi una moglie o una fidanzata “schiava”, costretta a non bere per fare l’autista, dovrete aspettare ancora un po’ di tempo nel locale, con grande e ovvia gioia del proprietario.
Infine sarete pronto a uscire. Ma vi avranno dato un documento UFFICIALE che dimostri la vostra completa sobrietà? Non credo proprio, dovrete fidarvi della precisione (mi scoppia da ridere) del trabiccolo che avete usato nel locale. Sarete sicuramente fermati dopo poco - sono pronto a giurarci - dalle Forze dell’Ordine. Teoricamente basterebbe che voi gli mostraste quel documento che vi hanno rilasciato nel bar o nel ristorante. Sarebbe il minimo. Ma sicuramente non ve lo daranno mai, anche perché sono quasi certo che non è dovuto per legge.
Conclusione? Vi rifaranno la prova e tutto potrà succedere. D’altra parte, chi ha voluto leggere i dati che ho fornito da mesi e mesi, avrà compreso che il valore dell’etilometro può sbagliare anche di oltre il 50%. A causa del modo con cui soffiate, della temperatura corporea in quel momento, dall’agitazione che avete, dell’etilometro usato, e via dicendo, potranno trovarvi valori completamente diversi di quelli ottenuti poco tempo prima. Non avrete quindi nessuna sicurezza che il tasso alcolico ottenuto dentro al locale sia simile a quello ottenuto dalle Forze dell’Ordine.
Ne segue che il vostro sicuro e protettivo valore che vi dava tranquillità, potrete mettervelo sotto le scarpe. Sarete comunque condannati e non potrete certo rifarvi sull’aggeggio truffaldino del ristorante o del bar. Conterà solo la vostra parola o al limite un banale scontrino (se ve lo daranno) che non avrà sicuramente valore legale. Dopo il danno la beffa. Sia per voi che per i proprietari dei locali che avranno speso soldi che non sono serviti a “salvare” i clienti.
C’è il solito buonista di turno che ha già detto: “Ebbene, per essere veramente sicuri cercate di bere ancora meno, magari il 50% in meno di ciò che vi darebbe un valore teoricamente accettabile”. Anche così non sareste del tutto sicuri: basta fare un po’ di conti tra gli errori dell’etilometro ufficioso e di quello ufficiale. E poi, comunque, questa ulteriore riduzione vorrebbe dire “guardare”, più che bere il vino.
Insomma, concludendo, questa la semplice situazione che vi aspetta: spese maggiorate per gli esercenti di locali pubblici, tempi di attesa lunghissimi, rischi praticamente immutati, soldi in aumento nelle tasche degli affaristi e dello stato. Nel frattempo, droghe, sballi, psicofarmaci, alta velocità continueranno a rimanere fuori dai giochi o tranquillamente nascosti nelle pieghe dell’alcol assassino, o meglio del vino assassino.
Perché, però, dicevo che forse è l’inizio della fine? Pur fidandomi poco del mio simile sempre più timido, pauroso, impreparato e frastornato dalle parole ripetitive dei media, spero ancora che chi uscirà da un ristorante, tranquillo, dopo aver bevuto una goccia di vino sempre più piccola (avete notato che in questi giorni si parla solo di vino e non di cocktail da sballo uniti alle droghe) e verrà condannato comunque dall’etilometro ufficiale, cominci veramente ad arrabbiarsi. Magari spronando gli avvocati a studiare a fondo la questione oppure convincendo i giudici più seri e onesti.
Un incitamento alla ribellione? Forse, ma temo che non rimanga altro da fare. La volontà di guadagnare ancora di più da parte di un numero sempre crescente di “furbetti del quartierino” si potrebbe tramutare in un boomerang.
Penso, anzi sono sicuro - con gran piacere dei moralisti a tutti i costi - che questo sarà l’ultimo articolo che scriverò sull’etilometro. Di più non potevo fare e i risultati sono stati troppo scadenti. Me ne dispiace, ma a sessantacinque anni ho mille altre cose più interessanti e stimolanti a cui dedicarmi. Lascio ad altri il testimone e passo le consegne.
Tuttavia, vi comunico, con grande piacere, che avrò come ospite personale il prof. Hlastala dal 27 al 29 novembre prossimi, durante la sua visita a Castiglione Falletto per il Boroli Wine Forum del 26 novembre. Comunque andrà la questione, sento il dovere di ringraziarlo a nome personale e di tutti coloro che mi hanno creduto e seguito, per la sua professionalità, disponibilità e sincerità.
Lui, malgrado sia un luminare a livello internazionale, non ha avuto e non ha paura di dire le cose come stanno. Forse vive in un paese leggermente più democratico del nostro? Non so… Sicuramente avrò un amico in più.
Nota Bene: tutto ciò che ho scritto in questo articolo è frutto solo e soltanto delle mie ricerche e descrive la personale visione e convinzione dell’intera problematica. Non rispecchia in alcun modo il pensiero della redazione di questo magnifico sito. Me ne assumo, quindi, tutta la responsabilità.
Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...
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Inserito da Danilo Bruzzone
il 14 novembre 2010 alle 12:27altrimenti lo stupendo calice di Soave Classico che stavo sorseggiando per aperitivo, mi sarebbe andato di "traverso"..!
Come sempre Enzo sà con poche parole e con la "scenografia giusta" (....mai il Don Chischiotte è stato più esplicativo!!!..), evidenziare l'essenza delle cose..!!!
Con questa mia, vorrei quindi anzitutto esprimere ad Enzo, la solidarietà, amicizia, stima e riconoscenza anche come appassionato di vino, ma più che altro come cittadino che vuole essere consapevole di "Tutto"...
Insegno da quasi trent'anni in una scuola alberghiera, ho seguito corsi del Prof. Giacosa, partecipato a incontri con altri dottori (anche del SERT di S.Martino di Genova)..come dire ho sentito anche il "rovescio della medaglia" , dal consumo consapevole all'abuso di alcool "inconsapevole"..chi vuole può essere informato sui vari tipi di danni o problemi che può creare l'alcool..
Ma, in realtà non ho mai avuto il piacere di accorgermi di una qualche sistematica attenzione da parte dei "poteri" sulla questione alcool e salute nelle Scuole, ciò vale dall'alto verso il basso, quindi dal Ministero ai vari Enti locali e Agenzie o similia varie..non mi vengano a dire che qualche pubblicazione sporadica e propagandistica, equivalga ad un avvio serio per l'educazione alla salute in rapporto ad alcol e abitudini alimentari...spero che fuori Genova le cose vadano meglio..
Ho detto questo, perchè un "attegggiamento" alla fonte del genere (se non si inizia in età scolastica a trasmettere le informazioni "importanti" per la vita, quando si iniza?), non poteva che creare l'attuale atteggiamento "punitivo-lucrativo" a cui siamo soggetti...
Ed è triste sentire la delusione da parte di chi più si è prestato ed esposto per una battaglia per una giusta causa, una battaglia che vorrebbe sanare un 'ingiustizia che non è solo "tecnico-legale", ma morale e culturale..
Mi sà caro Enzo che siamo proprio destinati a rimenre il paese dei "furbetti" e di quelli che sperano che le "cose" capitino solo agli altri..controllo del Truffa-etilometro compreso!!!!