Lo sapete, siamo a pochi giorni da TerroirVino e la mia attenzione lato editoriale si abbassa di molto in questo periodo. Questa mattina mi scrive Alessandro Morichetti di Intravino per contestarmi modi e frasi di un articolo scritto da Vincenzo Zappalà su TigullioVino che per correttezza, non essendo al corrente della vicenda, decido di rimuovere temporaneamente e preventivamente. Dopo qualche minuto, aggiornatomi sulla vicenda e letto l'articolo di intravino a cui faceva riferimeno Zappalà, verifico che nel pezzo di Enzo ci sono oggettivamente passaggi eccessivi, alcuni dei quali approssimativi, e sebbene non sia perfettamente al corrente di tutta la vicenda per i problemi sopra indicati, lo invito a riscriverlo con più attenzione e pacatezza perché se da un lato lo conosco bene come persona impulsiva, dall'altro conosco quanto sia grande il suo amore per il vino e la sua passione smisurata che a volte lo porta ad agire con frettolosità. E poi qui hanno sempre potuto parlare tutti, senza censure, se posso con una piccola aggiustatina dare una mano a qualcuno a dire il suo pensiero - che non devo necessariamente condividere - senza doversi beccare una querela, lo faccio volentieri.
Decido quindi di invitarlo a riscrivere il pezzo, attenendosi esclusivamente ai fatti e di contestare quello che del pezzo di Morichetti non gli andava giù, senza troppo indulgere a considerazioni personali e commenti inutili. Quello che segue è il risultato del mio colloquio con Enzo, cioè il pezzo, epurato degli eccessi e riscritto in un modo che credo possa essere condivisibile o meno ma non è certo lesivo per nessno.
Torno a TerroirVino, buona giornata.
Filippo Ronco
Leggo con una buona dose di tristezza un articolo che è apparso su sito web di Intravino. Innanzitutto, mi soffermo sulla parola che viene inserita nel titolo con grande arroganza ed una qualche superficialità: parassita. Andando su un qualsiasi dizionario della lingua italiana si trova la seguente definizione di parassita: “dicesi di organismo animale o vegetale che vive a spese di un altro (ospite) o meglio -in senso figurato- persona non produttiva, socialmente inutile o dannosa, che vive alle spalle altrui e che sfrutta il lavoro degli altri”.
Bene, quella parola "parassiti" e "parassitismo" in particolare, è stata associata da Alessandro Morichetti di Intravino a Domenico Clerico, uno dei grandi uomini che hanno fatto la storia del barolo per aver ospitato a casa sua una cena con i produttori di Langa In nel contesto di Nebbiolo Prima, sfruttandone così in qualche modo l'indotto.
Dare del parassita a un uomo che ha trascorso una vita a lavorare nelle vigne, a seguire il vino come e più di un figlio, a cercare di portare il barolo tra le stelle internazionali, a faticare giorno dopo giorno a contatto della natura, a soffrire e superare prove che il destino si è divertito con accanimento a mettergli davanti, è non solo un’eresia, ma una provocazione priva di fondamento.
Ancor meno comprensibile l’esternazione dell’individuo (Morichetti preferisce farlo restare nell’anonimato) che in un post su facebook ha dato il via all’articolo di Intravino. Questo anonimo personaggio dice, tra l’altro, testualmente: “La mancanza di classe nei vini la ritrovi nelle azioni. L’assaggio alla cieca è impietoso e fa paura, il resto sono ciance.”
La verità è ben altra e basterebbe conoscere anche solo minimamente Domenico, il suo stile, la sua forza e la sua onestà umana per comprenderla: egli non ha partecipato a Nebbiolo prima per motivi personali, probabilmente perché stufo di un mondo che a volte parla tanto e non sempre a ragion veduta. Clerico a mio parere non ha bisogno di giudizi, di adulazioni o stroncature: il suo vino parla per lui.
La famosa cena parassitaria è stata organizzata da Langa In e molti suoi componenti hanno partecipato a Nebbiolo Prima. Erano quindi tra coloro che hanno contribuito a ospitare a proprie spese i giornalisti e i “buyer” presenti alla serata. Domenico ha messo solo a disposizione, su richiesta dei colleghi, la sua cantina. Non perché “faraonica”, come ho letto su Intravino, ma perché una delle poche sufficientemente grandi per accogliere un numero così elevato di ospiti.
Inoltre, durante la serata, non si sono assaggiati i vini sotto esame (2008) a Nebbiolo Prima, ma bottiglie del 2002, una delle tante annate distrutte duramente dai critici professionisti. Ho sentito il profondo desiderio di ri-scrivere questo pezzo di rettifica su un avvenimento giudicato in modo erroneo e quanto meno approssimativo. Se non altro, per rispetto verso quanto di grande ha fatto Domenico per il vino, per la sua storia e la sua cultura.
Ciò non di meno mi scuso se nella prima versione del mio pezzo, nella foga, abbia ecceduto nei toni, anche se gli insulti a Domenico rimangono indiscutibili...
Enzo Zappalà
Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...
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Inserito da Luigi Bellucci
il 29 maggio 2012 alle 19:57Ho letto il pezzo di Enzo
Ho letto "l'articolo"
Gianni Brera avrebbe parlato di "masturbatio grillorum"
In sintesi mezz'ora di noia!