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Basta agire per tempo, di Enzo Zappalà

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Basta agire per tempo

di Enzo Zappalà

Su un pianeta della lontana galassia di Andromeda, il vino, questa ignobile e peccaminosa bevanda, è riuscito a dare il via a una nuova filosofia di vita in grado di bloccare sul nascere la criminalità e la perversione. I risultati sono stati realmente meravigliosi.

Il mondo, nel suo ventunesimo secolo, era giù riuscito ad andarci molto vicino, ma il vero successo si ottenne solo nella primavera del 2103. La più grande istituzione mondiale per la pace e il progresso (PIPI) decise di adottare le legge che la nazione di Pappolandia aveva già brillantemente applicato alla fine del secolo precedente. Si faceva riferimento ad essa con la sigla, ormai diventata di uso comune, PNP (Prevenzione, Non Punizione”).

Tutto era cominciato all’inizio del nuovo millennio, quando in Pappolandia si intervenne drasticamente sulla ignobile abitudine di bere l’alcol e in particolare il vino. La modalità di azione cambiò drasticamente rispetto a quanto si faceva normalmente, aprendo così la strada verso un futuro ancora più roseo per una nazione che stava già attraversando uno dei momenti più etici e morali della sua travagliata esistenza. La legge, e non solo quella applicata alle regole della guida, aveva sempre commesso un errore madornale: “Puniva coloro che avevano commesso un reato e la pena cresceva in funzione della gravità del misfatto”. Ciò era sempre sembrato del tutto logico e razionale. Chi rubava una mela o magari s’infiltrava di nascosto nel retrobottega di un ristorante in preda alla fame, veniva giustamente punito con il massimo della pena e la scontava fino alla fine in un’ immonda cella in compagnia di altri sessanta malfattori come lui. Chi invece aveva frodato lo Stato e quindi le tasche dei cittadini, rubando miliardi e miliardi, quando veniva arrestato (fortunatamente, però, capitava di rado), si sentiva ovviamente subito male e poteva scontare la pena (sempre che gli fosse data) nella sua villa in montagna o al mare. Era poi rilasciato dopo tre mesi di buona condotta.

Tuttavia, Pappolandia aveva sempre bisogno di altri soldi da prendere ai poveri per dare ai ricchi, che sapevano veramente come utilizzarli. Bisognava quindi fare ancora di più, trovare un male supremo da combattere con la massima severità e con il massimo utile possibile per le sacre istituzioni. In Pappolandia si beveva ancora il vino, il fiore all’occhiello del suo commercio. La mannaia venne allora calata su di lui. Ma con una nuova e sottile filosofia: non si doveva più colpire chi aveva causato un incidente, ma chi avrebbe potuto causarlo. La legge fu un successone, anche se si dovettero utilizzare delle subdole macchinette che non riuscivano a funzionare, ma che costavano carissime. Poco male, i soldi si sarebbero recuperati in fretta. Ormai le Forze dell’Ordine non inseguivano più i criminali, ma erano piazzate 24 ore su 24 lungo le strade di ogni ordine e grado per riscontrare il tasso alcolico di tutti coloro che cercavano di raggiungere casa o il posto di lavoro. Anche se uno sembrava lucido e tranquillo veniva immediatamente punito senza via di scampo. La macchinetta era stata tarata nel miglior modo possibile.

Una ciliegia, però, tira l’altra e Pappolandia ci prese gusto. Si cominciò con i discendenti (fino ai cugini di settimo grado) di ogni ladro e assassino. A questi potenziali criminali vennero tagliate le mani fin da bambini. Meglio degli sgorbi che dei futuri malfattori. Vi erano infatti buone probabilità che lo potessero diventare. Un noto psicologo televisivo aveva infatti dimostrato che la criminalità era una specie di malattia ereditaria. La scoperta gli recò fama e onori e gli fu addirittura regalato un intero “harem” di 187 bellissime fanciulle.

Analogo trattamento fu riservato agli immigrati: se non erano ancora ladri e assassini lo sarebbero sicuramente diventati. Poi si passò al taglio degli attributi maschili. Il metodo migliore per evitare le ignobili violenze sulle donne. Prevenire era meglio che punire. Si decise di adottare questa strategia solo ai poveri. In tal modo si liberavano moltissime donne che avrebbero accontentato i ricchi. proprio quelli che, poverini, si sacrificavano ogni giorno a inventare nuove leggi.

La mancanza di mani cominciò però a far diminuire il numero di braccia per i lavori più umili. Si decise allora di intervenire sugli occhi, rendendo ciechi coloro che avrebbero potuto peccare in futuro. Poi si lavorò sulla laringe e sulle orecchie. In un popolo di sordi, ciechi e muti, chi veniva trovato con questi organi ancora funzionanti veniva costretto a pagare una multa terribile e poi messo in linea con gli altri.

Pappolandia arrivò al secolo successivo invidiata da tutto il resto del mondo. I ricchi avevano ormai il 99% delle risorse monetarie, dei beni di consumo e degli immobili. I poveri, che in fondo erano solo il 99% della popolazione, sopravvivano abbastanza bene, anche perché ormai ben pochi potevano vedere, sentire e commentare ciò che stava succedendo intorno a loro. Fu quindi ovvio che il PIPI decidesse di fare sua questa rivoluzionaria, ma eticamente ineccepibile, filosofia di vita. il nuovo secolo iniziò con i migliori auspici in un mondo senza più crimini e criminali.

Peccato che tutto ciò non capiti sulla Terra, ma sul lontanissimo pianeta di Truffax IV.

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Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...

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