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Azienda Rizzi: il barbaresco si fa in quattro, di Enzo Zappalà

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Azienda Rizzi: il barbaresco si fa in quattro

di Enzo Zappalà

Quando si parla di Ernesto Dellapiana, “patron” del’Azienda Rizzi di Treiso, si potrebbe dire la famosa frase: “O gli si vuol bene oppure lo si odia”. Niente di più sbagliato. A prima vista, il carattere è quello duro, senza fronzoli, senza mezze tinte. Può sembrare burbero, perfino aggressivo. Che errore si farebbe a giudicarlo in fretta! All’età di sessantacinque anni, con una certa esperienza di uomini e cose, posso dirlo tranquillamente: Ernesto è una delle persone più sensibili, care, buone, che abbia mai conosciuto.

Avete presente i bambini? Possono anche essere incostanti, litigiosi, polemici, eppure rimangono puri e veri. Tutti dovremmo essere un po’ bambini e io faccio di tutto per rimanerlo nella mia essenza più intima. Ed è per questo che voglio un gran bene a Ernesto. Mi ricorda certe splendide figure del teatro di Goldoni (ma oggi chi ricorda più il grande commediografo veneto?), in cui la spigolosità era solo un modo per coprire la parte migliore, quasi ci fosse paura di farla scoppiare. Ernesto è persona limpida e umile, pronta a recepire dagli altri, ma altrettanto rigoroso nel comunicare le proprie certezze ed esperienze. Io chiamo entrambe le cose “umiltà culturale”. Così come dobbiamo essere pronti a imparare sempre e dovunque, altrettanto abbiamo l’obbligo di esprimere e combattere per le proprie idee, verificate da anni di battaglie, e di condividerle sinceramente e lealmente con gli altri.

Ernesto è così: un bambino non più giovanissimo, ma con le emozioni e l’entusiasmo dei più piccoli. Non per niente è il Presidente del Circolo TIRSO, che rappresenta benissimo sotto svariate sfaccettature. Come tutti i “bambini” a volte va sgridato bonariamente, fermato nelle sue esternazioni, contrastato con dolcezza, ma si è sicuri del risultato finale: i veri “bambini” non riesco a mentire e a nascondere i sentimenti più profondi e veri. Grande Ernesto e grande la sua famiglia, a cui sicuramente ha dato molto di sé.

La bellissima e dolce Jole gli ha regalato un bellissimo “giocattolo”, il nipotino Jacopo che sa benissimo come ottenere tutto dal nonno. Soprattutto perché entrambi hanno la stessa ingenuità festosa e coinvolgente. Jole non è però solo la mamma di Jacopo, ma anche un fondamentale tassello, insieme a Lia, della gestione commerciale e di immagine dell’Azienda. L’atletico e sempre cordiale Enrico, che unisce alla passione per la terra del papà una preparazione eccezionale e una serietà da antologia, è il vero motore portante della realtà vinicola. In disparte (ma solo apparentemente) Lia, che sa come guidare e tenere a freno il suo spumeggiante marito. Lo sguardo di tenerezza, di amore e di pazienza che assume mentre lo guarda durante le sue esternazioni dialettiche dirompenti sul vino, sui pannelli solari o sulla vita di tutti i giorni, la rende profondamente umana e ne fa la compagna ideale. Ed Ernesto lo sa benissimo, anche quando la vede scrollare un po’ la testa!

Con degli amici così come si fa a parlare di vino e a giudicarlo freddamente e tecnicamente? Io faccio grande fatica (forse perché non sono un esperto) e solo con uno sforzo particolare riesco a convincermi che il mio giudizio è sincero e indipendente da sentimenti umani, che comunque devono mantenere il loro valore fondamentale. Tuttavia, i vini parlano da soli. I barbaresco della Cantina Rizzi sono veramente la quintessenza delle colline affacciate al Tanaro e riescono a fondere le caratteristiche più pure del vero nebbiolo. Dal base al Boito, al Nervo-Fondetta, per concludere con il Pajorè dobbiamo toglierci tanto di cappello. Ognuno esprime una sua personalissima caratteristica e tutti insieme offrono uno stupefacente e completo quadro del caleidoscopio di profumi e di aromi che il barbaresco sa regalare: severità, eleganza, signorilità, spessore e struttura. Le stesse emozioni che vengono riflesse dalla famiglia “Rizzi” Dellapiana.

Nessuna barrique a “sporcare” le qualità più sincere e dirompenti del grande vitigno piemontese che deve essere sé stesso, come Ernesto, senza falsi veli che tentino di mascherarlo dietro a mode sempre cangianti. Diamo comunque a Cesare quel che è di Cesare. Il salto veramente notevole avuto negli ultimi anni dai vini dell’azienda, da sempre comunque buoni e perfettamente corretti, lo si deve in buona parte alla vivacità professionale di Enrico, inseritosi profondamente nella gestione della cantina, in perfetta simbiosi con la cultura e l’amore della vigna tramandatagli dal papà (Ernesto, non mi picchiare!). Che splendida coppia, anche quando bisticciano! E i risultati sono davvero stupefacenti.

Che meraviglia iniziare la degustazione dal Rizzi base (e chiamiamolo base…) per passare alla finezza del Nervo-Fondetta, proseguire con la severità austera del Boito e poi concludere con quel mix di eleganza e potenza che è il Pajorè. Tuttavia, anche variando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Emozioni complesse, simili tra loro eppure completamente diverse. Senza contare il fresco e succoso chardonnay, l’ottimo dolcetto e la signorile barbera. E che dire del Frimaio, le cui etichette sono disegnate dallo stesso Enrico? Un moscato da vendemmia tardiva di rara freschezza e intensità. Tutti vini che sanno esprimere perfettamente la splendida realtà del territorio del barbaresco, ma soprattutto offrono un perfetto esempio di simbiosi tra terra, uomo e lavoro.

Grazie Lia, Jole, Ernesto e Enrico!

Azienda Vitivinicola Rizzi
Località Rizzi 15, 12050 TREISO (CN)
Tel. 0173 638161 Fax 0173 638935
email: cantinarizzi@cantinarizzi.it
pagina web: http://www.cantinarizzi.it/

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1 Commenti

Inserito da Giammichele Mion

il 15 dicembre 2010 alle 07:51
#1
Bevo i vini di dellapiana da diversi anni ed ho potuto notare come nelle ultime annate ci sia un miglioramento continuo e costante nei loro barbareschi ma anche in tutta la gamma. Penso che con un adeguata pubblicita' ed un ultimo piccolo salto di qualita' possano diventare una delle prime aziende in assoluto delle langhe.

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Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...

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