Di tutte le erbe un fascio? No, però… (rivolto ai (pochi) veri esperti)
In un mondo in cui non si fa più niente senza un ritorno economico o di immagine è certamente difficile comprendere cosa mi possa stimolare ad assumere la posizione scomoda e facilmente “antipatica” di critico dei critici. La risposta è molto semplice: una vera, sincera, profonda passione per il vino, inteso come essenza culturale, emozionale e affettiva. Dietro ad esso vedo un gesto meraviglioso della Natura e uno altrettanto prodigioso dell’uomo. Non si può non esserne affascinati.
La mia è quindi una specie di battaglia contro chi cerca di snaturarlo e di renderlo prodotto su cui svolgere la propria attività più o meno lucrosa, condita di superbia e arroganza.
Dopo vari attacchi a guide ed elenchi, mi è stato fatto un appunto più che giusto: “Stai facendo di tutte le erbe un fascio!”. Sì, probabilmente è vero e cercherò quindi di “distinguere”, non senza però lanciare un accorato appello.
Vi rendete conto che in Italia ci sono di gran lunga più esperti e giudici del vino che denominazioni di origine controllata? E, riguardo a questo discorso, siamo veramente insuperabili (forse un giorno ogni pianta di vite avrà la sua DOC…). Come per il calcio, il numero di chi sa tutto, giudica e valuta, dà punteggi, si erge a critico illuminato, è praticamente infinito. Ognuno vuole dimostrarsi migliore dell’altro ed è pronto a insultare, creare polemiche, fare “gossip”, mostrare spudoratamente arroganza, solo e soltanto per ritagliarsi un posto al Sole e venire invitato, riverito, coccolato, seguito come un Messia. Sfruttare in tutti i modi il lavoro “vero” di altri.
Parliamoci chiaro, signore e signori! I veri esperti italiani, coloro che fanno giornalismo e divulgazione per aiutare e migliorare la conoscenza del frutto dell’uva, si contano -forse- sulle dita di due mani. A me ne basta sicuramente una… Ben pochi possono essere considerati professionisti, seri, coscienziosi, motivati. Gli altri no, sono avvoltoi assetati di visibilità, di autorità, di potere da Pulcinella. Non sanno nemmeno cosa vi è nel bicchiere, come nasce, come si trasforma eppure si sentono autorizzati a emettere giudizi e sentenze inappellabili, attraverso rituali e parole che spesso cadono nel ridicolo.
Chi non è in grado, come me, di valutare professionalmente (e il vino è cosa comunque non giudicabile oggettivamente) si limiti ad amarlo, a descriverlo nei suoi risvolti più vari e emozionanti, ma non pretenda di giudicare e di creare seguiti di adepti e adulatori. Pensate siano veramente necessarie e utili decine di guide o pseudo tali? O anche solo lunghi elenchi di giudizi seguiti da punteggi e dalle solite banalissime parole? Non sarebbe meglio raccontare storie, emozioni, brani di vita vissuta, spezzoni di meraviglie naturali, sensazioni discrete o esaltanti?
A questo punto, permettetemi di fare un appello ai veri professionisti, quei pochi che hanno maturato le giuste capacità per esprimere giudizi, pur sempre soggettivi, ma di una certa autorità scientifica e sperimentale.
Perché accettate con indifferenza il corteo infinito di falsi sapienti che vi circonda? Perché non alzate la voce nei loro confronti e mostrate agli appassionati l’inutilità di questi personaggi falsi e ipocriti? Attaccateli con le giuste prove e motivazioni, metteteli alla berlina. Non posso assolutamente credere che centinaia di esperti, di commentatori, di logorroici ripetitori di luoghi comuni abbiano la professionalità per comprendere, divulgare e soprattutto valutare una materia straordinariamente complessa come quella legata al vino e alle sue emozioni.
I dilettanti restino appassionati e non ambiscano a diventare protagonisti a tutti i costi: fanno solo del male al vino, ai suoi artefici e a coloro che vorrebbero apprendere con giusta umiltà. Voi che sapete, uscite allo scoperto e rinnegate chi sul vostro “amato” vino lucra e svolge opera di puro interesse personale sia mentale che materiale. Non si può sempre tacere e chiudere gli occhi. E non ditemi che ognuno è libero di esprimere le proprie idee. Sarebbe sacrosantamente vero se queste non deformassero una meravigliosa creatura naturale e umana come il vino.
Sareste d’accordo se centinaia di incompetenti decidessero di valutare e criticare le ricerche sulla fisica delle particelle o un’opera d’arte o il vostro stesso lavoro professionale? Eppure è quello che accade e che voi permettete che accada. Rifletteteci sopra, battete un colpo, e giuro che non vi romperò più le scatole…
Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...
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Inserito da Andrea Nucci
il 10 ottobre 2011 alle 15:17Per il resto condivido quasi tutto, a parte questa frase:
"Non sanno nemmeno cosa vi è nel bicchiere, come nasce, come si trasforma"
Quello che si valuta, in fin dei conti, è sempre il prodotto finale, personalmente mi interessa conoscere le fasi intermedie di lavorazione solo quando mi imbatto in una piacevole sorpresa
Ciao
Andrea