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Ristorante Antico Uliveto, un menù da gustare e una lotta da condividere., di Enzo Zappalà

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Ristorante Antico Uliveto, un menù da gustare e una lotta da condividere.

di Enzo Zappalà

Tra la via Aurelia e la costa toscana (piuttosto monotona oltre che super affollata) che va dal Magra a Viareggio chi la fa da padrone è sicuramente il cemento. Edifici banali e ville padronali hanno lottato con ogni mezzo per contendersi e invadere un suolo ricco di storia e tradizioni. E ci sono riusciti egregiamente. L’aspetto dei centri balneari che si susseguono senza interruzione fa il paio con la lunghissima spiaggia: nessun segno di vivacità e di diversità. Tutto è uguale e ripetitivo. Tuttavia, a molti il mare piace così. E non sarebbe un gran problema se uno non cercasse di tornare indietro nel tempo. Gli stimoli per affrontare questo arduo problema mentale sono pochi e bisogna andare oltre la Via Aurelia, verso le Apuane, per ricordarsi che questa è terra antica, satura di arte e di storia.

Restano, comunque, alcune opere d’arte della Natura che cercano di gridare la loro verità con un filo di voce che va sempre più abbassandosi. Sono i secolari olivi quercetani, già celebri al tempo dei romani e spettatori imparziali di importanti eventi storici ormai dimenticati.

Oggi sono considerati solo ingombranti. Molti vengono abbattuti per far posto a nuove strade e a nuove costruzioni: altri smembrati per diventare brace e infine cenere: altri ancora sradicati e portati ad abbellire i giardini dei più facoltosi, al pari di una tigre in un piccolo zoo di provincia. Effimero piacere estetico in attesa di una fine impietosa, quando il bel gioco non diverte più. Ma loro, i grandi vecchi (alcuni raggiungono un’età di qualche secolo), sono ancora là, anche se decimati e strappati dall’antica vita in comune. Relitti isolati, spaventati e depressi, in attesa di un miracolo che al mondo odierno interessa ben poco.

Chi alza gli occhi dal suo cellulare ultimo modello e si rende conto della presenza di questi fossili viventi? Ben pochi, sicuramente. Non tutto è perduto, però. Proprio a due passi dall’Aurelia, dove il traffico e il rumore si fanno assordanti vi è una piccola “porta del tempo”. Come astrofisico le riconosco subito. Sono sparse un po’ ovunque, ma quasi impossibili da localizzare, proprio come i buchi neri. Una volta superato quel confine, però,la realtà sembra cambiare. Il cemento si trasforma in foglie e silenzio e gli ulivi sembrano sorridere dandovi il benvenuto. Siete entrati nel giardino del ristorante Antico Uliveto, nella zona pianeggiante di Seravezza, un’oasi impensabile fino a pochi metri prima.

Avete forse invertito la freccia del tempo? Siete usciti in un altro Universo? Vi aspettate da un momento all’altro che arrivino gli alieni? Magari sono proprio quegli alberi che sembrano gioire protetti in quel giardino incantato. Non sbagliereste di molto. Dopo gli scempi compiuti negli anni, dove migliaia di olivi sono stati sacrificati alle esigenze della modernità, la visione che vi si pone davanti sembra proprio aliena.

I proprietari vi riportano alla realtà. No, non sono extraterrestri, ma le loro parole mantengono immutato il senso di pace e la commozione che vi avevano colpito entrando in quella porta speciale. La lotta che stanno portando avanti contro l’esecuzione sommaria dell’olivo quercetano è dura ma continua. Vi spiegano la storia e il valore di quegli alberi quasi muti nel loro isolamento sempre più tangibile. Li trattano come figli. Vi fanno capire che l’olio che ne deriva è una meraviglia che non si può perdere, che sa parlare al gusto, ma anche al cervello, arricchendovi di cultura (una parola che, malgrado tutto, esiste ancora).

Basterebbe solo questo per sentirvi felici di essere entrati in quell’oasi. E invece i piatti che potrete gustare al Vecchio Uliveto continuano a farvi vibrare di sensazioni ormai sempre più rare. No, non siete di sicuro in un luogo dove vale l’ormai radicata relazione: quantità x celebrità = costante. Per chi non ama la matematica è facile a spiegarsi. Più un locale diventa celebre per le spinte delle varie guide del settore, tanto più la quantità di cibo che vi viene servito tende a zero. A questa relazione si aggiunge quella ancora più seguita: più diminuisce la quantità e più il prezzo aumenta. Le due relazioni portano inevitabilmente alla conclusione che in quei locali pagate solo la celebrità e non il cibo. Lui è solo secondario e quasi inesistente. Stranezze della matematica e di una certa ristorazione italiana.

Al Vecchio Uliveto le cose non vanno così. Il cibo è ottimo, tradizionale e innovativo insieme, raffinato, ma – e qui sta forse l’unico difetto – servito in quantità gigantesche. Mentre gustate i vari manicaretti e scambiate qualche parola con i proprietari sempre gentili e coinvolgenti, vi accorgete che il vero re della tavola rimane l’olio che accompagna ogni piatto. Un olio che non si può perdere, che non può essere dimenticato. Gli ulivi del giardino sembrano ricordarvelo con un mormorio discreto e appena sussurrato che le giuste orecchie non possono non sentire.

Una menzione speciale all’amico più intimo dell’olio nella storia dell’uomo: il vino. La carta che vi offre il locale è immensa, accurata, completa, sia per quanto riguarda l’Italia che l’estero. E i ricarichi più che giusti, tali da permettervi anche annate non recenti di etichette importanti.

Chi volesse seguire o aiutare Cristina, Massimo e i loro amici nell’ardua impresa di salvataggio dell’olivo quercetano può andare sul sito: http://www.olivoquercetano.com/.

Per tutti, invece, una meta sicura è il ristorante, una gioia per i sensi e per la mente.


Ristorante Enoteca Antico Uliveto
Via Martiri di Sant'Anna, 76
Pozzi di Seravezza, 55047 Seravezza, Italia
Tel. 0584 768882
Email: info@antico-uliveto.it
Web: http://www.antico-uliveto.it/

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Astrofisico per 40 anni, ho da sempre coltivato la passione per il vino e per il mondo che lo circonda. Vedo di traverso la seriosità che...

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