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Schwazer e gli umanoidi, di Filippo Ronco

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Schwazer e gli umanoidi

di Filippo Ronco

Tutta questa cosa di Schwazer mi ha fatto molta tenerezza, non tanto per lo sportivo, che pure porterà la croce più grossa, quanto per l'uomo. Siamo in una società fatta di molta forma e poca sostanza dove conta di più una condanna esemplare ad uno che la sua vita non la vive affatto (almeno nel senso pieno del termine) per raggiungere e regalare risultati sportivi di massimo livello e dove prosciolti per prescrizione prosperano nelle camere della legge (sic!) da cui il fetore sale sempre più forte. E' un paese di soubrette, tette e culi, dove il gossip è entrato prepotentemente anche nel mondo dello sport (o viceversa, non importa).

No, non mi sento di condannare un ragazzo che spendeva la propria vita ad allenarsi, mangiare e dormire solo perchè sotto uno stress indotto da aspettative eccessive di pubblico, colleghi, entourage, compaesani e familiari non se l'è sentita di tirarsi indietro, di voltare pagina. Lo capisco molto invece. Se la lunga conferenza stampa che ho ascoltato per intero oggi è tutta sincera - e a me lo sembra, almeno in gran parte - siamo di fronte a qualcuno che è arrivato a doparsi come estremo gesto, laddove le pressioni psicologiche si sono fatte più forti e insostenibili, l'estremo tentativo di far felice chi credeva in lui a tal punto da non vederlo ormai logorato dentro.

Del resto, ha ammesso lui stesso che ormai era questione di puro agonismo, nessuna passione - questo mi ha colpito molto - puri gesti automatizzati forzati da un business dello sport che ci ha portato probabilmente ad arrivare al limite dell'umano agonismo. L'errore sta tutto qui, nel non saper accettare i nostri limiti e soprattutto quelli degli altri. Il limite c'è. Se il doping esiste è perché questi limiti non si vogliono accettare è perchè la società richiede sempre un po' più del massimo che puoi dare e perchè comunque se devi confrontarti agonisticamente con altri che ne fanno uso la lotta sarebbe impari. E' un loop catastrofico.

Mi è piaciuto molto quando Schwazer ha detto di volere soltanto essere un uomo normale, avere un lavoro semplice, tornare la sera a casa dalla mia famiglia e staccare la spina, magari dopo una birretta con gli amici.  Alla fine la serenità è l'anticamera della felicità e non pretendere poi molto dalla vita rende tutto più semplice. A Schwazer si è chiesto troppo, lui stesso si è chiesto troppo.

Ma quando hai già dato tutto, porti un nuovo limite, più alto, forse è un meccanismo automatico indotto, che se non ci sei non lo capisci. Io nelle sue parole ho letto un grido d'aiuto e forse questo gesto sconsiderato, in cui fondamentalmente non credeva, gli è anche servito per uscire da un vicolo che vedeva ormai cieco.

Un cin alla nuova vita, siamo uomini non umanoidi.

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4 Commenti

Inserito da Enzo Zappalà

il 10 agosto 2012 alle 08:04
#1
in linea di massima potrei anche essere d'accordo con te. Ma i pianti in diretta, le avventure in Turchia per recuperare il prodotto da solo, lo scaricare tutto sulla società e i suoi miti, ecc., ecc. sanno tanto di qualunquismo (una volta tanto ci cadi pure tu...). Sarebbe troppo facile perdonare, tanto c'è chi fa molto peggio. No, non si deve assolvere perchè ci sono tanti che lo fanno e e allora posso farlo anch'io. Questa è una visione banalizzata della vita. Nessuno ha obbligato l'atleta a fare quello sport. nessuno ha obbligato lo stesso atleta a continuare quando non aveva più motivazioni. Tuttavia, i soldi degli sponsor, la fama e l'applauso del pubblico sono droghe ancora più potenti. Si deve essere uomini prima di marionette in balia del sistema. E il povero altoatesino non si è dimostrato uomo, ma solo un quaquaraqua di sciasciana memoria. Mi spiace, ma nella vita si deve anche crescere e prendersi le proprie responsabilità. Se chi lo circconda è un ammasso di fango, non diventa comunque un alibi per rimanere bambini coccolati e incapaci di affrontare la vita. Un povero uomo, insomma, come tanti, che ha sbagliato e deve pagare.
I perdoni e le assoluzioni con la lacrimuccia lasciamola magari per chi non ha da mangiare e lotta tutti i giorni per sopravviveree e poi viene magari ricacciato in mare...

Inserito da Enzo Zappalà

il 12 agosto 2012 alle 08:23
#2
una piccola aggiunta ...

1) ho letto -con beneficio del dubbio- che la madre ha concesso un'intervista speciale a un giornale di gossip e si è fatta pagare...

2) scommettiamo che tra un anno o due il grande uomo altoatesiono si presenterà a ballando sotto le stelle o all'isola dei famosi o a qualcosa del genere?

Inserito da Mauro Bertocchi

il 14 agosto 2012 alle 11:24
#3
Sono sostanzialmente d'accordo con Enzo, dubito anche che la versione dei fatti fornita in conferenza stampa coincida con la verità, sicuramente c'è la volontà di coprire qualcuno, l'EPO non è aspirina e Schwarzer non ha le competenze mediche per gestirne la somministrazione. Lo sport moderno obbliga gli atleti a grandissimi sacrifici e ripaga con grandi soddisfazioni e lauti guadagni, proprio per questo chi bara non deve avere la nostra comprensione. Dispiace vedere un ragazzo in lacrime e non è giusto infierire, ma dopo quello che ha detto spero di non rivederlo in gara, magari a Rio 2016.

Inserito da Enzo Zappalà

il 17 agosto 2012 alle 06:40
#4
notizia di ieri...
pubblicità di uno dei tanti settiamnali-gossip: l'atleta altoatesino si confessa con noi e assicura il suo pentimento.
Ovviamente il tutto è stato fatto GRATIS...
Povero noi... meno male che è stato cacciato!! Non avevamo bisogno di nuovi eroi da gossip anche nello sport...

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Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...

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