Lo dicono e lo ripetono tutti, frutta e verdura sono i più naturali strumenti di benessere a nostra disposizione.
Una mela ti fa scoprire quanto è piacevole e naturale il sapore del benessere. Ogni giorno in tavola e sempre in giro con te, per offrirti una pausa leggera e stuzzicante. Gustosa, ricca di acqua, minerali, fibre e vitamine, aiuta a prevenire l’invecchiamento e molte malattie. Insomma, una mela è un vero toccasana: energia dolce allo stato puro. Ma non solo. Studi scientifici effettuati in Italia e all’estero, dimostrano che il consumo regolare di frutta può aiutare a prevenire l’invecchiamento, le malattie vascolari e alcuni tipi di tumore. La mela ha in comune con altri frutti il fatto di contenere fibra e sostanze con attività antiossidante, che proteggono l’organismo dai danni riconducibili ai radicali liberi. La mela è un’ottima fonte d’acqua, fibra e micronutrienti (vitamine e sali minerali). Ideale a fine pasto, è perfetta anche come snack o come merenda, perché sazia senza appesantire, aiutandoci a mangiare di meno. In più è facile da conservare, ha un corso moderato ed è disponibile tutto l’anno.
Fare un uso abituale di questo alimento alla fine del pasto o durante una pausa di studio o di lavoro non solo gratifica i sensi e arreca nutrimento, ma stimola una serie di azioni benefiche per il nostro organismo e pulisce i denti, grazie all’azione della sua polpa granulosa e dei suoi composti antiossidanti. La fibra alimentare, contenuta nella mela e in altri tipi di frutta, svolge una serie di azioni benefiche per l’organismo. In particolare, oltre ad aiutare il raggiungimento del senso di sazietà, fornisce materiale nutritivo alla flora batterica “benefica” nell’intestino (effetto prebiotico), facilità il transito intestinale e sembra in grado di ridurre il rischio che compaiano alcune malattie dell’intestino (come la diverticolosi del colon) e altre patologie degenerative.
La fibra solubile (come ad esempio la pectina), contribuisce al controllo del livello di glucosio del colesterolo nel sangue. Come altri tipi di frutta, è utile nell’ambito di una dieta varia e bilanciata, nel programma dietetico per la terapia del diabete e delle malattie infiammatorie intestinali.
Insomma, un concentrato di proprietà benefiche, per garantire salute e benessere a noi e ai nostri figli, come recitato dal proverbio “Una mela al giorno toglie il medico di torno”. Per una cura ricostituente, niente di meglio delle mele cotte nel vino e dolcificate con il miele. Una mela tagliata a pezzetti e cotta in mezzo bicchiere di latte è un’ottima crema antirughe. Mele grattate, miele e yogurt: una maschera molto efficace per pelli secche e spente. Applicare sul viso abbondantemente e sciacquare con acqua fresca. Una mela cotta nell’acqua o mangiata con la buccia dopo la cottura al forno è un ottimo lassativo. Per rinfrescare e tonificare il viso, basta applicare sulla pelle delle fettine di mela cruda, da risciacquare poi con acqua. Il succo di mela fresco, passato sulla pelle, ha proprietà rassodanti. Mescolato con il succo di limone schiarisce la pelle. Per combattere il mal di gola si possono fare dei gargarismi con il liquido ottenuto dalla cottura di tre mele tagliate a pezzi e bollite in un litro d’acqua.
A rendere vario e originale il profumo e il sapore delle mele sono i peculiari composti aromatici contenuti nella polpa e nella buccia (eteri, tannini, alcoli, aldeidi e un alto numero di terpeni). La mela è ricca di minerali (potassio, fosforo, calcio, magnesio, sodio e ferro) e vitamine (C,PP,B1,B2,B6,A,E). 100 grammi di mela equivalgono a circa 45-55 calorie. Lo scurimento della polpa, poco dopo aver sbucciato il frutto, è causato da un enzima che si attiva con la rottura meccanica delle cellule (per il taglio o per urti accidentali). E’ un danno solo estetico, che non pregiudica le caratteristiche nutrizionali della mela. L’aggiunta di succo di limone può limitare o evitare l’imbrunimento. La mela è un ingrediente prezioso e versatile in cucina: perfetta nei ripieni dei dolci, gustosa con le carni, sfiziosa nell’insalata. Insomma, sta bene con tutto e… fa star bene a tutti.
Filetto di Maiale con Fuji
Ingredienti per 6 persone: 1 kg di filetto di maiale tagliato a medaglioni, 4 mele Fuji, 1 bicchierino di brandy, 1 cipolla, 80 gr di burro, olio extra vergine di oliva, sale e pepe.
Tagliare le mele a spicchi con la buccia e tritare finemente la cipolla. Versare in un tegame antiaderente l’olio, il burro e la cipolla. Appena questa prende colore, mettere giù i medaglioni e farli dorare a fuoco vivo per 7/8 minuti girandoli spesso. Salare, pepare e cospargere il filetto con il brandy facendolo evaporare. Aggiungere le mele e farle saltare a fuoco vivo per 5 minuti. Servire ben caldo.
E’ però solamente a partire dal diciottesimo secolo che la melicoltura inizia ad assumere una dimensione transnazionale, stimolata soprattutto dall’introduzione di sementi provenienti dal resto d’Europa.
Il passaggio completo della coltura del melo per auto-consumo alla trasformazione in una florida attività produttiva e commerciale avviene nel corso del diciannovesimo secolo, durante il quale il frutto viene prodotto nei territori maggiormente vocati ed esportato in tutta Europa. Durante il secolo successivo lo sviluppo del settore prosegue nell’ottica dell’aumento produttivo e dell’apertura di nuovi sbocchi commerciali, pur mantenendo costante l’attenzione verso il territorio e la naturalità del prodotto, grazie a tecniche colturali a basso impatto ambientale. Dal secondo dopoguerra ad oggi si assiste a un processo di continua evoluzione verso la concentrazione e la qualità dell’offerta, in grado di raggiungere con rilevanti risultati commerciali e di immagine decine di mercati a livello globale.
Considerando una produzione mondiale di oltre 63 milioni di tonnellate nel 2006, le aree maggiormente coinvolte sono l’Asia, che nel complesso contribuisce per il 55%, seguita dall’Europa con il 22% e dal continente americano con il 15% dell’intero volume. Nel panorama globale dei singoli paesi produttori, il primo posto è occupato dalla Cina che, con una produzione annuale in grado di superare i 20 milioni di tonnellate, distacca ampiamente gli altri paesi, ovvero gli Stati Uniti d’America, al secondo posto con una produzione di mele superiore ai 4 milioni di tonnellate e la Turchia, con una quota media di 2.500.000 tonnellate di prodotto l’anno. Con produzione si intende, in questo caso, il volume di prodotto nel suo complesso, comprendendo quindi anche i frutti destinati all’industria di trasformazione. Enntrando nello specifico dell’ambito europeo, la produzione media di mele registrata negli scorsi anni si è attestata a circa 10 milioni di tonnellate, con una differenza significativa per quanto riguarda il 2007, durante il quale le condizioni climatiche sfavorevoli in alcune aree hanno ridotto la quantità di prodotto a una quota inferiore ai 9 milioni di tonnellate.
Sullo scenario europeo, sono Polonia, Italia e Francia a ricoprire il ruolo di maggiori produttori, pur differenziandosi per l’utilizzazione del prodotto – Italia e Francia si rivolgono soprattutto al mercato fresco, la Polonia destina una parte rilevante del raccolto alla trasformazione – e per i flussi delle proprie esportazioni. Sotto questo aspetto, sono soprattutto Italia e Francia a giocare un ruolo rilevante nella competizione per la presenza sui mercati esteri. Dal punto di vista delle esportazioni, considerando quindi il prodotto destinato al consumo fresco, la comparazione tra i paesi produttori non è correlata esclusivamente al valore assoluto delle esportazioni, ma è da considerarsi il rapporto tra queste ultime e il volume della produzione dei singoli stati. Quindi, mettendo in relazione i due parametri, paesi come la Nuova Zelanda (63%), il Cile (42%), il Sudafrica (35%) e l’Italia stessa (33%) si distinguono per l’alta percentuale di produzione destinata all’export. Nel 2007, i paesi parte del presente programma di promozione hanno prodotto, rispettivamente: Italia 2.142.000 t, Francia 1.675.000 t, Olanda 396.000 t.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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