E' il Vinitaly dei tacchi fucsia, delle camicie piegate in valigia, delle cravatte da matrimonio su petti umidi tirati ad amido, dei mozziconi di sigaretta, di quei saluti fatti di fretta, delle ragazze guardate da dietro mentre camminano su tacchi di vetro, delle persone disordinate all'assalto di bus alle sette scoccate, di spazi angusti o di stand ariosi, surriscaldati da faretti insidiosi. Giorni di piccoli eventi mondani, da andare di corsa o da starne lontani, il luogo dei mario, dei manlio e dei dario, di notti a Verona, gonfiata ed invasa, di mogli e di bimbi che ti vorrebbero a casa.
Vinitaly di cene griffate, ingessate, gonfiate, talvolta celate o al contrario urlate, a volte al lago altre al monte, che o sei con gli amici o non sai chi hai di fronte. Dentro al castello oppure in villa, cravatta nera o scarpa scialla, finiscono tardi con l'occhio che brilla o chiudono al bar col calciobalilla. Grande girandola di eventi lunari altri già visti, su orizzonti ordinari, di piastre panini un po' bruciacchiate, ma anche di mousse di capesante scottate. Vinitaly d'asfalto calpestato al sole, di piedi, di suole e moquette rosa d'autore, d'appuntamenti proficui o raramente vani che a volte ti svegli ed è già l'indomani. Vinitaly enoico asse cartesiano, Vinitaly fionda, motore e volano, titanico perno filosofale su cui ruota tutto l'enomondo italiano.
Vinitaly 2012, com'è andata
Una domenica tranquilla, un lunedì concentrato, da raduno apocalittico, un martedì denso ma il giusto ed un mercoledì che non so perché non c'ero. Il cambio date ha ridisegnato la fiera spostandone il target in modo deciso, netto, incontrovertibile. Il numero di belinoni vomitevoli ai bordi dei padiglioni è drasticamente diminuito se non azzerato, un pubblico attento, anche la domenica, appassionato, cresciuto.
Certo la difficoltà era parlarsi a distanza, telefonarsi, chattare, scriversi, insomma, comunicare in digitale. Un problema di sottovalutazione importante sia dal punto di vista delle reti mainstream esterne (vodafone pressoché inutilizzabile per tutti i giorni come rete dati e vacillosissima anche se usata come semplice fonia mobile 1.0), sia dal punto di vista della rete wi-fi interna, ancora estremamente, chiusa, a pagamento, frammentata salvo le mirabili eccezioni dei padiglioni Lombardia, Puglia e Umbria.
Dei dettagli hanno già parlato approfonditamente Steba e Giampi.
Effettuato il retargeting dell'evento tutto che grazie al cambio date ha da quest'anno acquisito nuovo spolvero lato commerciale, più qualità, più attenzione, più ritorno per le aziende partecipanti, occorre ora concentrarsi urgentemente sull'aspetto tecnico sui due fronti.
Lato fornitori mainstream, tim, vodafone, wind, tre, occorre un accordo immediato tra l'amministrazione locale veronese e le dirigenze dei principali gruppi per un potenziamento del servizio nei giorni della fiera. C'è sempre stato qualche disservizio ma mai come quest'anno e stiamo parlando di un problema che credo vada un filo oltre il mero lato organizzativo.
Sul fronte interno invece la proposta è semplice quanto dirompente. Copertura wi-fi totale di tutto lo spazio fiera in modalità libera, gratuita e aperta (senza password) per tutti. Costi quel che costi che qualsiasi cifra sia, è pur sempre poco paragonato al ritorno mediatico, d'immagine e di servizio che un'infrastruttura di comunicazione digitale come si deve può dare al pubblico, agli espositori e soprattutto all'Ente Fiera.
Per l'anno prossimo basta quindi questo step decisivo ancora (e qualche ritocchino alla logistica esterna) per meritare l'applauso.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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