L'ultimo appuntamento con il Tocai, almeno nella vigna. E' all'insegna del vino-simbolo del Friuli Venezia Giulia che, quest'anno, si celebra la vendemmia nei vigneti che vanno dal Colli Orientali fino alle Grave, dal Carso all'Isonzo, dal Collio ad Aquileia.
E' l'ultima vendemmia dell'uva da sempre chiamata Tocai ( che dal prossimo 31 marzo dovrà rinunciare al proprio nome per sostituirlo con Friulano), ma è anche - come sempre- un'occasione d'oro per scoprire il proprio vino preferito fin dal momento della nascita, in vigna.
Nel vigneto chiamato Friuli Venezia Giulia la scelta per escursioni e scoperte all'insegna della vendemmia è praticamente infinita, in ciascuna delle nove zone a denominazione Docg (Friuli Annia, Friuli Gave, Friuli Isonzo, Friuli Latisana, Friuli Aquileia, Colli Orientali del Friuli, Collio, Carso e Ramandolo).
Una delle possibilità, in attesa del decollo definitivo delle strade del vino, è quello di seguire le proposte del Movimento del Turismo del Vino, otto itinerari enoturistici che attraversano ed esplorano arte, cultura, natura, vini, vigne e tradizioni di sei territori: le Grave della Provincia di Pordenone; quelle della Provincia di Udine; il Basso Friuli con la fascia a ridosso della laguna di Grado e Marano; i Colli Orientali del Friuli; il Collio; l'Isontino e il Carso.
Otto itinerari che portano per mano il turista amante del vino a capire perché i friulani hanno lottato tanto per difendere il nome del Tocai, un vino legato al territorio e alle sue tradizioni che nel fresco profumo di mandorla fa rivivere, per esempio, la verde dolcezza delle colline dei Colli Orientali che degradano verso il bordo di Cividale e la sua storia longobarda (non è una cantina, ma il Tempietto Longobardo, con il vicino Ponte del Diavolo meritano sicuramente una sosta). Itinerari che fanno capire perché, dovendo abbandonare il nome di Tocai del Friuli; hanno voluto chiamare quel vino "Friulano": in nessuna altra parte del mondo, le colline sono disegnate, per chilometri e chilometri, dal lavoro dell'uomo e dai filari delle viti come nei pendii che segnano il lungo confine fra Italia e Slovenia, in Friuli. Vigne pulite come salotti, che regalano all'occhio le sfumature dei primi colori autunnali in attesa dei vini bianchi migliori del mondo.
L'enoturista le può scoprire in auto, o meglio ancora in bicicletta o con lunche passeggiate, dormendo in una delle tante cantine che offrono anche ospitalità. I nomi sono quelli che hanno fatto la storia del vino in Friuli Venezia Giulia e che hanno contribuito a far conoscere il vino italiano nel mondo e che oggi, oltre alle suggestioni della vendemmia, propongono la scoperta della storia, della cultura e della cucina friulana.
Ognuno potrà costruire il proprio personale percorso alla scoperta della vendemmia nel vigneto chiamato Friuli Venezia Giulia, oppure affidarsi al Movemento del Turismo del Vino e alle sue indicazioni. Ogni itinerario ha tutte le indicazioni sui prodotti tipici, l'arte, gli spettacoli, le sagre, le cantine, la natura, le piste ciclabili, i piatti della tradizione, le sagre, fino a veri e propri pacchetti per una vacanza, breve ma unica.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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