Il territorio del Prosecco si estende nella fascia collinare della provincia di Treviso, compresa fra le cittadine di Conegliano e Valdobbiadene. Un insieme di catene collinari che dalla pianura si susseguono fino alle Prealpi. Se Conegliano è considerata il centro culturale della zona del Prosecco e sede della Scuola Enologica e delle istituzioni di ricerca, Valdobbiadene, che ogni anno ospita la Mostra Nazionale dello Spumante, ne costituisce il cuore produttivo.
La zona di produzione si estende sulla fascia collinare della Marca trevigiana, fra Conegliano, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo, Vidor e Valdobbiadene; interessa 15 comuni e si estende su un'area di circa 18 mila ettari di superficie agricola. La vite è coltivata solo sui versanti meridionali, a un'altitudine compresa tra i 50 e i 500 metri slm. Attualmente all'albo Doc sono iscritti circa 4.100 ettari di vigneto, lavorati da 3.300 viticoltori, da cui sono stati raccolti nelle ultime vendemmie circa 105 quintali per ettaro.
Le aziende spumantische sono oltre cento, il che fa del comprensorio di Conegliano-Valdobbiadene il più importante distretto enologico italiano specializzato nella produzione di spumante con metodo Charmat.
Il clima del comprensorio collinare, insieme alle caratteristiche dei terreni e alle esposizioni prevalentemente meridionali dei versanti, rende questa zona particolarmente adatta alla viticoltura. Un clima piacevole, tanto che storicamente i nobili veneziani amavano trascorrere l'estate in questi luoghi per sfuggire all'afa lagunare.
La storia del Prosecco è una storia antica e diverse sono le ipotesi avanzate sulla sua origine. La più accreditata identifica il Prosecco con un vino noto ai tempi dell'Impero Romano, il Pucino, proveniente dalle colline carsiche che incorniciano a nord il golfo di Trieste, dove esisteva una località omonima e un vitigno del tutto simile denominato Glera. Le catalogazioni compiute nelle colline di Conegliano-Valdobbiadene all'inizio del Novecento mostrano l'esistenza di vari biotipi di prosecco.
I presenti sul territorio risultavano essere il prosecco tondo, il prosecco bianco o prosecco Balbi, con acino fenico, e il prosecco lungo, così detto per la forma allungata dell'acino. Il prosecco è un vitign o rustico e vigoroso, con tralci color nocciola e grappoli piuttosto grandi, lunghi, spargoli e alati; a maturazione gli acini assumono un bel colore giallo dorato. Il prosecco è il vitigno che garantisce la struttura base al vino di Conegliano-Valdobbiadene, ma Verdiso, Perera e Bianchetta, vitigni considerati minori, possono in alcune annate e in alcune zone contribuire con la loro specificità a mantenere l'equilibrio organolettico.
Il Verdiso veniva citato già nel '700 e nel XIX secolo era il vitigno più diffuso. Utilizzato nella vinificazione del Prosecco per aumentare l'acidità e la sapidità, è importante per equilibrare la componente acida nelle annate calde; oggi si cerca di valorizzarlo vinificando in purezza e ottenere un vino armonico e gradevole.
Ha grappoli di media grandezza con peduncoli molto lunghi ed erbacei, tralci lunghi e sottili di colore rossiccio. Gliacini sono medio grandi, di forma ellissoidale, con buccia di colore verde chiaro dalal caratteristica punteggiatura, che diventa giallo citrino a maturazione. La Perera, utilizzata nella vinificazione per aumentare il profumo e l'aroma, è un vitigno molto simile al Prosecco, con grappoli leggermente più grandi, acini di color giallo intenso e foglie verde scuro, lucide e lisce.
Il nome deriva dalla forma dell'acino simile ad una pera rovesciata o, secondo alcuni, dal gusto particolare della polpa che ricorda quello della pera. La Bianchetta, citata fin dal '500, veniva utilizzata, maturando prima, per ingentilire il Prosecco soprattutto nelle annate fredde. Coltivata ancora nelle zone più alte e impervie, ha una notevole vigoria, foglie color verde opaco e grappoli verdi-giallastri di media grandezza dotati di una grande ala ben evidenziata.
Il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, nasce da poche ma precise regole che ne garantiscono l'unicità e l'autenticità. Tranquilli, Frizzante o Spumante, il Prosecco Doc di Conegliano-Valdobbiadene si riconosce per il colore giallo paglierino leggero, la moderata corposità, l'esclusivo profumo fruttato e floreale.
Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Tranquillo. E' la versione meno conosciuta al di fuori della zona di produzione. Si ottiene dai vigneti più fitti e poco produttivi, e da uve ben mature. Il colore è paglierino delicato, i profumi sono di mela, pera, mandorla e di miele millefiori.
La struttura è soave e persistente, con un retrogusto talvolta gradevolmente amarognolo che lo rende più articolato e complesso. Si consiglia di berlo alla temperatura di 10.12°C su antipasti delicati di mare e di terra, minestre in brodo leggere e carni bianche.
Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene Frizzante. Nasce originariamente con la rifermentazione in bottiglia (sur lie) e risulta asciutto e leggero; armonizza la fragranza dei profumi varietali dell'uva con la vivacità delle bollicine, risultando fresco, giovanile e molto godibile. Il colore è il caratteristico paglierino leggero, al naso l'aroma è ricco di sentori floreali e fruttati, con un prevalere di mela acerba e limone. Perfetto a 8-10°C come aperitivo, su antipasti e primi non elaborati.
Prosecco di Valdobbiadene Superiore di Cartizze. Cartizze è una piccola area di 106 ettari di vigneto, compresa tra le colline di S.Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol, nel comune di Vadobbiadene, dove si produce un Prosecco particolarmente pregevole. In Francia lo chiamerebbero cru, per le sue inconfondibili e aristocratiche peculiarità, un cru che nasce dalla perfetta combinazione tra un microclima dolce e un terreno antichissimo, originatosi dal sollevamento di fondali marini.
Nella zona di Cartizze le uve vengono vendemmiate tardi, quando gli acini mostrano i primi segni di appassimento naturale, ottenendo così in fase di vinificazione un Prosecco con aromi e sapori di grandissima intensità. Il colore è più intenso di quello del normale Prosecco, ha una complessità di profumi invitanti e ampi, dalla mela alla pera, dall'albicocca agli agrumi, alla rosa, con una piacevole nota di mandorla glassata al retrogusto. Il sapore è rotondo, con una morbida sapidità e un finissimo perlage. Per esaltare le sue caratteristiche viene prodotto quasi esclusivamente nella versione Dry. Il Cartizze va servito ad una temperatura di 7-8°C .
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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