Un tempo Google offriva risultati migliori, è un fatto.
C'erano però meno siti e soprattutto meno contenuto artefatto creato al solo ed esclusivo scopo di creare traffico e questo è un altro fatto. Ma non è che si possa dire pazienza, adesso c'è Facebook, perchè Facebook è proprio un'altra cosa e Google resta fondamentale per il lavoro di ogni giorno oltre che per le sorti della gran parte del successo o meno di un sito web.
Prendete per esempio la prima pagina dei risultati di Google per la keyword vino e osservatela con attenzione. Vi sembra che i primi 5-6, esagero, 8 risultati siano realmente i siti più influenti e importanti per il mondo del vino? Giusto Vinoalvino, al decimo risultato nel momento in cui consulto io la pagina, potrebbe meritare di stare lì, forse Vinoinrete ma tutto il resto?
C'è qualcosa che non va.
Io mi aspetterei di trovare i siti più noti, influenti, ben costruiti e con contenuti di qualità nella prima serp di google (search engine results page) di qualsiasi chiave di ricerca, magari non proprio Vinostore, Blogosfere (content farm), Artemotore (!?), WineReport (famoso fino ai primi anni 2000 ma defunto ormai da un pezzo), ecc.
La buona notizia, oltre al fatto che a Google hanno deciso di rimettere come CEO dell'azienda uno dei due fondatori, Larry Page (colui che ha dato il nome anche all'ambitissima barretta verde, il c.d. PageRank) è che pare che la qualità dei risultati tornerà presto in primo piano per Google dando finalmente una mazzata a tutti gli stupratori di contenuto proprio (content farm) o altrui (aggregatori maledetti):
"Stiamo valutando diverse modifiche che dovrebbero portare lo spam a livelli ancora più bassi, tra cui una modifica che colpisce soprattutto i siti che copiano altri contenuti e i siti con basso livello di contenuti originali. Continueremo a esplorare nuove vie per ridurre lo spam, tra cui nuove modalità per gli utenti per fornire un feedback più esplicito circa i siti spammosi e di bassa qualità.” dice Matt Cutts, arruolato nel Search Quality Group di Google, uno che di qualità dei risultati e seo (search engine optimization) insomma, se ne intende.
Certo, sarà poi una semplice casualità che molti dei risultati favoriti abbiano in bella evidenza gli annunci pubblicitari di Google mentre altri che lì in "prima" sono stati per anni (ora non più), li abbiano da tempo abbandonati per qualcosa di meglio.
Il destino di milioni di siti è paradossalmente connesso al destino di Google. La sopravvivenza della maggior parte di essi, dipende dall'accuratezza dell'algoritmo di ricerca e di indicizzazione di Google e dal peso che questo pone nella valutazione delle moltissime variabili prese in considerazione. E' troppo importante per farsi distrarre dal resto.
Se Google vuole continuare ad avere una leadership o almeno una co-leadership tra i player internazionali della rete, dovrà cominciare a ri-focalizzarsi sul proprio core business, cercando di riportare al più presto la qualità dei risultati delle ricerche al primo posto nelle proprie priorità.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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Inserito da Luca Risso
il 25 gennaio 2011 alle 06:52Luk