Il vino non è solo un pretesto per girovagare alla scoperta di quache località interessante; esso è una chiave di lettura del territorio e dei suoi caratteri. Il territorio del Conero, una delle eccellenze di questa provincia, appare al viaggiatore che lo voglia conoscere, come un insieme di colori, di aromi, di storia, di cultura. Il sapiente e secolare lavoro degli agricoltori, lo ha mantenuto, modellato e abbellito. Esso accompagnerà chiunque avrà la capacità di affidarsi alle sue proprietà e caratteristiche, in un mondo dove, quasi fatalmente, ognuno ritroverò la gioia ed il piacere di vivere in pace con se stesso e, quindi, con gli altri. La compagnia del "Rosso Conero" durante la scoperta del territorio di produzione sarà discreta, colta e generosa come lo sono i suoi produttori, che si presentano insieme alla Provincia di Ancona, pronti ad accogliere, ospitare, accompagnare chi vorrà riscoprire armonie e qualità della vita.
Il Territorio
Il Parco Regionale del Conero, istituito nel 1987, a 572 metri sul livello del mare, custodisce un'area protetta di 6.011 ettari ricca di tesori da scoprire che costituisce oggi una delle più importanti realtà ambietali e turistiche marchigiane. Il cuore del parco è caratterizzato dal Monte Conero, dal medioevo "Cùmero" che dal greco significa "corbezzolo", pianta che lo caratterizza e appartiene ad una piega dell'Appennino emersa dal mare. Qui i fondali marini sono poco profondi e rendono tiepida la temperatura dell'acqua, mentre il monte, sgretolandosi crea fondali di roccia e ciottoli bianchi che lasciano limpida e sicura l'acqua del mare.
La macchia Mediterranea, colorata da ginestre e da una grande varietà di specie floristiche, costituisce l'aspetto più significativo della vegetazione del parco; le condizioni climatiche sono tali da rendere possibile una particolare consociazione di specie botaniche rare e splendide specie di animali. Incastonati nella baia di Portonovo sono presenti due piccoli gioielli, i laghetti salmastri, relitti di una naturale attività di costa tra la terra e il mare. Le escursioni a piedi e a cavallo, ma anche in mountain bike, partono dal Centro Visite di Sirolo e si estendono su 18 diversi sentieri.
Il Parco si può visitare attraverso impervi sentieri e con percorsi enogastronomici, culturali ed artistici. In tutto il territorio del Parco l'agricoltura è regolamentata a favore di tecniche a basso impatto ambientale. Il Parco incentiva il recupero delle varietà autoctone di specie tipiche e tradizionalmente coltivate oltre che la riconversione delle colture industriali con tecniche tradizionali, biologiche o biodinamiche. Vite, olivo, in misura minore cereali, leguminose, piante aromatiche e officinali rappresentano lìagricoltura nel Parco. Alle pendici del monte Conero, i terreni calcarei e un microclima ravvivato dalle brezze marine esaltano le caratteristiche delle uve Montepulciano e Sangiovese: se ne ricava il Rosso Conero, un vino DOC fruttato ed elegante.
Il Rosso Conero
I vigneti della DOC Rosso Conero sono concentrati nella zona collinare a sud di Ancona, alle spalle del Monte Conedro. Le coltivazioni sono a spalliera, con una densità che va dai 2500 ceppi dei vecchi impianti agli oltre 4000 di quelli nuovi con rese per ettaro che non superano gli 80 quintali d'uva. Il vino, dopo la fermentazione, che avviene normalmente in acciaio o a volte in legno, passa ad affinarsi in grandi botti di rovere o in barrique per 10-12 mesi prima di essere messo in bottiglia. Il vitigno del Rosso Conero ha origine incerta e abbastanza recente.
Ha fatto la sua comparsa infatti in Abruzzo agli inizi dell'Ottocento e si è poi esteso su tutto il versante adriatico della fascia collinare appenninica, dalle Marche alla Puglia. Inizialmente considerato come una varietà di Sangiovese, più tardi ha avuto riconosciuto una propria identità. Tuttavia, secondo fonti risalenti alla fine dell'800, il vitigno sarebbe comparso per la prima volta nel 700, per merito di un vetturino ritornato da Montepulciano con un carico di barbatelle di quel particolare tipo di Sangiovese chiamato Prugnolo Gentile. Può essere quindi che il Montepulciano sia la conseguenza di una modifica varietale molto profonda.
Il Rosso Conero è ottimo fin da giovane e nelle annate migliori può prolungare la propria vita per tantissimi anni. La bottiglia va conservata orizzontale e dil vino va servito fresco di cantina da giovane e a temperatura ambiente quando è òpiù maturo. Il Rosso Conero può accompagnare tutto il pasto.
La Riserva si sposa meglio con arrosti di carni rosse, selvaggina e formaggi maturi. Il Rosso Conero Doc, è di un impenetrabile colore rosso rubino intenso tendente al granato, con profumi di marasca e di frutti rossi, confermati al palato con tabacco, viola e menta.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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