Degustazioni underground le avevo definite qualche tempo fa. A distanza di qualche mese, possiamo dire che il giochino non si è rotto ed anzi, funziona molto bene. Partecipare a tutte queste iniziative costa. Costa in termini di tempo oltre che economici, chiede attenzione, richiede un certo impegno. Lo dico per coloro che da fuori potrebbero vederli come semplici momenti di svago. Certo paga anche, in termini umani e in soddisfazione per la consapevolezza di esser parte di qualcosa che sta cambiando radicalmente il modo di parlare di vino. Si parla di territori prevalentemente e lo si fa in un modo molto vicino alle persone.
Questo "zoccolo duro" che si sposta tra degustazioni numerate, Vinix Live!, Baratto Wine Day, conferenze e non conferenze, raduni, ritrovi del più vario tipo, spesso nati dal basso, dalla rete, non perde tempo, tutt'altro. E' la base sulla quale chi oggi vuole intraprendere un cammino di condivisione e di confronto, può stabilmente contare. Non tutti, naturalmente che bisogna sempre meritarla l'attenzione, non basta gettarsi nel mucchio.
Una cosa che mi ha colpito per esempio nelle fasi iniziali di #Colfondo è stata la resistenza da parte di alcuni produttori - magari più noti di altri - che pensavano di aver solo qualcosa da perdere. E' un atteggiamento di difesa abbastanza comprensibile se ci pensate. Perchè mai io che ho già un prodotto ben distribuito e affermato dovrei mettermi in gioco per una degustazione cieca alla mercé di gente che non conosco con il rischio di veder in qualche modo sminuito il mio ruolo, la mia posizione? Salvo poi riconciliarsi con il mondo quando, al termine della degustazione, smaltita la tensione, quei volti indagatori li rivedi distesi e un po' attoniti di fronte allo spettacolo nuovo che gli si presenta di fronte. Glielo leggi negli occhi: "davvero esisteva tutto questo?".
Colfòndo è un'idea, un nome nuovo per una cosa vecchia che si tramanda da decenni nelle case delle famiglie del Prosecco. Il Prosecco riferimentato in bottiglia servito torbido, insieme ai propri lieviti. Lo bevevo anch'io da trent'anni, complice lo zio veneto che da sempre lo imbottiglia. Una tradizione che complice l'amico Luca Ferraro, la sua famiglia, Stefano Caffarri (che ha così bene restituito all'italiano il ben noto "sur lie") mira oggi ad uscire da quelle case e dai pochi enoici ritrovi illuminati, per farsi pop con forme, linguaggio e modi che possano arrivare alla gente. Che poi è il senso profondo di questi incontri informali: sdoganare quello che è di pochi a molti, attraverso le parole di "early adopters".
E voi, avete già bevuto un Prosecco Colfòndo?
[Grazie a Studiocru, per l'organizzazione impeccabile].
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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Inserito da Luca Ferraro
il 31 ottobre 2010 alle 16:01Credo di non sbagliarmi se dico che 4 mesi di lavoro hanno dato i loro frutti.