Io ci provo a trovare qualcosa di buono da dire sull'Associazione Italiana Sommelier (AIS, mai sentita?) che dalla base non ha nulla da rimproverarsi guardando allo straordinario lavoro che ogni giorno fanno decine e decine di appassionati delegati regionali e provinciali. Se non altro, cerco di tacere il più possibile dal momento che il presidente in carica è l'amico Antonello Maietta della mia amata Liguria e dal quale, sinceramente, mi aspettavo grandi cose al momento dell'investitura ma ogni volta ne viene fuori una nuova che mi fa cascare le braccia, per non dire di peggio.
Ho appena appreso grazie al blog di Andrea Petrini che la guida dell'AIS non si chiamerà più Duemilavini come ci eravamo abituati a conoscerla in molti credo ma, indovina un po', Bibenda!
Motivo? Ce lo spiega Ricci (Franco Maria) su Bibenda 7:
"Il Presidente Antonello Maietta in apertura ha evidenziato quanto AIS sia un marchio pericolosissimo per la sua riconoscibilità. Infatti, ne ha fotografato una decina che avevano lo stesso acronimo: c'era AIS Associazione Italiana Sociologia, c’era Associazione Italiana Soccorritori, c'era Associazione Italiana Strumentisti ma anche Ambiente Igiene e Sicurezza...
(omissis...)
Decisione immediata: dal 2013 si chiamerà BIBENDA e avrà nuovi contenuti e un nuovo look. Per Ais ci stiamo pensando".
Un marchio pericolosissimo? Forse voleva dire in pericolo.
In effetti le argomentazioni alla base della tesi sono molto forti: siccome ci sono altre associazioni che usano lo stesso acronimo e la guida dell'associazione rischia di essere scambiata per la guida dei sociologi o dei soccorritori o dell'igiene e sicurezza (sic!) allora, idea geniale, la chiameremo Bibenda.
Certo se non c'è un problema di conflitto d'interessi e rappresentanza è abbastanza evidente un problema di originalità.
Ma come diavolo si fa?
Anziché spazzare via - eventualmente - Duemilavini (che mi pare comunque un marchio assai affermato e sembrerebbe un po' frettoloso buttare alle ortiche) e a uscire solo con il marchio dell'Associazione del vino più importante e nota d'Italia, anziché prendere provvedimenti e misure per portare ad un pubblico sempre più ampio la conoscenza delle finalità dell'Associazione attraverso il suo marchio d'origine e il suo acronimo noto ai quattro angoli del globo cosa si fa? Si butta via tutto (perdendo quindi nel contempo una delle più preziose occasioni di diffusione del marchio AIS a livello Nazionale ed Internazionale, attraverso la guida appunto) e si punta naturalmente sull'ormai tentacolare marchio Bibenda.
Già, perché brandizzare la rivista ufficiale dell'Associazione non era sufficientemente appagante, occorreva mettere le mani (ancor più di quanto già non le avesse) sulla guida in modo netto e definitivo, senza possibilità di errore da parte del lettore sulla paternità della stessa (Bibenda e non già l'AIS, come dovrebbe).
Sono tanti anni che dalla mia bassezza cerco di far passare il concetto che una guida dell'Associazione Italiana Sommelier dovrebbe essere una guida espressione di tutta l'associazione e naturalmente con il marchio e acronimo dell'Associazione stessa a darne forza. Senza contare la perfezione di guida che verrebbe fuori dal momento che i singoli delegati di zona, che sono anche i più preparati a conoscere il territorio locale da descrivere, divenissero i veri protagonisti. Speravo tante cose belle per l'AIS ma purtroppo ad ogni nuova scelta importante la vedo prendere direzioni sempre più distanti da quello che mi sarebbe piaciuto - tanti anni fa quando ancora ne facevo parte - prendesse.
Come al solito, sarò io che con uno sguardo provincialotto sull'intera fazenda, non riesco ad avere un quadro preciso delle cose e a comprendere il più alto disegno che sta dietro questa operazione ma è un dato di fatto che Ricci è ormai il deus ex machina dell'AIS, con buona pace dei presidenti in carica che sono stati, che sono e che verranno.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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Inserito da Maurizio Fava
il 18 dicembre 2011 alle 01:50ho smesso di pagare la tessera al terzo: sono lento, non riuscivo a stargli dietro