Niscemi è situato in provincia di Caltanissetta a 332 metri sul livello del mare. Il suo territorio si estende su un altopiano, che va dall'inizio dei Monti Iblei ad est, alle estreme propaggini dei Monti Erei a nord-ovest. La principale risorsa economica è l'agricoltura; oltre alla produzione in serra di peperoni, melanzane e pomodori, di particolare importanza riveste la coltivazione del carciofo. Il centro storico risale alla seconda metà del XVII secolo. La Piazza Vittorio Emanuele III ha forma rettangolare; su di essa si affacciano la Chiesa Madre, quella dell'Addolorata e il Palazzo del Municipio. Il carciofo costituisce il principale prodotto dell'economia di Niscemi ed uno dei cardini della sua identità e del suo futuro.
Secondo lo storico niscemese Angelo Marsiano, le coltivazioni moderne di CARCIOFI a Niscemi datano dal secolo scorso, ma tale datazione è riferita al solo periodo successivo al XVII secolo, quando, ad opera dei Branciforte, avvenne la rifondazione della città. Sotto il malgoverno bizantino si perdette, in Sicilia, la pratica della coltivazione del CARCIOFO, ma essa venne reintrodotta dagli Arabi nel IX secolo, tanto che il nome italiano deriva da quello arabo, HARSUF. Niscemi, a quel'epoca, era un fiorente borgo, ditrutto poi dai mercenari lombardi al servizio dei Normanni. Lungo tutta la storia, dunque, seppure senza continuità, il CARCIOFO ha avuto a che fare con Niscemi e ne rappresenta ancora elemento essenziale identitario e di proiezione attiva nel futuro, attraverso la valorizzazione dell'ottimo prodotto locale, nonché accordi di partenariato per la produzione, comercializzazione e trasformazione e per lo sviluppo di attività ecoturistiche e la crescita delle realtà consortili e cooperativistiche, nell'ottica del processo di integrazione euro-mediterraneo.
Le virtù del carciofo. Un etto di carciofi contiene:
Calorie 22,00 g
Acqua 91,30 g
Zuccheri 2,50 g
Grassi 0,20 g
Proteine 2,70 g
Fibre 5,50 g
Calcio 86,00 mg
Potassio 376,00 mg
Vitamina C 12,00 mg
Carciofi Sott'Olio. Da una ricetta del 1932:
Togliete tutte le foglie esterne ad un centinaio di piccoli e teneri carciofi e ripulite i fondi dalla peluria interna.
Mettete a cuocere i carciofi in una pentola di terracotta coperti d'acqua, avendo cura di versare in quest'acqua un bicchiere o più di aceto. La miscela deve essere acidula, ma non troppo, altrimenti il sapore dei carciofi ne resta alterato. Dopo che avranno bollito per circa dieci minuti, ritirateli dal fuoco, scolateli bene premendo ad uno ad uno , e metteteli in fila con i fondi in su in un capiente recipiente perché rendano l'acqua in eccesso. Cospargeteli leggermente di sale e lasciateli stare per un intero giorno. Preparate dei barattoli di vetro, riempiteli per metà di olio extra vergine d'oliva e nell'olio mettete anche tre o quattro chiodi di garofano, grani di pepe, due o tre foglie di lauro. Sistemate i carciofi nei barattoli dopo averli ulteriormente spremuti ed asciugati con un panno.
Laureato alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova nel 2003, ho fatto pratica legale in uno studio per circa 2 anni ma non ho mai provato a dare...
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