Il PSR Marche
Dopo una chiacchierata rilassante sul piazzale dell’azienda, che presto potrà ospitare una decina di clienti in alcune camere nell’agriturismo in via di preparazione nel casolare distaccato, risaliamo sul minibus di Lori e torniamo a Jesi, non in Hotel, ma nell’enoteca regionale delle Marche.
Ci racconta Alberto che esiste un’altra enoteca regionale anche ad Offida, nel Piceno, area di produzione delle DOC Rosso Piceno, Rosso Piceno Superiore, Falerio e Offida.
Quella di Jesi è gestita da IMT. Il Consorzio funziona su base assolutamente volontaria lasciando fuori chi non è interessato, perché preferisce operare in proprio, e chi ha una produzione troppo limitata, diciamo al di sotto dei cento quintali di uva.
Alberto illustra le 4 DOCG e le 12 DOC della Regione Marche (dal 1° maggio 2011) e aggiunge qualche dato numerico sul Verdicchio dei Castelli di Jesi, che produce 12 milioni di bottiglie, sulle tre aziende principali aderenti al Consorzio, che coprono 40 paesi stranieri. Si cerca di fare comunicazione verso quei paesi dove l’utente finale che vuole bere il Verdicchio possa trovarlo nelle enoteche e nei negozi di gastronomia principali. Sono importanti le denominazioni legate al territorio, quindi Verdicchio legato ai Castelli di Jesi o a Matelica, e il Rosso legato al Conero.
Vedi anche Comunicare il Verdicchio: Vino e Blog (Prima Parte)
Oggi sono più di 1100 le aziende aderenti all’IMT, di cui 900 viticultori e gli altri viti – vinificatori.
La promozione del brand Marche avviene attraverso due convenzioni pubbliche (Provincia e Camera di Commercio di Ancona) e due private (Consorzio Frasassi, che gestisce le omonime grotte, e Sogenus srl, che gestisce la discarica della Provincia). Tutti i tredici comuni dei Castelli di Jesi sono associati a Sogenus, che contribuisce con la propria quota all’operazione di marketing e tutti i soggetti operano in sinergia tra loro e con gli obiettivi definiti.
Dal progetto 2010, chiamato Marche Wine Excellence si arriverà a quello del 2013 Marche’s Wine get the best. Il piano originario è stato preparato nel 2007 come PSR (Piano di Sviluppo Rurale) 2007 – 2013. Su 8 milioni di euro di investimento, 5 sono stati messi dalla Comunità e gli altri dai produttori.
Al PSR hanno aderito 105 aziende sul totale di 124, con una percentuale di adesione dell’85%, che non è poco. Il 70% del mercato vinicolo marchigiano è coperto dal mondo cooperativo
Si sta già lavorando sul piano successivo 2014 – 2020. il nuovo piano prevede un consistente ampliamento dell’investimento perché si passerà da 8 a 36 milioni di euro complessivi, di cui 18 saranno a carico della Comunità. Di qui si capisce che non sarà facile spendere questa somma senza un programma e una pianificazione preventiva ben fatti.
Assaggi di pregio
L’enoteca regionale di Jesi organizza spesso degustazioni istituzionali nelle quali si presentano i vini dei produttori che nell’anno precedente hanno ottenuto i migliori punteggi dalle principali guide nazionali e internazionali. Talvolta Alberto propone i vini agli stessi produttori ma con degustazioni alla cieca, che si rivelano sempre altamente istruttive e didattiche anche per i migliori esperti.
Nel giorno del suo compleanno Alberto ricorda la sua crescita enologica, a fianco di un certo “Tachis” e osserva che il miglior promotore dei vini è chi li produce, chi li fa e li vive ogni giorno, dalla vigna alla tavola, attraverso la quotidianità del lavoro nei campi e in cantina.
Tutto questo mentre si degustano i vini che i collaboratori di Alberto hanno preparato e che ci servono nei bicchieri uno dopo l’altro, lasciando ci il tempo di assaggiare, riflettere, fare delle considerazioni, confrontare e riassaggiare.
Nella tabella che segue riporto una sintesi dei vini proposti, suddivisi a gruppi, in una valutazione che vuole essere del tutto personale e riferita al momento e alla bottiglia assaggiata.
Come corollario alla degustazione, a onore dei produttori marchigiani tutti, posso dire che su 22 bottiglie aperte e assaggiaste neppure una è risultata difettata dal tappo o da altro disturbo di tipo enologico.
Tipo di vino Produttore Anno Punteggio (/100)
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG
Classico Casal Farneto – Crisio 2009 89
Classico Moncaro – Vigna Novali 2009 84
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC
Classico Superiore Sartarelli – Tralivio 2010 87
Classico Riserva Santa Barbara – Stefano Antonucci 2009 89
Classico Riserva Bucci – Villa Bucci 2008 88
Classico Riserva Garofoli – Sel. Guiacchino Garofoli 2006 89
Classico Riserva Casal Farneto – Grancasale 2005 86
Classico Superiore Fattoria Coroncino – Il Coroncino 2004 92
Classico Superiore Ceci Enrico – Santa Maria d’Arco 2009 90
Classico Superiore Sartarelli – Balciana 2009 91
Classico Superiore Sartarelli – Balciana 2008 89
Verdicchio di Matelica DOC (siamo a 600 metri s.l.m.)
Belisario – Meridia 2008 87
Riserva La Monacesca – Mirum 2008 86
Riserva Belisario – Cambrugiano 2008 89
Lacrima di Morro d’Alba DOC
Vicari – Essenza del Pozzo Buono 2010 87
Superiore Lucchetti – Guardengo 2010 92
Superiore Mancinelli 2009 88
Conero Riserva DOCG
Umani Ronchi – Cumaro 2007 88
La Calcinara – Folle 2007 78
Moroder – Dorico 2005 89
Garofoli – Agontano 2007 91
Vernaccia di Serrapetrona DOCG
Quacquarini – Alberto Quacquarini 2010 88
A proposito dell’ultimo vino, la , prima DOCG marchigiana, è stato un assaggio edonistico, per rivivere le emozioni dei vecchi del passato che facevano maturare questo rosso pieno e frizzante e profumato per tutto l’inverno e la primavera e berselo sotto Pasqua accompagnandolo alla ciambella dorata che si fa sul medio Adriatico da Ravenna ad Ascoli.
È un rosso da uva vernaccia nera che subisce ben tre fermentazioni. La prima con il 10% – 40% delle uve che vengono raccolte alla vendemmia tradizionale. Il restante 60% - 90% dei grappoli si lascia appeso ad appassire fino a Gennaio – Marzo, poi si pigia e fermenta a sua volta. Infine si mischiano i due liquidi e si completa con la terza fermentazione, quasi sempre con metodo Charmat lungo di sei mesi. Vino raro fatto da tre aziende per complessivi 1200 ettolitri, che danno 170.000 bottiglie, una più, una meno.
Accompagniamo le degustazioni con assaggi di ottimi salumi marchigiani, crudo e ciauscolo e qualche crostino caldo fatto al momento. Sono le sei passate quando riattraversiamo il muro di cinta della città per risalire sul minibus parcheggiato lì sotto.
Le delizie del Fortino a Portonovo
Dopo gli assaggi “super” all’Enoteca regionale di Jesi, Lori ci riporta al Federico II e di qui velocemente scendiamo su Ancona per ammarare a Portonovo, davanti al complesso di inizio ‘800 del Fortino Napoleonico, voluto dallo stesso Bonaparte perché Ancona diventasse una “base preziosa per assicurare alla Francia il dominio dell’Adriatico e le vie di espansione verso oriente”.
Ormai è sera e del mare si sente solo il rumore sotto lo spumare delle piccole onde a riva. Si sta bene all’interno, dove è stato preparato un buffet di antipasti con Moscioli in potacchio, crostini allo sgombro affumicato, deliziosi spiedini di piovra e fico infornato e saporite olivette all’ascolana.
Il vino è lo Spumante Metodo Classico Casalfarneto, un bollicine giusto per questo inizio di serata.
Alle nove ci sediamo attorno al tavolo ovale nella parte destra della sala e si parte con la crudità di tonno al profumo di zenzero su piccole insalatine con olio di oliva raggia e ancora le eccellenti codine di mazzancolle in potacchio con patatine e olivette. Ci beviamo insieme il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC Fontevecchia 2009 di 13 gradi dal lotto L10120, ancora fresco e di buona beva.
Casalfarneto ne ha fatto 80.000 bottiglie.
A seguire i ravioloni ripieni di calamari e borlotti con salsa di zucchine e noci tostate. La pasta troppo spessa e il ripieno molto delicato lasciano un po’ deluso il palato. Probabilmente una sfoglia estremamente sottile avrebbe reso il piatto straordinario per sapore e delicatezza.
Compensa il piatto la sostanziosa pienezza del Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico DOC Riserva Grancasale 2008 di 13,5 gradi dal lotto L10213, lavorato in criomacerazione, con una produzione di 10.000 bottiglie. La tipologia del vino, dal 2009, si è trasformata in Classico Superiore.
Va molto meglio con i Pennoni di Giovanni Perna in salsa del pescatore. Una pasta a lenta essiccazione con un sughetto di lumachine di mare sgusciate, stavolta sì fine e delicato, ma anche ben insaporito dal pomodoro fresco e dalle lumachine.
Deliziosi i Bocconcini di rana pescatrice al bacon e salsa all’origano con patate castello e tortino di spinaci. La pancetta affumicata attorno al boccone di pescatrice è un abbinamento delizioso e si sposa ottimamente con il vino successivo, l’eccellente Verdicchio Classico dei Castelli di Jesi Riserva DOCG Crisio 2009 di 13 gradi dal lotto L10212 e fascetta di controllo AAA00047443. un vino leggermente muffato e di grande ed elegante struttura.
Chiudiamo la cena con la macedonia e gelato al cioccolato e pistacchio. Un buon caffè e l’immancabile Varnelli ci mettono in grado di riprendere la strada per il Federico II, dopo i doverosi saluti alla cortesia e gentilezza della Famiglia Togni e dei loro collaboratori.
Domenica 23 Ottobre 2011
Si rientra alla base ... ma siamo tristi
Ormai il Web 2.0 e il Verdicchio si sono sposati al meglio. I vini di Casalfarneto stanno facendo buoni progressi e le Marche continuano ad esprimersi con una serie di varietà enogastronomiche che non ha paragoni. La colazione abbondante ai tavoli del Federico II e poi preparazione dei bagagli e partenza. Nel parcheggio dell’hotel noto nel cestino rifiuti almeno una chilata di bella uva bianca sana e matura buttata via da qualcuno che, come si dice, “ha riempito prima gli occhi della bocca”. Lo spreco ostentato e fine a sé stesso, specie con i cibi buoni, mi dà sempre molto fastidio.
Ma ciò che veramente mi addolora è la notizia della radio, mentre viaggiamo, che trasmette il lutto del grande e simpatico e bravo Marco Simoncelli, che in Malesia, a soli 24 anni, è rimasto lì, in mezzo alla pista, vittima di uno di quegli incidenti che capitano una volta ogni cento anni, frutto del caso e del destino. È dura però accettare questi fatti, in cui nulla purtroppo si può fare per non farli accadere.
Con il cuore triste ripasso davanti a Coriano, sull’autostrada per Bologna. Rivedo la base missili ove ho fatto nove mesi di militare, rivedo la chiesa in cima alla collina, rivedo Don Vincenzo che lì è stato parroco per tanti anni, lui che veniva dal Doccio di Verucchio, lui che forse lo avrebbe potuto battezzare. Il SIC ci è stato tolto all’improvviso, come un eroe romantico. Mi piace ricordarlo con i due versi che Dante nel Purgatorio (III: 107 – 108) dedica a Manfredi:
biondo era e bello e di gentile aspetto,
ma l'un de' cigli un colpo avea diviso
dove il colpo è stavolta quello della moto che lo ha travolto.
Ho ancora la testa a Coriano e in un attimo mi trovo oltre Reggio Emilia allora, stufo di autostrada, per distrarmi esco a Matilde di Canossa e mi infilo sulla strada statale verso Fornovo e Berceto e proseguo di qui verso Chiavari. Ripasso per il Bocco, dopo una trentina d’anni che non facevo queste strade. Curve e salite e discese e tornanti mi fanno distogliere meglio e poco dopo le sei scendiamo su Chiavari dove c’è un bel sole, anche se freddo. Tra due giorni avremo la devastante pioggia sullo spezzino, con i disastri a Monterosso e Vernazza e le Cinque Terre e Aulla e dintorni.
Purtroppo sono giorni di tristezza e pianto anche dal cielo.
Foto Credit: Gabriella Repetto
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