Firenze BoWT: Le Piazzole e Torre a Cona (Seconda Parte)
Villa Le Piazzole
Villa Le Piazzole ha meritato una Menzione speciale per la categoria Ricettività, con la seguente motivazione: “Per il pregio architettonico dell’edificio che propone l’ospitalità in locali molto curati e ristrutturati nel rispetto delle loro funzioni originarie, abbinandola alle attività di una piccola azienda agricola, dove poter toccare con mano l’evoluzione del processo produttivo, con il vantaggio di essere collocata sulle colline di Firenze, non lontano dal centro”.
Attraversiamo Firenze fino alle prime colline verso Arcetri e in una ventina di minuti siamo davanti al cancello di Le piazzole, villa seicentesca ricca di storia e di profumi nobili e non, attorno alla torre medioevale che ancora oggi sovrasta le cantine fresche dove il vino si affina in bottiglia.
All’esterno il muro di pietra contrasta con la struttura barocca della cappella, binomio tipico delle case da Signori di una volta.
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Azienda agricola e agrituristica che consente agli ospiti che decidono di trascorrere qui una vacanza, di godere di una vista eccezionale sulle colline.
Villa Le Piazzole è una dimora storica della famiglia fiorentina degli Acciaioli, come testimonia il leone rampante in pietra sul portone d’ingresso, passata ai Grazzini di Staggia a fine 1400, agli Artini nel 1600 e infine ai Del Riccio, come si vede dallo stemma con il riccio marrone sul prato verde, che sovrasta l’ingresso principale. Il nucleo primitivo della villa risale al 1400 ed è costruita attorno ad una più antica torre medievale. Dopo l’ingresso uno splendido giardino all'italiana ornato di statue della commedia dell’arte e all’interno numerosi documenti bibliografici raccontano la storia di questi luoghi e del complesso di Villa Le Piazzole
All’esterno il cotto e la pietra si alternano alle zone verdi delle aiuole e dei boschetti in una piacevole visione che ti lascia dentro un senso di pace e di armonia, con te stesso e con la natura che ti circonda.
Girando per la proprietà accompagnati dal responsabile, Fabrizio Cacciolla, dall’enologo Nicola e da Raffaella, addetta alle pubbliche relazioni, non posso fare a meno di apprezzarne la signorilità e l’eleganza ma anche la grande disponibilità, tanto che ti fanno sentire a casa tua mentre illustrano l’azienda, gli esterni e gli interni che si alternano con continuità tra gli ampi spazi della villa e delle sue dipendenze.
Arredi tradizionali nelle camere e nelle stanze di accesso alle varie zone della villa, con armadi e scansie in legno, qualche bella scrivania a cassetti, mobili ottocenteschi e del primo novecento.
Non manca il forno all’esterno per la cottura di pani, pizze e altro. Né manca la piscina in uno spazio del parco con vista sulle colline dolci..
Nella barricaia un tavolo rettangolare di una dozzina di metri quadrati ci accoglie per un assaggio di vini.
Iniziamo dal bianco Il Giardino Le Piazzole, secco ma con un discreto residuo zuccherino che gli fornisce una piacevole beva, alla giusta temperatura di grotta.
Segue il rosso Villa Le Piazzole 2006 in cui primeggia la vaniglia al naso, mentre in bocca emergono le note fruttate di mirtillo e una discreta nota di liquerizia. Ideale per piatti di carne alla brace e per primi a base di ragù o affettati toscani.
Infine il bianco Giulio secondo, vendemmia tardiva 2006 Toscana IGT di 14,5 gradi dal lotto L02/08, una delle mille bottiglie da 500 ml. prodotte ogni anno. Gli zuccheri residui attorno ai 90 grammi / litro lo rendono armonico e non fanno sentire la stucchevolezza che spesso si associa a questi prodotti.
Villa Torre a Cona
Fattoria Torre a Cona ha vinto il Premio per la categoria Esperienze innovative nel turismo del vino, con la seguente motivazione: “
Per la particolare sala di degustazione, ricavata nel vecchio granaio, utilizzando un mix di nuove tecnologie e materiali di recupero, combinando antico e moderno, bellezza e funzionalità. L’insieme offre un ambiente insolito e suggestivo per promuovere l’approfondimento sul vino e sull’olio della fattoria, nella cornice della suggestiva villa settecentesca e con la cordialità e la professionalità degli addetti all’accoglienza”.
Siamo in leggero ritardo rispetto al programma per colpa della squisita accoglienza di Fabrizio e della sua famiglia. Il piccolo bus da sedici posti scatta lesto ma attento tra i rettilinei alberati e le curve a gomito di questa inimitabile campagna toscana. Un semaforo ci fa di nuovo rallentare ed io mi rilasso odorando il rosmarino che ho accarezzato nel vialetto di Villa Le Piazzole. Le mie papille gustative si inumidiscono: l’odore del rosmarino attiva nella memoria la spianata con il rosmarino sparso sulla crosta, una focaccia calda e salata che faceva la nonna Caterina nella casa del Doccio, in Romagna, quando ero bambino e passavo da lei le mie vacanze estive da giugno a settembre.
Prima di Rignano appare sula sinistra la sagoma allungata della Villa, costruita nel 1700 attorno alla Torre del 1200, appartenuta ai Conti di Cona e poi passata sotto il dominio diretto di Firenze. Non si hanno altre notizie fino al 1700, quando fu acquistata dai Rinuccini e dagli Aldobrandini, che la restaurarono in parte portandola all’aspetto attuale. Evidentemente le spese erano insostenibili anche allora perchè passò di mano varie volte per tutto il secolo successivo fino ad arrivare nel 1900 ai Rossi di Montelera, attuali proprietari.
Girando tra gli edifici attorno alla villa si ha l’idea di un villaggio con le stanze di guardia, la vinaia, il granaio, la legnaia, ecc.
La Fattoria oggi conta circa 200 ettari di cui 15 a vigneto e 40 a uliveto.
La produzione di vino è inferiore alle centomila bottiglie, comprese le confezioni di bag in box e il vino venduto direttamente sciolto. Apprezzabile la produzione di
Federico Curtaz, che cura la parte agronomica dell’azienda e Caviola è l’enologo.
Nella legnaia ci sono ancora alcuni esemplari dei registri contabili della fattoria e un paio di libri di agronomia, che attirano l’attenzione, un Breviario Agricolo del 1927 con proverbi divisi per mese e un volume Agricoltura di oggi, pubblicato nel 1924.
Alla fine della visita arriviamo nel vecchio granaio, oggi salone di esposizione dei prodotti e sala di degustazione. A maggio sono già in programma merende serali a base di salumi locali e loro vini, seguite da lezioni di astronomia, ovviamente se il tempo sarà favorevole per la vista del cielo.
Assaggiamo tre vini accompagnandoli a del pane toscano a fette con prosciutto crudo, fette di salame, triangolini di pecorino con composta di frutta, fragole e cantucci.
Il primo vino è un Chianti DOCG Torre a Cona 2008 di 13 gradi. Un uvaggio di Sangiovese e Merlot affinato otto mesi in botte grande.
Il secondo vino è un sangiovese in purezza, il Terre di Cino, Toscana IGT 2006 di 13,5 gradi con affinamento in barrique per dodici mesi.
Terzo vino il Merlaia, Vin Santo del Chianti DOC 2004 di 17 gradi con fascetta AAA000111968, da Trebbiano Toscano e Malvasia del Chianti affinato quattro anni in caratelli di rovere.
L’ultima passeggiata la dedichiamo alla visita esterna della villa in facciata, fino ai giardini davanti all’antica voliera oggi scoperta e deserta. Sulla collina di fronte svetta la vecchia torre di guardia cilindrica oggi merlata e circondata da cipressi e alte piante, da cui si ha una vista panoramica sugli uliveti e sui vigneti della Fattoria.
Si riparte per Vignamaggio dove ceneremo e pernotteremo.
Foto Credit: Gabriella Repetto