Mercoledì 29 Ottobre 2008
Visita di Jesi
Ci accompagna Cristina, di Cupramontana, nella visita al Centro storico di Jesi. La città oggi è importante, con i suoi 50.000 abitanti circa. Ma è sempre stato un centro importante, popolato da Umbri, Piceni, Romani, poi il Barbarossa, i monaci di San Benedetto, Bizantini e Longobardi e Federico II di Svevia. Siamo sotto le mura quattrocentesche di Baccio Pontelli, periodo papalino.
Vedi anche: Verdicchio Jesi 40 anni: Anche lui è un sessantottino (Prima Parte)
Vedi anche: Verdicchio 40 anni: Musei e Barocco (Terza Parte)
Vedi anche: Verdicchio 40 anni: Santa Barbara, San Lorenzo in Campo e Frasassi (Quinta Parte)
Alla fine del 1700 arrivano i Francesi con Napoleone che viene rimpiazzato dopo Waterloo nel governo della città dallo Stato della Chiesa e solo dal 1860 Jesi è annessa al Regno d’Italia.
Risale a quel periodo il bellissimo Mercato Pubblico ancora in piedi.
Dietro a Cristina saliamo le scale mobili ricavate dentro le mura che ci portano all’interno della città e si va in piazza Federico II, un tempo San Floriano. Qui è nato Federico II dove duemila anni fa c’era il centro del Foro romano.
Sono ancora visibilissimi nella struttura della città, come del resto in tantissimi centri maggiori o minori di questa Italia centrale, e non solo, sia il cardo sia il decumano, perpendicolari tra loro, le due vie principali che i Romani disegnavano per ogni nuovo insediamento.
Passiamo tra i banchi del mercato all’aperto e si intravede la Cattedrale di San Settimio mentre alla nostra sinistra svetta l’obelisco settecentesco.
Di fronte a noi la vecchia chiesa di San Floriano oggi è diventato il teatro dedicato a una delle più grandi attrici del secolo scorso, la iesina Valeria Moriconi, interessante come attrice e anche come donna.
Più in là la casa natale di Giambattista Pergolesi.
Da non perdere l’interno del Palazzo della Signoria o del Governo con tre ordini di archi, cui hanno lavorato prima Francesco di Giorgio Martini e poi il Sansovino.
Più avanti Piazza dell’indipendenza, già Piazza delle Scarpe, con il Palazzo Comunale, o Palazzo Ricci, con la facciata a diamanti in stile ferrarese. Al centro l’arco del Magistrato.
In Piazza della Repubblica, già Piazza della Morte o del Teatro, c’è appunto il teatro del 1700 dedicato allo stesso Pergolesi, genio della musica barocca, vissuto solo 26 anni. Il suo cognome era Draghi o Drago e Pergolesi era il soprannome del nonno Francesco, che veniva da Pergola, il paese oggi del Visner, il vino con le visciole. Entriamo nel foyer del teatro dove ci sono i busti di Pergolesi e di Spontini, nato a Maiolati. Sentiamo delle voci e allora entriamo nella platea mentre si stanno svolgendo le prove di orchestra con il maestro che accentua le battute dei corni. Sono una cinquantina gli orchestrali, tutti attenti e impegnati nelle prove. È un pezzo di Beethoven.
Usciamo dal teatro e riprendiamo Corso Matteotti, già Via del Corso e nel 1585 Via Sabella. La strada è lastricata di nuovo. C’è ancora Palazzo dei Convegni e in fondo alla via il Santuario della Madonna, a cui non arriviamo perché entriamo nella Pinacoteca in Palazzo Pianetti.
Al primo piano la Galleria Rococò con bei colori pastello. Da non perdere la Mater Amabilis e poi i quadri di Lorenzo Lotto, del Sassoferrato o Giovanni Battista Salvi, del Pomarancio o Cristoforo Roncalli con la sua “Sacra famiglia con San Giovannino”. Del Lotto notevoli la Visitazione, la Madonna delle Rose, la Pala di Santa Lucia che è considerato il suo capolavoro, il Cristo deposto nel Sepolcro, l’Angelo Annunciante, la Vergine Annunciata.
Oltre ai quadri, veri capolavori, bassorilievi, sculture, ceramiche, stemmi, decori, busti e anche vasi da farmacia nelle tinte azzurre.
Dopo la passeggiata artistico culturale con Cristina si torna in centro per le degustazioni nell’enoteca regionale
Degustazione di Verdicchio nelle cantine dell’enoteca regionale
Mentre Alessia versa i vini che degusteremo conduce la degustazione Anna Epifani.
Questi i vini assaggiati, in un crescendo continuo.
Spumante Bonci – Verdicchio dei Castelli di Jesi – Metodo Charmat
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC 2007 Conti di Buscareto
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore 2006 Podium di Garofoli. Ha un affinamento di 12 mesi in acciaio e poi 5 mesi in bottiglia.
Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano DOC 2006 di Bisci
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Riserva 2004 Misco dalla Tenuta di Tavignano a Cingoli dell’Azienda Agricola Lucangeli Aymerich di Laconi
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Riserva 2004 Maestro di Staffolo dell’Azienda Zaccagnini
Verdicchio DOC Passito 2006 Curina dell’Azienda Barone Pizzini
Contemporaneamente alla nostra degustazione di uno spumante, cinque Verdicchio e un Verdicchio passito, nel teatro a cento metri di lì si stanno tenendo i lavori del 40° anniversario della DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi con produttori, addetti ai lavori, giornalisti e personalità.
Si chiude alle due circa con il pranzo a buffet ma con la possibilità di restare seduti ai tavoli della stanza di degustazione, mentre arrivano dal teatro Valeria Moriconi i produttori che hanno assistito ai lavori del convegno.
Il buffet è anche l’occasione per assaggiare alcuni vini rossi particolari, come il Lacrima di Morro d’Alba di Lucchetti e qualche altra bottiglia, compreso il Rosso Conero. Tra bianchi e rossi sono in tutto una quarantina i vini che si potrebbero assaggiare.
Alla fine del pranzo con Alberto, Antonello e Fabrizio si va a passeggio per Jesi alla ricerca di un buon caffé e si va al sicuro lungo Corso Matteotti fino alla storica Pasticceria Bardi, dove ogni giorno si preparano chili e chili di paste freschissime e squisite.
Alle tre e mezza riprendono i lavori nel Teatro Moriconi. Nel foyer del teatro le belle immagini di questa straordinaria donna, splendida attrice e Jesina doc, di cui nella mia adolescenza ero platonicamente innamorato, come altri miei coetanei.
Fabrizio Noli presiede e modera i lavori della seconda mezza giornata.
Oggi si comincia a parlare di strategia imprenditoriale nel mondo del vino, argomento di profondo interesse e attualità.
Visita a Fazi Battaglia
Ben presto dobbiamo lasciare i lavori per la visita al più famoso produttore di Verdicchio che per primo, nel 1953, pensò di abbinare a questo vino l’immagine di un contenitore speciale: Fazi Battaglia.
Ad oggi è ancora il numero uno con i suoi tre milioni di bottiglie prodotte e vendute, di solo Verdicchio classico.
Si va a Castelplanio, dove ci aspetta Chiara Giannotti, la titolare dell’Azienda.
Prima di arrivare alla sala degustazione dei loro vini Chiara ci racconta la storia della famosa bottiglia, chiamata Titulus, di cui si producono circa tre milioni di esemplari ogni anno.
Un terzo della produzione va all’estero e la parte rimanente si divide in parti uguali tra ristorazione e grande distribuzione.
La distribuzione avviene con una rete di 150 agenti e con una società creata ad hoc e che importa anche distillati da tutto il mondo.
Nelle Marche Fazi Battaglia coltiva circa 300 ettari di vigneti e altri ne possiede in Toscana per una ulteriore produzione di circa 900.000 bottiglie.
Passiamo nella sala superiore per la degustazione, guidata da un personaggio veramente unico per simpatia e competenza, il bravo Dino Porfidi che da 35 anni è enologo dell’azienda.
Assaggeremo sei tipi di Verdicchio, devo dire tutti di grande livello.
Si parte ovviamente con Titulus – Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico 2007.
Il secondo è Le Moie – Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore 2007.
Il terzo è Ekeos – Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore 2007, come il precedente, ma più strutturato.
Ancora un Massaccio – Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore 1999, che richiama nel nome l’antico nome di Cupramontana
Per ultima una verticale di tre annate del San Sisto – Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Riserva: 2004 dal lotto L7327, 1995 dal lotto L7022, infine 1993 dal lotto L4209
Prima di risalire sul mezzo che ci porterà al museo delle etichette di Cupramontana una visita alle cantine e alle barricaie dell’azienda. Sono veramente belle le piccole botti dipinte da Bruno d’Arcevia e dedicate ai personaggi di famiglia, dalla regina del vino Fazi Battaglia 2004 a Maria Luisa Sparaco con simpatia del 2007. Bruno dipinge ogni anno una botte con un personaggio diverso. I colori sono pastelli delicati e i tratti sono da ritrattista esperto e navigato.
Foto Credit: Gabriella Repetto
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