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Doc e Docg

Doc e Docg: Malvasia delle Lipari

di Sergio Ronchi

MappaArticolo georeferenziato

Le Lipari o Isole Eolie si trovano a Nord della Sicilia, di fronte a Milazzo, isole conosciute per lo splendido mare e per il paesaggio; ne fanno parte Alicudi, Filicudi, Salina, Panarea, Lipari e Vulcano. Le origini di questo vino dolce ci vengono tramandate da Diodoro e risalgono al 500 a.C. circa, periodo in cui la colonizzazione greca raggiunse e si insediò anche in Sicilia e anche su queste isole. Anche nel medioevo ne abbiamo traccia, infatti attorno al 1600 si affianca ai vari vini prodotti con uve moscato la Malvasia delle Lipari per il suo aroma inebriante e il sapore dolce. Prima che la fillossera facesse la sua comparsa e distruggesse quasi completamente i vigneti, si produceva un quantitativo di vino di circa 10.000 ettolitri, poi grazie anche all'introduzione della DOC nel 1973, si iniziò a produrre nuovamente questo vino e oggi la produzione si attesta a circa 400-500 hl e il consumo è per oltre la metà dovuto al mercato interno anche se è molto apprezzato negli Stati Uniti. Il disciplinare prevede una resa di 9 tonnellate per ettaro anche se quasi tutti i produttori hanno scelto di produrre con 7,5 tonnellate per ettaro. Il vitigno previsto è "malvasia delle Lipari" 100% o anche 95% con un piccolo 5% di uve "corinto nero".

Tre sono le tipologie previste:

Malvasia delle Lipari
Malvasia delle Lipari passito dolce naturale (titolo alcolometrico18% con 9 mesi di affinamento)
Malvasia delle Lipari liquoroso (titolo alcolometrico 20% con 6 mesi di affinamento)

Nel bicchiere si presenta di un giallo dorato o ambrato a volte con sfumature rossastre. Possiamo trovare profumi di miele, fichi secchi, datteri, arancia candita, pompelmo rosa, frutta esotica, uva passa ma anche note minerali o salmastre. In bocca è dolce, avvolgente, morbido e di notevole persistenza con una delicata sapidità. Un vino così non è necessario abbinarlo a qualche piatto, è sufficiente berlo da solo, magari dopo pasto in riva al mare (per chi può), secondo l'uso locale ma comunque non disdegna i tipici dolci a base di pasta di mandorle come i "giggi", i "casateddi" o anche con i "sesamini".

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