Il bianchello del Metauro prende il nome dal vitigno Biancame con cui è prodotto e dal fiume Metauro, lungo le cui rive viene coltivato. Si tratta di un vino dalla storia molto antica infatti già Tacito ne scrive dando la "colpa" della sconfitta dell'esercito di Asdrubale proprio al troppo vino bevuto. La DOC viene riconosciuta nel 1969 e, nonostante la zona nord delle Marche sia la meno vocata alla produzione di vino in quanto il terreno e il microclima non sono dei migliori, ciò non ha impedito ai produttori di ottenere ottimi risultati. La zona di produzione del Bianchello del Metauro è posta all'interno di 18 comuni della provincia di Pesaro-Urbino in prossimità del corso del fiume Metauro. Le zone più vocate alla coltivazione di Bianchello sono quelle interne, fra cui Fermignano, Acqualagna, Fratte Rosa, Cartoceto, Fossombrone, Isola del Piano.
Una sola la tipologia prevista dal disciplinare.
Il vitigno utilizzato deve essere Bianchello o Biancame minimo 95% e per il restante 5% può essere utilizzata malvasia toscana e con titolo alcolometrico volumico minimo del 11,5%. Il colore è giallo paglierino tenue con riflessi verdognoli. Al naso è floreale e fruttato e spicca una nota di tiglio. In bocca è fresco, sapido e poco persistente. Proprio per queste caratteristiche e per la bassa gradazione alcolica è un vino che invoglia a essere bevuto, specialmente come aperitivo o con piatti di pesce leggeri e poco saporiti.
Appassionato di vino da molto tempo, ho organizzato vari eventi di presentazione prodotti utilizzando varie location a Milano, Padova, Bergamo,...
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