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Doc e Docg

Doc e Docg: Chianti Docg

di Sergio Ronchi

MappaArticolo georeferenziato

Gazzetta Ufficiale n. 219 del 18 settembre 1996
Tipologia: Chianti, Chianti Superiore
Sottozone: Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Rufina e Montespertoli
Vitigni: Sangiovese: dal 75 al 100%, Canaiolo nero fino al 10%, Trebbiano toscano e Malvasia del Chianti singolarmente o congiuntamente fino al 10%.
Possono inoltre concorrere alla produzione le uve a bacca rossa provenienti dai vitigni raccomandati e/o autorizzati per la zona di produzione delle uve e presenti nei vigneti nella misura massima del 10% del totale purché non modifichino le caratteristiche specifiche del "Chianti".
Zona di produzione: Territori delle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena.
Condizioni ambientali: Sono da considerarsi idonei unicamente i vigneti collinari di giacitura e orientamento adatti i cui terreni, situati ad un'altitudine non superiore a metri 700, siano costituiti in prevalenza da substrati arenacei, calcareo marnosi, da scisti argillosi e da sabbia.
Sono da considerarsi invece inadatti, i vigneti situati in pianura indipendentemente dalla quota altimetrica, in terreni umidi, su fondi valle e infine in terreni a predominanza di argilla pliocenica e comunque fortemente argillosi.
Densità per ettaro: Non inferiore a 3.300 ceppi
Resa massima: 9 t. per ettaro
Titolo alcolometrico volumico totale: 11,5% minimo per Chianti e per le sottozone Colli Aretini, Colli Senesi, Colline Pisane e Montalbano; 12% per Chianti" con i riferimenti alle sottozone Rufina, Montespertoli e Colli Fiorentini e per la tipologia Superiore.
Resa massima dell'uva: Non superiore al 70%.
Invecchiamento: Il vino Chianti escluso quello con la specificazione "Superiore" se sottoposto ad invecchiamento di almeno due anni, di cui almeno tre mesi di affinamento in bottiglia, può avere diritto alla qualifica "riserva" purché all'atto dell'immissione al consumo abbia un titolo alcolometrico volumico totale minimo del 12%.


Il Chianti è stato per anni Il vino dell'Italia. Conosciuto in tutto il mondo è stato esportato in notevole quantità nella sua veste tipica, la fiaschetta impagliata. Agli inizi del 1900 tanti, troppi produttori, spinti dai facili guadagni decisero di produrre qualsiasi cosa a costo di abbassare notevolmente la qualità, oltretutto aumentando sempre di più la zona di produzione.

Questo portò il legislatore a definire i confini di produzione già nel 1932. Da allora ad oggi i miglioramenti qualitativi sono stati enormi, si è cominciato dalla vigna per arrivare poi a non utilizzare più la fiaschetta ma solo bottiglie bordolesi. Oggi è difficile trovare un chianti di qualità non buona sul mercato. La zona di produzione è estremamente ampia e le sottozone definite danno infatti dei prodotti diversi tra loro anche se prodotti secondo regole comuni e da medesimi vitigni. I microclimi sono differenti così come spesso i terreni.

Il colore è rosso rubino vivace tendente al granato, al naso risulta fruttato e vinoso, a volte leggermente speziato. I profumi di more e viola mammola si ritrovano al palato così come una leggera sapidità e tannicità. E' un vino che si adatta alla cucina toscana e se giovane è preferibile su carni bianche e pollami e se più invecchiato anche su carni rosse grigliate o arrosto e con formaggi di media stagionatura.

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