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Doc e Docg: Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc

di Sergio Ronchi

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La zona del Lambrusco è quella che comprende molti comuni delle province di Modena, Reggio Emilia e Parma, in particolare nel tratto di terra tra i fiumi Secchia e Panaro. Il Lambrusco originario è, però quello di Sorbara dal quale poi si sono sviluppate le altre varietà. Il terreno sul quale si coltiva è di origine alluvionale con fondo sabbioso, ricco di sostanze organiche e adatto ad assorbire acqua. Nell'antichità la pianta veniva "appoggiata" al tronco di pioppi e olmi con lo scopo di tenere i grappoli il più lontano dal terreno umido. Il Lambrusco è un vino giovane ma di antiche origini, descritto anche da Plinio e Virgilio.
E' solo nel XIX secolo che si avrà la distinzione delle diverse sottovarietà di Lambrusco oggi conosciuti. Nel parmense le varietà più coltivate sono il "Maestri" e il "Marani"; nel modenese "Sorbara", "Grasparossa" e "Salamino"; nel reggiano invece troviamo tutte le varietà. Il vitigno utilizzato è il Lambrusco Salamino minimo 90% con possibilità di aggiunta di uve di altri Lambruschi, Ancellotta e Fortana, localmente detta "Uva d'oro".

Due le tipologie presenti per questo vino frizzante:
Lambrusco Salamino di Santa Croce Rosso, titolo alcolometrico 10,5% con spuma vivace.
Lambrusco Salamino di Santa Croce Rosato, titolo alcolometrico 10,5% con spuma vivace.

Il colore è rosso rubino di varia intensità, al naso si percepiscono sentori di fragole e lamponi; odore vinoso (esiste nelle versioni secco, semisecco o abboccato, amabile, dolce), sapido e fresco. E' ottimo con i salumi in generale e tipico è l'abbinamento con il cotechino o i salumi cotti essendo in grado di "sgrassare" la bocca. Il Lambrusco Salamino detto anche "di Santa Croce" prende il nome da una frazione di Carpi da dove sembra sia originario, in provincia di Modena. La produzione di uve è abbondante e costante nel tempo.

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