Gli esami (del Garagista) non finiscono mai
Anche il Garagista alla fine deve superare i suoi esami, ovvero deve confrontarsi con freddi numeri che indicano impietosamente le caratteristiche tecniche del suo vino. Le analisi sono davvero molto importanti e andrebbero fatte almeno un paio di volte: verso novembre, quando il vino è sostanzialmente fatto, e prima dell'imbottigliamento, in modo da poter eventualmente correre ai ripari per correggere i difetti più importanti, se ce ne sono. Esistono tantissimi laboratori che svolgono abitualmente questo compito. I migliori sono quelli accreditati dal Sinal , e possono essere trovati andando sul sito in questione e cercando sul link "laboratori accreditati" quelli preposti alle analisi enologiche.
Le analisi costicchiano. Per quelle di seguito riportate io ho speso 40 €. Si tratta delle analisi finali del mio vino appena imbottigliato in ben 40 bottiglie della annata 2008.
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- Vino rosso merlot 50% sangiovese 50%
- Gradazione 14°
- Acidità Totale 4.7 g/l
- Acidità Volatile 0.43 g/l
- Solforosa libera 0 mg/l
- Solforosa Totale 45 mg/l
All'analisi il vino risulta sano e di buona composizione, leggermente ossidato a causa dell'assenza di solforosa libera. L'acidità totale è leggermente bassa. La lavorazione è valida, ma occorre impiegare più solforosa in conservazione e prima dell'imbottigliamento utilizzare il REDUCTINE (conservante commerciale) in dose media.
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Commentiamole brevemente punto per punto.
1) Come detto nella presentazione di questa rubrica, la mia "vigna" si compone di una trentina di piante di merlot e di una ventina di ciliegiolo. Non essendo quest'ultimo ancora in produzione, per avere abbastanza uva ho acquistato a settembre una ventina di Kg di sangiovese da unire al mio merlot. Questo uvaggio evidentemente è provvisorio.
2) I 14° sono tanti, quasi troppi. Avrei dovuto vendemmiare una settimana prima, anzi avrei dovuto seguire la maturazione dell'uva con un
rifrattometro, o con un
mostimetro Babo (di questi due strumenti parleremo più avanti ampiamente). Pazienza, me ne farò una ragione.
3) Una acidità di 4.7 g/l non mi sembra male per un vino rosso, tanto più con del merlot dentro, che non è certo uva in grado di donare freschezza; quindi personalmente mi ritengo soddisfatto di questo valore, anche se l'analista non è d'accordo.
4) L'acidità volatile di 0.43 g/l è un valore molto basso, e quindi ottimo. Significa che il vino non sa di aceto, ovvero non è stato contaminato da microorganismi responsabili di tale difetto. Per legge non può essere commercializzato un vino rosso con volatile superiore a 0.9 g/l in quanto considerato irrimediabilmente compromesso. Più o meno è questa la soglia oltre la quale l'odore di aceto si sente distintamente.
5) Il valore di solforosa libera pari a zero mi lascia davvero basito. Ricordo che la solforosa libera è quella frazione di anidride solforosa non legata ad alcuna sostanza nel vino tra quelle con cui può combinarsi, ovvero attiva come antiossidante. Sono perplesso in quanto pensavo di avere aggiunto una quantità di solforosa di circa 14 mg/l all'imbottigliamento, e che di questa almeno una parte fosse rimasta libera. Evidentemente o lo strumento usato non riesce a misurare livelli più bassi di 10 mg/l, oppure la solforosa aggiunta nel tino è rapidamente svaporata durante il successivo riempimento delle damigliane e durante l'imbottigliamento, avvenuto necessariamente all'aria nel mio caso. Tutto sommato, visto che il vino non dovrà conservarsi molti anni data l'esiguità della produzione, ritengo il problema di poco conto.
6) I 45 mg/l di solforosa totale sono anch'essi inferiori a quanto mi aspettavo. Avevo calcolato circa 74 mg/l di aggiunte di solforosa, ma anche qui è evidente che le perdite durante la fermentazione e i travasi riducono sensibilmente tale valore.
Il tecnico (probabilmente un enologo) che ha commentato questi valori esprime tutto sommato un giudizio lusinghiero, anche se suggerisce di usare più solforosa (in definitiva anche l'additivo REDUCTINE ne contiene, insieme ad acido tartarico e vitamina C). Io penso che non seguirò tale consiglio e cercherò piuttosto di migliorarne il dosaggio. Cercherò anche di valutare meglio il periodo della vendemmia per avere più acidità, ma non aggiungerò altri additivi oltre la solforosa al mio vinello.
Il personale assaggio della prima bottiglia dopo nemmeno due settimane dall'imbottigliamento, mi trova abbastanza soddisfatto. La frase "leggermente ossidato" del commento alle analisi non significa affatto vino maderizzato o spento, ma piuttosto caratterizzato da un fruttone maturo e aperto che rende il vino decisamente giuggiolone, forse non finissimo ma per adesso privo di difetti evidenti.
In definitiva mi considero rimandato a settembre, in tempo per la prossima vendemmia!
Foto originale di
lumilon
Inserito da Filippo Ronco
il 04 maggio 2009 alle 11:11Fil.