Ecco le prime analisi di Claudia Donegaglia sui campioni pervenuti dai garagisti di Vino in Garage.
Quando ho accettato l’invito di Luca di collaborare con i garagisti , non sapevo a quale avventura sarei andata incontro, ho detto si in maniera impulsiva senza pensarci ; non mi aspettavo un mondo così articolato e complesso. L’idea delle analisi mi è venuta in quanto il vino si fa anche con i numeri, sono i risultati analitici dei principali parametri che possono dare un’idea precisa dello stato evolutivo del vino.
Abbiamo lanciato l’idea ed i primi quattro campioni sono arrivati.
La settimana prenatalizia è fortunatamente un disastro dal punto di vista lavorativo: sembra improvvisamente che tutti, nonostante la temperatura esterna, stiano morendo di sete. Arrivo a casa dal lavoro e trovo il primo pacco in corridoio ad aspettarmi, leggo il mittente , strappo la carta che ne riportava le indicazioni lo avverto per mail che il pacco è arrivato e mi metto a cenare. Premetto che ho una memoria a breve termine alquanto labile, il mittente al momento non mi evocava nulla non ricordavo di che tipo di vino si trattasse, com’era stato vinificato, la zona geografica di provenienza.
Vedo che si tratta di due campioni di vino rosso, trascrivo le indicazioni del tappo su un’etichetta che mi permettesse di non commettere errori e cerco di portare i vini a temperatura ambiente. Ma la pazienza si sa, non è connaturata nel mio DNA e dopo un po’ verso il contenuto delle bottiglie i due bicchieri da degustazione ed inizio a scrivere le prime annotazioni , senza preoccuparmi della temperatura di servizio, in cucina giovedì sera ho scritto le prime annotazioni.
Campione A ( assaggio del giovedì sera) totalmente alla cieca.
Sentori leggermente vegetali , di erba tagliata, , gomma bruciata, leggermente chiuso , un leggero sentore di formaggio affumicato, bellissimo colore, pieno vivace, tonalità cromatica spettacolare.
Al gusto feccioso con sentori di terra, tannino poco presente, anzi quasi vuoto, con una forte percezione di acidità volatile.
Campione B (contrassegnato con un pallino, assaggio del giovedì sera) completamente alla cieca.
Primo naso spettacolare con una complessità olfattiva intrigante , con un leggero sentore di frutta cotta che mi fa pensare allo stress idrico ed a uve scottate dal sole o leggermente surmature. Al gusto compare una leggera tannicità ma sento molto evidente l’acidità volatile.
Scrivo queste considerazione, ricolmo i bicchieri per l’assaggio del giorno seguente, chiudo le bottiglie per le analisi e non ci penso più. Il giorno dopo i numeri mi parlano fondamentalmente di due vini quasi uguali a livello analitico e nella mia testa penso al mio vino ideale: l’olfatto del secondo con il corpo del primo. Arrivo a casa rileggo la mail del mittente e scopro che era un Montepulciano, vado in cucina ad assaggiare i due bicchieri di vino finalmente arrivati a temperatura.
Il campione A finalmente si è aperto, l’odore di formaggio e gomma è sparito e il naso rivela una bella frutta rossa , una ciliegia matura pronta per essere mangiata, al gusto la percezione della volatile sentita la sera prima è sparita ed ha lasciato il posto ad una bella e guizzante tannicità. Il campione B invece ha mantenuto la complessità olfattiva della sera precedente, al gusto ha lasciato la percezione della volatile a favore di una tannicità meno invasiva del campione precedente. Test all’aria superato alla grande.
Considerazioni finali: la fecciosità mostrata del campione A è data un’eccessiva lunghezza della macerazione che ha dato si più estratto del secondo campione ma ne è andato a discapito della complessità olfattiva. Per quanto riguarda il non voler usare anidride solforosa, dopo aver assaggiato i vini mi sento di dire che poi la scelta non è stata del tutto sbagliata, in quando e sto giudicando dalle percezioni organolettiche, partivate entrambi da uve con un buono stato sanitario.
Se il vino fosse il mio colmerei bene i contenitori, assaggerei il vino una volta alla settimana. Poi prima della stagione calda, alla fine dell’inverno farei una bella chiarifica con albume, non più di 5 gr/hl questa è la dose che userei ora ma a fine inverno con ogni probabilità ne servirebbe molto meno.
Dopo una settimana farei un travaso all’aria , aggiungerei 6 gr/hl di metabisolfito e farei un nuovo controllo analitico. Passerei ad imbottigliare entro l’estate, senza se e senza ma.
Analisi dei campioni
Campione A
alcol distillazione 13,38
Zuccheri 2,03
acidità totale 5,74
ph 3,53
ACIDITà VOLATILE 0,69 ACIDO MALICO 0,17
LATTICO 0,54
SOLFOROSA 27
Campione B
alcol distillazione 13,26
Zuccheri 2,38
acidità totale 6,10
ph 3,52
ACIDITà VOLATILE 0,50 ACIDO MALICO 0,38
LATTICO 0,22
SOLFOROSA 28
[Foto di Marilena Barbera in licenza Creative Common 2.5 su Vinix]
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Inserito da Domenico Nicolò
il 24 dicembre 2012 alle 10:34non so se è possibile discutere sui risultati ma, c’è una cosa che mi ha colpito.
Se ho ben capito, il primo vino di Andrea al primo assaggio era praticamente da buttare nel lavello mentre il giorno dopo lo stesso vino era più che buono.
Ciò significa che c’è il rischio che una apra una bottiglia di buon vino ma in un primo momento beva una bevanda che andrebbe buttata mentre il giorno dopo la stessa bottiglia regala può regalare sentori di frutta rossa ecc. ecc.?
Colgo l’occasione per augurare a tutti buon Natale.
Domenico
ps: temo ( a parte tutto il resto) che se il vino di Andrea ha avuto 28 di solforosa senza aggiunta di solfiti, che il mio possa allora superare tranquillamente i 100.