Ecco alcuni interessanti spunti offerti da uno studio Vinexpo/ISWR per capire da dove veniamo e dove stiamo andando.
Ebbene sì, quest'anno andrò anche io al Vinexpo di Bordeaux: e come per tanti altri prima di me, e dei quali ho ascoltato il resoconto dell'esperienza, so già che sarà l'ennesimo sberlone per l'italiano abituato a diverse annate di Vinitaly e che, per non consumarsi il fegato, tenta di compiacersi dei minimi progressi che la kermesse veronese riesce, di tanto in tanto, a offrire.
Uno di questi è sicuramente lo zaino per la stampa: è bello, comodo, pratico, pieno di tasche e decisamente molto resistente. Ne ho ormai tre, e la possibilità che il Vinitaly possa cambiare casa, venendo affidato a diverso ente fiera, mi fa temere la perdita di questo fantastico benefit, perdita che mi indignerebbe molto di più rispetto a vedere i produttori impiegare almeno un'ora per allontanarsi in auto di qualche centinaio di metri dalla Fiera di Verona, oppure battere i denti dal freddo nelle prime ore del giovedì mattina.
Ma torniamo al Vinexpo (anche se devo ancora andarci, di fatto), e più precisamente ai risultati di uno studio realizzato in collaborazione tra Vinexpo e ISWR sullo stato dell'arte del mercato mondiale del vino e le sue prospettive per l'anno 2010, risultati che vado di seguito a esporvi.
Il consumo mondiale è in aumento
Tra il 2001 e il 2005 il consumo mondiale di vino è aumentato del 4,15%, stabilizzandosi a 227,88 milioni di ettolitri ossia l'equivalente di 30,38 miliardi di bottiglie. Ricordiamo che il dato definitivo più recente sulla produzione mondiale, quello OIV riferito al 2004, è di 298 milioni di ettolitri, mentre le previsioni OIV per il 2006 parlano di una forbice compresa tra 279 e 287 milioni di ettolitri.
Tra il 2005 e il 2010, il consumo dovrebbe aumentare ancora del 4,8% per assestarsi a 238,82 milioni di ettolitri (31,84 miliardi di bottiglie).
In 10 anni (2001-2010), il consumo dovrebbe quindi crescere di 20,02 milioni di ettolitri, per un totale di 2,67 miliardi di bottiglie. La crescita media del consumo per il periodo di riferimento si stabilizza quindi a 266,9 milioni di bottiglie l'anno. I produttori di contenitori e di chiusure possono quindi stare piuttosto tranquilli.
La spesa dei consumatori aumenta di oltre 1,9 miliardi di dollari ogni anno
Il fatturato realizzato dalla vendita di vino (vendita al dettaglio) ha raggiunto 106,98 miliardi di dollari nel 2005, registrando un aumento del 9,8% rispetto al 2001. Tale cifra dovrebbe aumentare ancora del 9,4% tra il 2005 e il 2010, per assestarsi a 117,04 miliardi di dollari.
Considerando il periodo 2001-2010 l'aumento sarà di 19,6 miliardi di dollari, con un tasso di crescita media di 1,96 miliardi di dollari l'anno.
Giusto per dare un riferimento, il fatturato mondiale è pari a quello realizzato dall'industria cosmetica mondiale o tre volte quello dell'industria mondiale discografica. Sarebbe opportuno che molti produttori se ne ricordassero o, perlomeno, si rendessero conto di essere parte di un affare piuttosto serio...
Nel 2010 gli Stati Uniti saranno il principale mercato mondiale per consumo di vino
Con un consumo di 27,3 milioni di ettolitri di vino fermo nel 2010 (12,3% del consumo mondiale), gli Stati Uniti diventeranno il primo mercato consumatore del mondo, posizionandosi proprio davanti all'Italia (27,20 milioni di ettolitri) e alla Francia (24,89 milioni di ettolitri).
La Cina e la Russia sono ormai tra i primi 10 mercati mondiali del vino
Pur continuando ad aumentare la propria produzione, toccando quota 11,7 milioni di ettolitri nel 2004 (fonte OIV), la Cina ha visto aumentare il consumo di vino del 22,45% tra il 2001 e il 2005 e dovrebbe registrare un ulteriore aumento del 35,91% tra il 2005 e il 2010. Nel 2005 è diventata il decimo paese consumatore di vino fermo del mondo e dovrebbe diventare il nono nel 2010.
La Russia, dove il consumo di vino è aumentato del 37,28% tra il 2001 e il 2005, dovrebbe diventare l'8° mercato mondiale in vista del 2010. Diamoci dunque da fare per rendere l'amico Putin e i suoi amici Nero d'Avola-dipendenti, al fine di assicurarci la continuità nelle forniture di gas per gli anni a venire...
L'offerta globale di vini si arricchisce, ma sono i segmenti più alti del mercato a registrare uno sviluppo dei consumi più rapido
I vini commercializzati tra i 5 e i 10 dollari la bottiglia (al dettaglio) dovrebbero registrare un aumento del consumo del 9,12% tra il 2005 e il 2010, mentre quelli venduti a oltre 10 dollari la bottiglia registreranno una crescita del consumo del 17,2% per lo stesso periodo di riferimento.
Contemporaneamente, i vini commercializzati a meno di 5 dollari la bottiglia dovrebbero registrare una crescita del 2,44% in vista del 2010. Nel 2005 rappresentavano oltre i tre quarti (77%) del consumo di vino fermo. Sembrerebbero dunque aprirsi nuovi spazi per il vino di qualità di fascia alta ma, attenzione, l'industria del vino australiana ha appena annunciato che sta per iniziare a dare l'assalto proprio a questi spazi: da non sottovalutare, inoltre, le possibilità offerte dalla tecnica enologica a realtà meno favorite da un punto di vista di condizioni pedoclimatiche, ma che sono in grado di lavorare con costi di produzione inferiori e, magari, essere più aggressivi ed efficaci nella proposta commerciale.
Il vino rosso rappresenta oltre la metà del consumo mondiale di vino fermo
Nel 2005, il consumo di vino rosso rappresentava il 50,19% del consumo mondiale di vino, con un aumento del 7,48% rispetto al 2001. Lo studio ritiene che si registrerà un ulteriore aumento del 7,11% tra il 2005 e il 2010, per arrivare a 113,92 milioni di ettolitri (15,19 miliardi di bottiglie).
Degno di rilievo anche il rinnovato interesse per i vini rosé (evviva!), come testimonia l'aumento del consumo mondiale del 3,84% registrato tra il 2001 e il 2005, che dovrebbe aumentare ulteriormente del 6,68% tra il 2005 e il 2010.
Quanto ai vini bianchi, che nel 2005 rappresentavano il 40,6% del consumo mondiale, l'aumento del consumo dovrebbe essere limitato allo 0,54% tra il 2005 e il 2010.
Gli Stati Uniti hanno visto crescere il loro consumo del 19,59% tra il 2001 e il 2005 e dovrebbero registrare un ulteriore aumento del 18,69% tra il 2005 e il 2010, posizionandosi davanti alla Francia e all'Italia (primo e secondo produttore mondiale). Nel 2005 gli Stati Uniti sono stati il 4° produttore mondiale e il 6° esportatore. Con un fatturato di 19,17 miliardi di dollari, gli Stati Uniti erano già il primo mercato mondiale del vino nel 2005 (per valore). Il fatturato dovrebbe aumentare ancora del 18,7% tra il 2005 e il 2010, per assestarsi a 22,75 miliardi di dollari.
Il consumo pro capite della stragrande maggioranza dei mercati mondiali del vino continua ad aumentare
E questa è una buona notizia: tra i primi 20 mercati mondiali per il loro livello di consumo per abitante (in età di consumo), soltanto 6 registreranno una regressione tra il 2005 e il 2010 (la Francia, la Svizzera, il Portogallo, l'Argentina, l'Austria e la Spagna). Tra questi, 5 sono paesi produttori e registrano livelli di consumo superiori a 40 litri l'anno per abitante. Ricordiamo che un consumo annuale medio di 40 litri l'anno equivale a una media di una bottiglia di 75 cl la settimana.
Gli altri mercati mondiali registrano aumenti regolari del consumo: tra quelli più significativi ricordiamo il Canada, il Regno Unito, la Norvegia, la Finlandia, l'Ucraina, l'Islanda. Diversamente dall'Australia inoltre, dove si produce molto ma si beve ancora poco, i consumi in Nuova Zelanda stanno crescendo a doppia cifra.
La differenza tra la produzione e il consumo mondiale di vino dovrebbe diminuire in vista del 2010
Oltre ai fenomeni climatici che, nel mondo, influenzano da un "millesimo" all'altro, il livello mondiale della produzione di vino d'uva, l'indagine ha rilevato che la tendenza approssimativa (in 10 anni tra il 2001 e il 2010) è quella di una contrazione della differenza tra la produzione e il consumo mondiale.
Tra il 2006 e il 2010, la differenza dovrebbe passare da 32,6 milioni a 23,36 milioni di ettolitri, che rappresentano l'8,7% della produzione mondiale attuale. Ricordiamo che nel 2004 (dato OIV) lo scarto registrato è stato di ben 61 milioni di ettolitri.
Ciò che lo studio non riporta è se tale previsione di diminuzione è legata, in qualche modo, agli estirpi previsti dalla ocm vino europea, dall'industria del vino australiana e a quelli già effettuati in Francia negli anni più recenti.
Gli scambi internazionali continuano a svilupparsi rapidamente
Il consumo di vino fermo importato ha raggiunto nel 2005 quota 51,3 milioni di ettolitri (24,2% del consumo mondiale), con un aumento del 20,9% rispetto al 2001. Entro il 2010 dovrebbe raggiungere i 58,82 milioni di ettolitri, registrando un ulteriore aumento del 14,65% rispetto al 2005.
Globalmente, nel periodo 2001-2010, il consumo di vino importato aumenterà del 38,6%, cioè 4 volte più rapidamente rispetto al consumo globale di vino nello stesso periodo di riferimento.
Conclusioni
Almeno fino al 2010 sembrerebbe dunque esserci un futuro in crescita per quanto riguarda il vino. I mercati diventano sempre più globali e per i consumi in calo da una parte c'è ne sono in crescita da un'altra. Sarà importante per ogni azienda capire quale possa essere il tavolo più adatto su cui giocare, se locale o globale, e cominciare a ragionare in termini di costi e profitti. Magari, prima di iniziare a fare queste cose, sarebbe pure meglio che molti che agiscono in questo settore comprendessero anche che il mondo è un po' più complesso rispetto ai confini della propria denominazione o del proprio mercato locale...
Sono nato nel 1967 a Milano e fino a qualche anno fa ho fatto il tecnico informatico: dopo una quindicina d'anni davanti a un monitor ho cominciato...
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