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Quale viticoltura cinese

di Riccardo Modesti

MappaArticolo georeferenziato

Dobbiamo davvero avere paura della Cina anche per quanto riguarda la produzione vitivinicola? Senza avere la presunzione di dare risposte definitive, cerchiamo di inserire qualche pezzo in più in questo gigantesco puzzle.

Nove milioni e mezzo di chilometri quadrati e un miliardo e duecento milioni di abitanti: grande 31 volte l'Italia, e con una popolazione 20 volte maggiore, la Cina rappresenta non solo la quarta nazione al mondo per estensione ma anche un territorio in cui le differenze climatiche e geopedologiche sono un fatto al limite dell'ovvietà. Ecco dunque che quando si affronta l'argomento "viticoltura cinese" occorre essere molto cauti e muoversi con cognizione di causa, poiché in realtà si dovrebbe parlare di "viticolture cinesi", che assumono diverse connotazioni legate soprattutto alle condizioni termiche e pluviometriche e che influenzano necessariamente l'andamento del periodo vegetativo e, quindi, della scelta della cultivar e delle strategie da adottare in campo.

Gli argomenti che andrò a proporvi in questo articolo, che spero non risulti più noioso del solito, saranno incentrati sulla caratterizzazione climatica della Cina, in riferimento come è ovvio che sia alla viticoltura.
In questo caso mi sono avvalso della cortese collaborazione di Daniela Guiducci, laureatasi in Viticoltura ed Enologia presso la facoltà d'Agraria dell'Università di Milano con una tesi dal titolo "La Vite e il Vino in Cina fra modernità e tradizione: analisi storico-geografica e aspetti tecnologici", che mi ha gentilmente concesso la possibilità di accedere ai dati in essa contenuti.

E poiché tale tesi è stata depositata presso l'Oicce (Organizzazione Interprofessionale per la Comunicazione delle Conoscenze in Enologia) di Canelli, devo ringraziare anche Giusy Mainardi, che mi ha dato la possibilità di effettuarne la consultazione "fisica". Oltre alla tesi di Daniela Guiducci, la biblioteca dell'Oicce, situata in realtà a Ricaldone, contiene molto altro materiale interessante, sia dal punto di vista storico che tecnico, sul quale varrebbe la pena compiere qualche ricognizione. In fondo c'è sempre tanto da imparare...


Dal macro...

A grandi linee, nel territorio cinese si possono distinguere tre grandi regioni climatiche:
" la regione fredda degli altipiani del Tibet-Qinghai;
" i deserti del nord-ovest, caratterizzati da inverni rigidi ed estati roventi;
" la zona orientale, soggetta al monsone estivo: quest'ultima si può ulteriormente suddividere in regione temperata fredda, a nord-est, e regione subtropicale e tropicale, nella Cina centrale e meridionale.

Più in dettaglio, considerando le sole temperature e in particolare quelle considerate attive (di seguito Ta, cioè superiori a 10° C, cioè quelle effettivamente utili dal punto di vista vegetativo), ed escludendo la regione degli altipiani sopracitata, si può compiere un'ulteriore suddivisione:

  • Ta < 800°C: regione temperata fredda, con inverni lunghi e prolungati, suoli gelati fino a 6-8 mesi all'anno, molto difficile per l'agricoltura;

  • 800°C < Ta < 1600°C: regione temperata, con valori invernali anche inferiori a -20°C ma anche con estati molto calde e tali da permettere diverse colture;

  • 1600°C < Ta < 2400°C: regione temperata tiepida, con inverni freddi ma non troppo (medie comprese tra 0°C e +8°C) ed estati calde quasi come nella regione subtropicale, dove la coltura di melo, pero, kaki e uva è molto diffusa. I suoli sono di varia natura, con presenza estesa di loess;

  • 2400°C < Ta < 4400°C: regione subtropicale, con temperature invernali sempre superiori a 0°C e, nelle zone più meridionali, coltivazioni addirittura di banane, agrumi, ananas, litchi nonchè due raccolti annui di riso. I suoli sono lisciviati, di colore dal giallo al rosso;

  • 4400°C < Ta < 5400°C: regione tropicale, con temperature medie mensili mai inferiori ai 16°C, dove si coltivano la palma da cocco, il caffè e la canna da zucchero. I suoli sono prevalentemente argillosi, di colore rosso.


Le zone vitate ricadono in parte nell'area soggetta al clima monsonico e in parte in quella a clima continentale, nel nord-ovest. Le difficoltà, in entrambi i contesti, non mancano:

  • Il clima continentale freddo e asciutto del nord-ovest (regioni di Xinjiang, Gansu e Ningxia) richiede al viticoltore l'adozione di accorgimenti particolari per permettere alla vite la sopravvivenza nel periodo invernale: i ceppi vengono quindi coperti di terra;

  • Il clima monsonico fa sì che l'estate sia piovosa, con conseguente esposizione della coltura a patologie di origine fungina: d'altro canto, l'attenuazione delle precipitazioni sul finire dell'estate può permettere una adeguata maturazione delle varietà tardive.


Così come altrove al mondo, comunque, non mancano situazioni dalle caratteristiche favorevoli alla viticoltura di qualità, ottenuti dalla felice interazione tra suolo e clima: al momento, pur in un regime di massima eterogeneità rispecchiato dalla grande differenza di qualità riscontrabile tra i vari prodotti, l'interesse si sta spostando verso i territori più collinari.


... al micro

Nel suo lavoro Daniela Guiducci ha indicato dieci regioni vitivinicole, ognuna di esse caratterizzata in base a indici climatici quali la somma delle temperature medie annue superiori ai 10°C nel periodo 1 aprile-31 ottobre (da qui in avanti indicato come somma termica ed espressa in Gg, gradi giorno, che altro non è che l'indice di Winkler) e la piovosità annuale. Come si sa, tali indici possono risultare interessanti per avere un'idea di massima del clima di un certo luogo: qui però occorre prestare attenzione, poiché se il dato è espresso solamente su scala annuale c'è il rischio di prendere delle solenni cantonate. Se vogliamo capire qualcosa rispetto al periodo vegetativo della coltura di riferimento, infatti, ciò che conta è il modo in cui essi si distribuiscono lungo l'anno. Fatto questo preambolo vi informo che i dati parziali ci sono, e che quindi possiamo tracciare un quadro un po' più accurato.

  • zona del nord-est: copre territori nelle province di Jilin e Liaoning, situate nel nord-est del Paese, dove gli inverni sono molto freddi (punte minime anche inferiori a -30°C) e tali da far preferire la Vitis amurensis, più resistente, alla Vitis vinifera. La piovosità annuale è compresa tra i 500 e i 600 mm, ma quasi la metà concentrata in luglio e agosto. La somma termica è compresa tra i 1100 e i 1400 Gg, con picchi nei mesi di giugno, luglio e agosto;

  • zona del golfo di Bohai: situata nel nord-est, non lontana dalla costa, è regione calda, piovosa in estate ma piuttosto asciutta in settembre e ottobre. Quasi la metà della produzione nazionale di uva da vino è concentrata qui. La piovosità annuale è compresa tra 560 e 800 mm, ben concentrata in luglio e agosto; la somma termica oscilla tra i 2000 e i 2300 Gg, distribuita tra maggio e settembre con picco in luglio e agosto, mentre ottobre si presenta piuttosto tiepido;

  • antico corso del Fiume Giallo: situata nella provincia di Jiangsu, nella parte orientale del Paese, è una regione calda, con piovosità annuale anche superiore agli 800 mm e concentrata nella stagione estiva, con picco elevato in luglio. Somma termica intorno a 2500 Gg, distribuita tra maggio e settembre con picchi in luglio e agosto. Problematica per eccessi di vigoria e malattie fungine: l'antidoto a questi problemi è rappresentato dall'adozione di varietà a maturazione tardiva e da pratiche colturali molto attente e rigorose;

  • area dello Shacheng: situata nella provincia di Hebei, non distante dalla capitale, è favorita da un clima mite e asciutto, abbondante illuminazione, elevata escursione termica giorno-notte, estati fresche e precipitazioni non eccessive. La somma termica è compresa tra 1600 e 1800 Gg, ed è ben distribuita tra maggio e settembre, mentre la piovosità annuale, tra i 400 e i 500 mm, si concentra tra luglio e agosto. La regione è collinare, con suoli a prevalente tessitura sabbiosa di colore bruno;

  • zona di Qingxu: situata nella provincia di Shanxi, presenta clima mite e buona illuminazione. La piovosità si aggira sui 450 mm, con massimi in luglio e agosto, mentre la somma termica è pari a circa 1800 Gg, ben concentrati tra giugno e agosto. I suoli presentano tessitura variabile, da argillosi a sabbiosi, a ghiaiosi;

  • zona di Yinchuan: situata nella provincia autonoma di Ningxia, nella Cina settentrionale, gode di clima asciutto e presenta interessanti escursioni termiche giorno-notte. La somma termica si aggira intorno a 1700 Ut, con giugno, luglio e agosto discretamente caldi, e piovosità molto ridotta, tra 180 e 200 mm, concentrata tra aprile e ottobre con picchi, se di picchi si può parlare, in luglio e agosto. I suoli sono prevalentemente sciolti, a tessitura sabbiosa, con presenza di ghiaie. L'esiguità delle precipitazioni rende indispensabile il ricorso all'irrigazione, tradizionalmente impostata per gravità e che utilizza le acque del Fiume Giallo ormai da due millenni.

  • zona di Wuwei: situata nella provincia di Gansu, si segnala in qualità di zona emergente ed è caratterizzata da clima fresco e asciutto. La somma termica è di poco superiore ai 1600 Ut, con piovosità intorno ai 180 mm. Anche qui si rende necessaria l'irrigazione. Viste queste caratteristiche prevale l'allevamento di varietà a maturazione medio-precoce e che amano il fresco, come Pinot nero e Chardonnay.

  • zona del bacino di Tulufan: situata nella regione autonoma di Xinjiang, quindi nella Cina nord occidentale, ha clima caldo e arido, al limite del rovente (massime estive anche maggiori di 45°C), ma soprattutto tanto vento e molto forte. La somma termica è compresa tra i 2600 e i 3000 Gg, con temperature molto alte tra maggio e settembre, e presenta piovosità scarsissima, intorno ai 35 mm. Qui irrigare non è una scelta, ma una necessità. Zona reputata per i vini dolci, nonché uva da tavola e produzione di uva passa;

  • area di Shehezi: come la precedente si trova nella regione autonoma di Xinjiang, a nord-ovest, regione confinante con moltissime nazioni limitrofe tra cui Russia, Mongolia e Afghanistan. Le sue peculiarità di regione montuosa e dall'altitudine media elevata consentono di allevare varietà a stagione vegetativa breve. La piovosità è attorno a 200 mm, distribuita con regolarità, mentre la somma termica è intorno a 1700 Gg. Anche qui è necessario irrigare ma l'acqua, proveniente dai nevai poco distanti, non manca davvero;

  • altopiano dello Yunnan: situato nella provincia omonima, posizionata nel sud del paese al confine con Laos, Vietnam e Myanmar (nota anche come Birmania), è regione dal clima caldo e umido nella stagione estiva ma asciutta da ottobre a giugno. La piovosità può anche superare i 1000 mm, oltre la metà concentrata tra giugno e settembre, mentre la somma termica, compresa tra 2000 e 2400 Gg, assume valori elevati parziali tra maggio a settembre.
Per dare un senso all'indice di Winkler, ricordiamo che in letteratura si ritengono valori compresi tra 1800 e 2000 Gg come estremamente favorevoli alla viticoltura di qualità: sempre dalla letteratura possiamo apprendere che valori compresi tra 1200 e 1400 Gg sono i riferimenti per la coltivazione di varietà tipiche da climi freschi quali Chardonnay, Pinot nero e Gamay.


Conclusioni

Tirando le fila, occorre notare come la maggior parte delle zone vitivinicole presentate subisce l'effetto monsone estivo, quindi caldo e pioggia a volontà, con tutti i problemi che ne derivano. Laddove, viceversa, l'effetto monsone non si verifica, le precipitazioni si rarefanno, rendendo necessaria la pratica dell'irrigazione, le differenze tra le stagioni fredde e quelle calde si fanno più marcate e la stagione vegetativa più compressa. Da questo studio a grandi linee si potrebbe concludere che la viticoltura in Cina deve necessariamente essere adattata a situazioni che, dalle nostre parti, non potremmo certo classificare come particolarmente favorevoli. Ciò non ha comunque impedito la nascita di molte aziende e un costante aumento della produzione, tale da porre la Cina al sesto posto tra i Paesi produttori su scala mondiale.

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Riccardo Modesti

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Sono nato nel 1967 a Milano e fino a qualche anno fa ho fatto il tecnico informatico: dopo una quindicina d'anni davanti a un monitor ho cominciato...

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