Oggi voglio darvi conto di un’interessante degustazione fatta presso il Club del Buttafuoco Storico, che ha sede a Canneto Pavese. Il Club porta avanti da 18 anni un vino, il Buttafuoco Storico, che ha qualità ancora sconosciute ai più e che solo attraverso un’attenta analisi, e una conseguente degustazione, è in grado di regalare grandi sorprese. Il Club si occupa appunto di valorizzare vini e cru della zona storica del Buttafuoco, che si estende tra Valle Versa e Valle Scuropasso e abbraccia i comuni di Canneto Pavese, Castana e Montescano.
Le uve da cui si ottiene questo vino sono perlopiù Croatina e Barbera, con apporti di Uva Rara e Ughetta di Canneto, tutti vitigni autoctoni, quindi. Una caratteristica interessante di questi vini è che vengono ottenuti da una vendemmia contemporanea delle varie uve, non si tratta di un taglio quindi, e che vengono imbottigliati singolarmente i cru, che sono poi anche storici, ragion per cui ogni bottiglia possiede in etichetta l’indicazione del cru stesso. Le aziende attualmente facenti parte del Club sono 13, ma vi sono già in atto richieste ulteriori per ampliarne il numero.
Questo vino è regolato da un disciplinare piuttosto severo e articolato, sottoscritto dai vari soci all’atto dell’ingresso nel Club, e verificato da una commissione di tecnici, del quale vi riporto i punti salienti:
• Il giorno di inizio della vendemmia è uguale per tutti, e si ottiene da analisi delle uve ottenute da campionamenti in vigna.
• I vini vengono assaggiati alla cieca da una commissione di tecnici che dà il benestare per la possibilità di divenire Buttafuoco Storico, e che ha la facoltà di suggerire eventuali migliorie al prodotto.
• All’atto dell’imbottigliamento viene effettuata una ulteriore degustazione alla cieca dalla commissione di tecnici: se il prodotto non raggiunge almeno gli 80/100 viene declassato.
• Ogni annata viene certificata qualitativamente attraverso l’assegnazione di un numero di “fuochi”, da un minimo di tre a un massimo di “sei”.
• L’affinamento minimo in legno è di 12 mesi, quello complessivo non deve essere inferiore a 36 mesi.
• E’ ammesso il solo uso del rovere come legno di affinamento.
• Il vino viene imbottigliato in apposite bottiglie recanti in rilievo il “marchio del veliero”.
• Le bottiglie prodotte annualmente sono, in media, circa 30.000, mentre la superficie atta a Buttafuoco Storico è di 65.000 mq.
La zona del Buttafuoco Storico
La zona del Buttafuoco Storico è stata suddivisa in tre zone, secondo le caratteristiche di giacitura dei suoli: abbiamo così, procedendo da nord a sud, la zona delle ghiaie, quella delle arenarie e quella delle argille, e, come è giusto che sia, ogni giacitura va a influenzare le caratteristiche dei vini. Anche le esposizioni dei cru è piuttosto variabile, e questi due fattori uniti insieme giustificano l’ampia differenza esistente tra i diversi prodotti.
La degustazione di Buttafuoco Storico
Detto della teoria, passiamo ora alla pratica. Armando Colombi, il direttore del Club (presidente Pierluigi Giorgi), mi ha ospitato per una degustazione alla cieca di dieci vini di quattro annate diverse, dalla 2010 alla 2007. Vi riporto qui i risultati, piuttosto interessanti, preceduti da alcune note sulle quattro annate.
• 2010: annata dal clima ottimo, ideale per la produzione di grandi vini.
• 2009: annata dall’andamento un po’ complicato per le alternanze climatiche, vendemmia un poco anticipata.
• 2008: annata dall’andamento irregolare che ha influenzato la qualità del prodotto, anche se chi ha lavorato bene ha ottenuto vini molto interessanti.
• 2007: annata dall’andamento perfetto, che ha ottenuto addirittura sei “fuochi”, il massimo possibile.
Veniamo ora ai dieci vini in degustazione, secondo l’ordine di servizio:
• Maggi Francesco, Vigna Costera, 2010: colore violaceo scuro, intenso; sentori freschi fruttati di uva in evidenza e un accenno di spezie; un vino semplice ma molto efficace, soprattutto in bocca, buono l’equilibrio e medio lunga la persistenza. Ottimo.
• Quaquarini Umberto, Vigna Pregana, 2009: colore violaceo intenso, scuro; intenso al naso, con sentori di marmellata di frutta non troppo cotti, freschi e un accenno speziato; vino fresco in bocca, di buon equilibrio e bella armonia naso-bocca, l’alcool è ben integrato nell’insieme, un accenno sapido e un finale piacevole e di grande godibilità. Ottimo.
• Calvi Davide, Vigna Montarzolo, 2009: colore rubino; sentori poco intensi al naso e un po’ cotti, quasi eterei; l’alcool è in eccesso invece in bocca, il tannino un po’ troppo asciutto, ma è fresco e piacevolmente sapido, persistenza un po’ corta. Buono.
• Colombi Francesco, Vigna Casa Barnaba, 2009: colore violaceo intenso; poco ampio ma piacevole al naso, con sentori fruttati in evidenza e con un filo di spezie; in bocca ha un buon equilibrio, con l’alcool ben integrato nell’insieme, considerati i 15% alcool un successo, buona la persistenza, vino morbido e caratterizzato da eccellente armonia naso-bocca. Ottimo.
• Tenuta La Costa, Vigna Catelotta, 2008: colore violaceo intenso; ampio al naso e intenso, con sentori fruttati, speziati e perfino balsamici; in bocca è equilibrato, dal corpo piuttosto esile ma perfettamente adeguato alla freschezza del vino e alla freschezza dei profumi, il tannino è fine e preciso, l’armonia naso-bocca perfettamente centrata. Eccellente.
• Fratelli Giorgi, Vigna Casa del Corno, 2008: colore violaceo intenso; al naso è intenso ma poco ampio, emerge un fruttato molto piacevole però; in bocca ha un tannino ancora da risolversi, ma di buona fattura, è più fresco che morbido, insomma, ancora giovane, con persistenza davvero lunga. Ottimo.
• Giulio Fiamberti, Vigna Casa del Prete, 2008: colore violaceo intenso; al naso è poco intenso ma di buona ampiezza, abbastanza fine visti i sentori fruttati un po’ cotti; in bocca è un po’ troppo caldo, fresco di acidità, buona la persistenza. Buono.
• Poggio Rebasti, Vigna Pitturina, 2007: colore violaceo intenso; naso ampio e intenso, con sentori di frutta sotto spirito e spezie; in bocca ha buon equilibrio, anche se con una punta di eccesso di alcool, ha tannino fine e morbido e una gustosa sapidità, media la persistenza. Ottimo.
• Riccardi Luigi, Vigna Canne, 2007: colore violaceo intenso; naso poco ampio e piuttosto monocorde, abbastanza fine e di buona intensità; in bocca presenta un eccesso di alcool che lo rende disequilibrato, un tannino comunque morbido e una persistenza un po’ sfuggente. Buono.
• Giorgi Franco, Vigna Garlenzo, 2007: colore violaceo intenso; naso poco ampio e piuttosto monocorde; buona l’armonia naso-bocca, ma è molto corto ed eccessivamente voluminoso in bocca, il che ne penalizza la bevibilità, buono il tannino fine e ben risolto. Buono.
Le conclusioni, se possiamo tirare le fila, sono che il Buttafuoco Storico è un vino molto interessante e che merita attenzione, dimostrando ancora una volta di più come in Oltrepò Pavese la qualità non sia un’opinione ma un fatto certo. Si tratta solo di crederci, da una parte e dall’altra, produttore e consumatore. Bene così, a presto!
Sono nato nel 1967 a Milano e fino a qualche anno fa ho fatto il tecnico informatico: dopo una quindicina d'anni davanti a un monitor ho cominciato...
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