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Mondo Vino

Lo strano caso della grande bottiglia difettosa

di Riccardo Modesti

MappaArticolo georeferenziato

Può accadere a ogni appassionato: la bottiglia acquistata in condizioni ideali e conservata con tutti i crismi del caso può rivelarsi un grande flop una volta aperta.
Può succedere a chiunque: e allora che si fa? Vediamo una storia vera accaduta in Australia.


Murray Almond è un grande appassionato di vino: ha una cantina con condizioni ottimali per la conservazione, acquista il vino appena esce sul mercato, fa parte di un gruppo di amici con i quali condivide la stessa passione. Decide di organizzare una grande serata nella quale aprirà alcune bottiglie prestigiose, la più prestigiosa delle quali è un Penfolds Grange del 1986, uno dei più blasonati vini australiani. Murray apre la bottiglia con un’ora di anticipo, la decanta con cura e poi il momento magico arriva: ma ecco la delusione. Il vino risulta appiattito al gusto e il finale troppo corto. Ciò che è avanzato del vino viene allora rimesso nella bottiglia e ritappato. Poi Murray scende in cantina e prende una seconda bottiglia dello stesso vino e la apre. Vino ok, con tutte le sue caratteristiche a posto, completamente diverso dal primo.

Il mattino dopo il buon Murray contatta il servizio di assistenza clienti della Penfolds/Foster’s - Foster’s è proprietario di Penfolds, oltre a essere l’azienda leader in prodotti alcolici in Asia e Oceania - raccontando l’accaduto, descrivendo il difetto come “il profilo gustativo e il finale risultano influenzati da un difetto di tappo di basso livello”. Gli rispondono di mettere la bottiglia in frigorifero e di attendere il giorno dopo un corriere pagato da loro che verrà a ritirare la bottiglia difettosa per una valutazione e una sostituzione. Niente di che, poiché questo è il modo in cui il servizio di assistenza clienti lavora, come già sperimentato in altre sfortunate situazioni precedenti dallo stesso Murray.

La risposta arriva dopo tre settimane: in essa si parla di un panel di ex-winemakers che ha valutato il contenuto della bottiglia e ha concluso che non vi sono difetti dovuti al TCA e che la bottiglia doveva essere decantata con maggior anticipo per eliminare il carattere di solfito - leggi riduzione -. La bottiglia non risultava quindi difettosa, non sarebbe stata sostituita ma che la Penfolds/Foster’s offriva una bottiglia di Bin 389 - uno dei vini di punta - come “beau geste”.

Si tratta di un problema che può capitare a chiunque, ma la storia di Murray fornisce ulteriori spunti di riflessione sulla modalità con cui il produttore ha liquidato la vicenda. Intanto Murray: è una persona la cui autorevolezza nel settore è riconosciuta da partecipazioni a forum, nonché dall’essere conosciuto all’interno della Penfolds/Foster’s. Poi la risposta: si parla di vino in riduzione e di nessun problema di tappo. Ben si sa che anche senza arrivare al vino che sa di tappo il tappo - ovviamente di sughero - stesso può andare a influire negativamente sulle caratteristiche organolettiche del prodotto, un difetto che anche un panel di ex-winemakers può non riuscire a riconoscere perchè finché si tratta di trovare il classico difetto di tappo tutto è più semplice.

Inoltre, un’analisi sensoriale condotta su un vino aperto da settimane non può essere attendibile: l’ossidazione va infatti a coprire gli eventuali sentori di tappo.
A tutto questo uniamo il fatto che, a causa di aspetti legati alla sicurezza, le leggi australiane non permettono di effettuare un’analisi completa su un vino già aperto, tutt’al più è possibile effettuarne una sola analisi olfattiva. E’ chiaro però che la Penfolds/Foster’s deve proteggersi in qualche modo da quelli “che ci provano”, soprattutto su una bottiglia che costa qualcosa come 500 dollari australiani. Solo che il caso di Murray non è stato gestito bene. Non si può pensare che per cambiare una bottiglia il vino deve solo “puzzare” di tappo, perché esistono anche altri difetti e questi vanno considerati con attenzione. Il caso di Murray, inoltre, è stato pubblicato su molti tra blog e testate online di settore: sicuramente si tratta di una pubblicità negativa che va a colpire la Penfolds/Foster’s.

In conclusione: le grandi bottiglie allettano decisamente lo spirito degli appassionati del buon bere: occorre incrociare le dita, però.
Infine: non certo per questa storia, Foster’s potrebbe uscire dal comparto vino molto a breve a causa di risultati economici poco favorevoli. Forse questa storia illumina su dette intenzioni.

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3 Commenti

Inserito da Gianpaolo Paglia

il 10 febbraio 2009 alle 08:31
#1
E' difficile commentare questa vicenda. Certo, e' vero che l'azienda deve stare dalla parte del cliente, ma come valutare un vino di oltre 20 anni, che non presenta problemi evidenti di tappo o altri che possono essere analiticamente misurati? Solo con l'assaggio, come giustamente dicevi tu, e' impossibile credo individuare un problema su una bottiglia di quell'eta' aperta da giorni. Il difetto riscontrato, gusto appiattito e finale troppo corto, sembra appartenere a quella serie di difetti legati probabilmente al tappo, ma non tanto ad un difetto dello stesso, quanto alla inevitabile variabilita' dell'evoluzione di un vino in bottiglia derivante da microscopiche differenze od imperfezioni che vengono esaltate nel corso degli anni.
In sostanza? Mah, forse avrebbe fatto meglio a cambiare la bottiglia e chiuso li', bisogna vedere quanti casi simili l'azienda si trova a fronteggiare, e probabilmente andava valutata la credibilita' del personaggio, la storia della bottiglia, ecc. E' un po' un caso limite direi. A conti fatti Penfold's ci guadagnava a cambiarla, questa e' la mia impressione.

Inserito da Luca Risso

il 10 febbraio 2009 alle 09:49
#2
Il fatto che Murray fosse famoso secondo me non giustifica un trattamento più riguardoso.
Dalla mia poca esprienza e da quello che leggo in giro, dopo 20 anni anche nel caso delle bottiglie più pregiate, è più probabile riscontrare qualche problema che trovare un prodotto perfetto (perfetto riferito poi a quale modello?). Fa parte della lotteria.
Luk

Inserito da Paolo Carlo Ghislandi

il 12 febbraio 2009 alle 13:27
#3
Credo che chi acquista e colleziona bottiglie da lungo invecchiamento debba mettere in conto il rischio che statisticamente qualcuna potrebbe guastarsi e credo che questo faccia anche parte del fascino dell'invecchiamento e restituisca maggiore valore alle bottiglie che, invece, restituiscono il vino perfetto.
Vero anche che la cantina acquisisce maggiore prestigio tanto maggiore è la sua capacità di produrre vini che non si guastano con l'invecchiamento.
Sulla sostituzione sono perplesso, se un mio cliente mi dice che secondo lui il vino ha subito un difetto attribuibile al tappo ed io lo riscontro ( anche se non sa di tappo ) sono io ad insistere perchè ne accetti ugual quantitativi in omaggio, ma non so onestamente se dopo 20 anni farei lo stesso.. tanti e troppi fattori di mezzo, probabilmente non avrei manco più lo stesso vino da cambiare e quindi credo che al massimo ad un buon cliente offrirei un cambio con un vino diverso, in segno di rispetto, o magari lo terrei gradito ospite a prazo...
Ciao
Paolo

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Riccardo Modesti

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Sono nato nel 1967 a Milano e fino a qualche anno fa ho fatto il tecnico informatico: dopo una quindicina d'anni davanti a un monitor ho cominciato...

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