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Varie ed eventuali, novità dall'estero, di Riccardo Modesti

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Varie ed eventuali, novità dall'estero

di Riccardo Modesti

Questo mese vi propongo una serie di notizie di vario genere. Si va dall’andamento vendemmiale in California, passando per un’interessante innovazione tecnologica, un documentario che ha fatto scalpore, fino all’andamento dei vini di Bordeaux sul mercato britannico.
Buona lettura.

La vendemmia in California sarà ridotta rispetto all’anno scorso, addirittura il 30% in meno: tutto ciò a causa di forti gelate invernali e primaverili, nonché a ondate di caldo torrido sopraggiunte durante l’estate. Le gelate sono state le peggiori degli ultimi 30 anni, soprattutto nella parte settentrionale della costa californiana. Oltre alla riduzione si segnala un forte anticipo, addirittura un paio di settimane, e questo nonostante il tempo più fresco che ha caratterizzato il mese di settembre. Le varietà più colpite sono state Merlot, Syrah e Zinfandel, mentre per Pinot nero, Pinot grigio e Sauvignon blanc le rese stimate saranno prossime a quelle dello scorso anno. Venendo alle zone più note, a Sonoma si stima una perdita del 15%, mentre a Napa tale perdita dovrebbe attestarsi attorno al 10%.

Ma il grande caldo non colpisce solo l’uva, ma anche il vino. A risolvere l’annoso problema dei colpi di caldo ricevuti dal vino durante il suo trasporto c’è una piccolo ritrovato della tecnologia: grande quanto una confezione di zucchero, si tratta di un sistema programmabile in grado di indicare se una determinata temperatura è stata superata e per quanto tempo. L’idea è di imballare in una cassa di vino tale apparecchio e verificare a destinazione, tramite l’accensione di segnali luminosi, se le condizioni di trasporto siano state idonee o meno. Il monitor, realizzato dall’azienda PakSense Inc., è già in uso da un paio d’anni per le spedizioni di cibi, e solo di recente ha trovato un’applicazione nella spedizione dei vini. Quanto costa? WTN, un’azienda che si occupa di spedizioni di vini, lo fa pagare 20 dollari alla cassa.

Andiamo in Australia, dove la diffusione in televisione di un documentario britannico sui vini “Frankenstein” ha causato grande sconcerto anche a causa di precise accuse sull’uso di additivi e aromatizzanti da parte di due delle più importanti aziende australiane, precisamente Jacob’s Creek e Hardy. La conclusione: molti dei vini australiani sono stati paragonati a nient’altro che delle cola alcoliche. Tra gli additivi sono stati nominati anche lieviti, acido tartarico, acido ascorbico, caseinato, gelatine, uova, tutti “ingredienti” normalmente utilizzati durante le varie fasi di produzione anche dalle nostre parti da molte aziende che producono vino.

La reazione da parte dell’AWBC, Australian Wine & Brandy Corporation, è stata ovviamente molto dura, anche perchè, come succede in questi casi, getterebbe un’immagine di discredito sull’industria del vino nel suo insieme: la cosa, considerato che il mercato inglese è tra i più importanti si tradurrebbe in una catastrofe commerciale. Pur ammettendo la possibilità che esistano dei “furbastri”, la AWBC ha ricordato come tutti i vini destinati alla vendita sia in Australia che all’estero passino attraverso controlli molto severi, e che molti dei prodotti utilizzati in cantina sono di origine naturale se non direttamente presenti nell’uva, come l’acido tartarico. Inoltre, l’uso di questi prodotti fa parte di normali pratiche di cantina e perfettamente legali e accettate. Il documentario ha però anche trattato del nostro scandalo scoppiato nei giorni del Vinitaly, quello relativo al vino “Frankenstein” di casa nostra. Sembra quindi che anche in questo caso si sia voluto sparare ad alzo zero anche su cose perfettamente lecite, sebbene magari non condivisibili per certi aspetti.

Buone notizie per l’export francese oltremanica: i vini di Bordeaux segnano rialzi sia in volume (+13%) che in valore (+52%) decisamente positivi, e tutto questo nonostante un euro ancora decisamente forte rispetto alla sterlina britannica. Il “claret” di Bordeaux, nome con cui si fa riferimento in terra d’Albione ai vini bordolesi, gode anche di un successo legato alla qualità della vendemmia di riferimento, la 2005, decisamente di grande qualità. Impressionanti i risultati dei vini nella fascia di prezzo compresa tra le 6 e le 10 sterline, +118% in valore.

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Sono nato nel 1967 a Milano e fino a qualche anno fa ho fatto il tecnico informatico: dopo una quindicina d'anni davanti a un monitor ho cominciato...

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