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Attiviamo l'Oltrepò

Un mondo di Pinot Nero

di Riccardo Modesti

MappaArticolo georeferenziato

“Un mondo di Pinot Nero”, cita uno slogan forgiato dal Consorzio di Tutela Oltrepò Pavese per caratterizzare in qualche modo la fantasmagoria di vini prodotti nel magico pianeta oltrepadano. Un altro paio di slogan, di qualche tempo fa, recitano invece: “Il Pinot Nero non teme confronti”, e segue “Siamo Pavesi, beviamo Pavese”. Allora, vedo subito una contraddizione in termini: tra il “Mondo di Pinot Nero” e “Siamo Pavesi, beviamo Pavese” vedo la solita incredibile dicotomia di pensiero che caratterizza e, ahimè, penalizza, questa terra magnifica, i suoi bravi viticoltori e i suoi ancora pochi, purtroppo, eccellenti vini.

Come si fa a parlare infatti di “Mondo” e “Pavesi” (non l’Autogrill della mia infanzia) pur vivendo tra Retorbido e Rovescala, accidenti, senza capire che se non la si smette di pensare a Pavia e basta sia impossibile conquistare il Mondo?
Il Pinot Nero è davvero l’uva che può farti conquistare il mondo, infatti. E’ circondata da un’aura misteriosa di leggendarie vendemmie, di complicazioni infinite in campagna, di vinificazioni difficili…

Mah, io conosco una persona che fa un eccellente pinot nero semplicemente curando maniacalmente la propria vigna, una magari ben esposta e con il terreno adatto (terroir) e basta: in cantina ci lavora sì, ma neanche tanto, e il suo vino è un vero vino, cioè un Pinot Nero che sa di vino, non di acqua colorata come talvolta trovi dalle leggendarie Borgogna e Alto Adige, i riferimenti rispettivamente mondiali e italiani per la tipologia.

E allora? Beh, a me il “Mondo di Pinot Nero” ha da sempre ricordato, per assonanza, quella canzone di Gianni Morandi, “Un mondo d’amore”: lì si parla di un “grande prato verde dove nascono le speranze, che si chiamano ragazzi”, e così via.

Chissà, forse quel “prato verde” è proprio l’Oltrepò Pavese, dove i prati verdi esistono ancora, dove tante speranze esistono, e dove mi dicono ci siano tanti ragazzi giovani in fermento, pronti a spaccare il mondo.
Si, ma solo un “Mondo di Pinot Nero”, sia inteso!

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Sono nato nel 1967 a Milano e fino a qualche anno fa ho fatto il tecnico informatico: dopo una quindicina d'anni davanti a un monitor ho cominciato...

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