Piccola guida alle denominazioni e indicazioni statunitensi.
Per non avere sorprese e poter scegliere in tranquillità.
Conoscere un vino significa anche conoscerne l'etichetta: per apprezzare debitamente un vino prodotto oltreoceano, è quindi necessario conoscere gli elementi comuni e le differenze con le indicazioni e denominazioni europee. Gli Sati Uniti approvano e riconoscono più di trecento diverse varietà di uve, cresciute in centosessanta diverse regioni. I coltivatori americani sono liberi di piantare qualsiasi varietà preferiscano su ogni tipo di terreno, e combinarle in bottiglia. Non è raro vedere blend di Tempranillo e Sangiovese, o Chardonnay e Sauvignon Blanc. E chi lo sa - forse tutti e quattro saranno imbottigliati insieme, un giorno.
Negli ultimi vent'anni, in America sono state approvate molte nuove leggi sull'etichettatura - alcune modellate sulle leggi europee, ma molte altre create da zero man mano che si imparano cose nuove su un territorio così vasto. Gli Stati Uniti sono uno stato dedito all'enologia da poco (meno di duecento anni) e nuove regioni vengono scoperte di continuo. Alcune hanno sviluppato un'ottima reputazione più velocemente di altre e anche qui, come in Europa, oggi le leggi proteggono contro chi cerca di approfittarsene.
Non è sorprendente che la prima regione vinicola statunitense a essere stata protetta sia anche la più famosa e rispettata, la Napa Valley. Per dichiarare la provenienza dalla Napa Valley sull'etichetta, la legge impone che l'85% del vino provenga dai confini di Napa. Sembra ovvio, ma aziende di altre regioni erano solite scrivere la parola "Napa" sull'etichetta per motivi di marketing.
Delle buone uve Cabernet dalla Napa Valley possono vendersi per duemilacinquecento dollari a tonnellata, mentre la stessa uva cresciuta nella valle della California non supera i centottanta. Ora anche la regione del Sonoma è ora in tribunale per ricevere una simile protezione. La California fu la prima a etichettare le bottiglie con il tipo d'uva negli anni '60. Per indicare il tipo d'uva sull'etichetta - chardonnay, merlot, ecc. - almeno il 75% del vino nella bottiglia deve essere di quella varietà. Questo può apparire insolito, visto che la maggior parte degli stati europei preferisce indicare la regione, fiduciosi che il consumatore conosca le varietà permesse dalla legge. Le blend che non hanno almeno il 75% di una singola varietà sono chiamate "vini da tavola". Questo termine, sfortunatamente, ha una connotazione negativa per molti consumatori, malgrado alcuni dei migliori vini americani siano blend. Per combattere questo pregiudizio, i produttori americani hanno il permesso di chiamare i loro vini come vogliono, e spesso si inventano nomi fantasiosi come Red Truck, Conundrum o Fat Bastard, per dirne qualcuno. La Meritage Society è stata creata per promuovere vini composti solo di varietà di Bordeaux (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Petite Verdot e Malbec).
Pagando una quota, i produttori possono indicare sulla bottiglia "Meritage Wine", una denominazione sempre più riconoscibile nell'ultima decade.
Tutto questo fa parte di una regola conosciuta come la regola del 75-85-95 percento. L'85% di un vino dev'essere di una singola annata per poter indicare l'anno in bottiglia, e per indicare una vigna specifica (es. la Peter's Vineyard) il 95% deve provenire dalla vigna stessa. La stragrande maggioranza opta però per il 100%: infatti, spesso le bottiglie hanno l'indicazione "Estate Wine" sull'etichetta, e questo significa che il 100% delle uve è stato coltivato sulla proprietà dell'azienda e che il risultante vino è stato interamente prodotto lì. Tale indicazione viene spesso considerata un marchio di qualità, perché il produttore ha avuto il completo controllo del suo prodotto.
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