Vini a Confronto di questo mese è del tutto particolare poichè prende spunto dal grande tasting organizzato dalla rivista Civiltà del Bere e Verona Fiere nell’ambito di Vinitaly 2009 che si è svolto nella grande sala Argento del Palaexpo veronese, il cui titolo era esplicativo della gran qualità dei vini presenti nei bicchieri: Dodici Bianchi Immortali, la splendida dozzina che resterà nella storia. Duecento selezionati degustatori d’ogni parte del mondo hanno partecipato all’evento nel quale i vini bianchi, tutti di grande invecchiamento, spaziavano dal 2004 fino al 1987.
Durante gli assaggi si sono alternati momenti di silenzio a diffusi mormorii di stupore per l’incredibile stato di forma di tutti i campioni. Una bellissima esperienza sensoriale queste dodici etichette, grandi espressioni di vini bianchi da varie zone d’Italia, i produttori scelti hanno ricercato in cantina nelle loro riserve storiche le annate migliori dando luogo ad un panorama enologico molto interessante che ha sfatato un luogo comune, ovvero che in bianchi del nostro paese non riescono ad essere veramente longevi.
In Italia i vini bianchi sono sempre stati considerati decisamente meno dei rossi, d'altronde anche per le aziende è sempre stato molto più difficile ed anche più costoso produrre un grande vino bianco rispetto ad un rosso. Pochi importanti produttori italiani lungimiranti già oltre 25 anni fa hanno messo in cantiere bianchi di struttura fermentati ed affinati in legno capaci di durare nel tempo, in seguito, da una dozzina di anni a questa parte, altri hanno seguito la scia dei Bianchi californiani, producendo vini muscolari, pieni di legno, riuscendo ad ottenere prodotti per lo più pesanti ma in grado di reggere al trascorrere del tempo.
Oggi scelte più oculate hanno portato a produrre, in varie regioni italiane, vini eleganti, pieni di freschezza ed adeguata struttura, ma veramente pochi di questi possono vantare la possibilità di essere apprezzati realmente a distanza di tanti anni dalla loro nascita.
Tra le dodici bottiglie degustate ho deciso di parlare in particolare di due vini, entrambi del 1993, ed entrambi ottenuti da Chardonnay, provenienti da due regioni di non grande tradizione bianchista, il Piemonte e la Toscana, a dimostrazione che il grande lavoro in vigna ed in cantina può produrre risultati straordinari.
Pomino Benefizio Bianco Riserva Doc 1993
Frescobaldi Castello di Pomino
Via Santo Spirito 11 – 50125 Firenze (Fi) Tel: 05527141 Fax: 055211527
Alcol : 13%vol. - Bottiglia : 0,75 l – Vitigno: Chardonnay 100%
Data degustazione : 04/2009
Da oltre settecento anni la famiglia Frescobaldi è dedita alla produzione vinicola da 1300 ettari di vigneti sparsi in nove tenute in Toscana. Il Castello di Pomino è opera cinquecentesca dell’architetto fiorentino Gherardo Silvani e ospita le cantine dell’azienda, sono 108 gli ettari coltivati a vigneto ad un’altitudine tra i 300 e i 750 metri s.l.m. su terreno leggermente acido con un clima fresco e asciutto. Nella seduta di assaggio del Vinitaly il marchese Leonardo Frescobaldi introduce questo bianco che degustiamo a 16 anni dalla vendemmia: il Pomino Benefizio proviene da un singolo vigneto d’uve Chardonnay coltivate a 700 metri d’altitudine, il vino è maturato 8 mesi in barriques ed è affinato ben 15 mesi prima di uscire dal castello. Nel bicchiere è cristallino e si presenta dal suadente colore giallo dorato, di consistenza estrattiva. Al naso mi impressiona la sua grande stoffa, il profumo è intenso ed avvolgente, con sentori di frutta gialla, anice, vaniglia e piacevoli note minerali. In bocca dal corpo ricco ed elegante ha ancora vive note di freschezza ed un finale frutto/minerale di grande lunghezza mostrando tutta la sua aristocrazia e grande longevità. Affascinante.
Voto di TigullioVino.it (da 1 a 5 chiocciole) : @@@@@
Piodilei Chardonnay Langhe Doc 1993
Pio Cesare
Via Cesare Balbo,6 19 – 12051 Alba (CN) Tel: 0173440386
Alcol : 13%vol. - Bottiglia : 0,75 l – Vitigno: Chardonnay 100%
Data degustazione : 04/2009
Pio Boffa, quarta generazione della famiglia Pio Cesare racconta come sia stato tra i primi nelle Langhe ad impiantare lo Chardonnay ed a produrre un bianco fermentato ed invecchiato in barriques. Il vino è dedicato alle donne di famiglia, nasce dalle vigne piantate nel 1980 alla Cascina il Bricco di Treiso, le uve sono state raccolte a buon grado di maturazione, hanno subito pressatura soffice e decantazione a freddo, il vino ha fermentato in barriques di Allier ed è rimasto sui lieviti in legno per quasi un anno. Arriva in bellissima forma a 16 anni dalla vendemmia, nel bicchiere è cristallino e dallo splendido colore dorato caldo, ruota sulle pareti del bicchiere di consistenza mostrando ricchezza d’alcool e d’estratto. Al naso mi piace moltissimo, le intense sensazioni olfattive d’eleganza e finezza si concretizzano con note di dolcezza fatte di frutto, spezie e balsamicità. L’entrata in bocca è di pienezza, mostra ancora freschezza, legno equilibrato non prevaricante sui voluminosi ritorni fruttati e minerali, ed una chiusura con lunga persistenza aromatica intensa inebriante. Splendido.
Voto di TigullioVino.it (da 1 a 5 chiocciole) : @@@@@
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