Con i vini di Sante Orsini si arriva in centro Italia, nella zona di Orvieto. Vorrei assegnare a Sante il premio per il miglior involucro per contenere i campioni, davvero a prova di corriere maldestro. Mi vengono presentati due vini.
Il bianco
Si tratta di un uvaggio di autoctone presenti sul territorio: Procanico, Grechetto, Verdello, Druppeggio e Malvasia. Più volte ho espresso qualche perplessità su questa procedura, se si tratta di uve che maturano in epoche diverse. Le uve sono state raccolte il 4 ottobre, diraspate e lasciate a macerare sulle bucce; poi sono stati seguiti i canoni della vinificazione tradizionale, con aggiunta di lieviti selezionati di cui non viene specificata la tipologia. Travasi e con regolari aggiunte di solforosa e dimora in acciaio.
Note di degustazione
Giallo paglierino intenso tendente all'oro. All'olfatto presenta ancora delle note verdi ed un po' slegate- Al gusto è acido e persistente, con una bella nota tannica abbastanza levigata sul finale. Davvero una bella freschezza e persistenza.
Le analisi
alcol distillazione 13,11%
pH 3,19
acidità totale 6,20 g/l
acidità volatile 0,25 g/l
anidride solforosa 40 mg/l
Se il vino fosse mio
Sante non mi indica le sue aspettative sul vino. Se lo vuole consumare a breve suggerirei una leggera chiarifica con PVPP per attenuare le note amare. Vista la gradazione alcolica escluderei a priori una rifermentazione. Ma allungare l'invecchiamento no???
Il rosso
60% montepulciano e 40% sangiovese. Essendo due uve che maturano fisiologicamente a distanza di qualche giorno l'una dall'altra, il mio dubbio è sempre il solito: quale delle due uve è stata raccolta in un momento sbagliato??? Vendemmia il 12 ottobre e macerazione a cappello sommerso; non viene specificato se vengono utilizzati lieviti selezionati. Svinatura il 26 ottobre, chiarifica con bentonite il 2 novembre (sono davvero curiosa di sapere il motivo di questa aggiunta, io nei rossi non uso la bentonite da anni).
Note di degustazione
Pensando alla mia vendemmia 2014, alla fatica che ho fatto in cantina per conservare il colore rosso, davvero tanto di cappello per l'intensità cromatica del vino.
Il naso si presenta con una bella espressione di piccoli frutti rossi che lasciano subito spazio ad una nota erbacea evidente. Al gusto purtroppo una nota amara sovrasta su tutto. I torchiati sarebbero dovuti forse essere gestiti diversamente
Le analisi
alcol distillazione 12,23%
pH 3,55
acidità totale 4,90 g/l
acidità volatile 0,38 g/l
anidride solforosa 32 mg/l
Se il vino fosse il mio
Se si vuol consumare subito: 15 g/q di albumina e passa la paura!
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Inserito da Sante Orsini
il 18 marzo 2015 alle 20:44Queste analisi sono una bella soddisfazione, grazie!
venendo alle note di vinificazione, gli uvaggi non sono una mia scelta ma li ho trovati tal quali nella vigna. Nelle misurazioni che ho fatto prevendemmia non ho rilevato particolari differenze di maturazione, in ogni caso la mia organizzazione dei tempi non mi lascia molte scelte e possibilità di vendemmie scalari. Non ho usato lieviti selezionati, la fermentazione ė avvenuta spontaneamente. Riguardo alle potenzialità di invecchiamento: concordo, anche altre annate miglioravano col tempo. (Per chi vuole testare le potenzialità di invecchiamento dell'Orvieto suggerisco "campo del guardiano" dell'azienda agricola Palazzone).
Sul rosso, idem, non ho alternative e niente lieviti selezionati. Sono contento che l'espediente di vinificare a cappello sommerso chidndo la botte con il galleggiante pneumatico abbia funzionato. (la classica fortuna dei garagisti). Sulla bentonite in realtà l'ho usata perche l'avevo e ho letto che al massimo decolora un po o, ma effettivamente se ne poteva fare a meno. sull'amaro, volendo invecchiare il vino cosa mi consigli?
Di nuovo grazie per i consigli .
saluti
Sante