Aglianico
Delle origini e della diffusione dell'Aglianico abbiamo parlato e discusso l'anno scorso dal momento che Luigi è ormai un fedelissimo garagista; passiamo così alle note di vinificazione. Il piede di fermentazione è stato fatto dieci giorni prima della raccolta; sono stati fatti poi sette giorni di macerazione e sono stati aggiunti 5 gr/hl di metabisolfito.
Il vino ora riposa in legno.
Il colore è bellissimo, pieno e compatto. Il naso è ancora scomposto e vegetale, la bocca è piena e vegetale, grassa e con un a frazione tannica già abbastanza equilibrata. Scaldandosi nel bicchiere esce una nota netta di ciliegia ben definita, larga e croccante. Il giorno dopo dal bicchiere esce una forte nota di cioccolata ed inizia a far capolino un po' di pepe. Ha ancora acidità da vendere, nascosta dalla gradazione alcolica e del leggero residuo zuccherino.
Alcol distillazione 13,19%
zuccheri 0,44%
alcol complessivo 13,45 %
pH 3,30
acidità totale 9,30 g/l
acidità volatile 0,55 g/l
anidride solforosa totale 40 mg/l
Questo Aglianico ha buone possibilità di diventare un vino longevo, il pH basso è estremamente interessante in quanto corrisponde ad un particolare effetto antiossidante. Il vino ora riposa in barrique di secondo passaggio che prima avevano contenuto Cabernet.
La funzione di micro ossigenazione che ha la barrique in questo caso è molto importante per la stabilizzazione degli antociani e della materia colorante. Nel caso del vino di Luigi si tratta di barrique con una tostatura elevata che esaltano le note minerali.
Prima di utilizzare le barrique vuote si consiglia di riempirle con acqua solfitata all'1% per qualche giorno, questa operazione ha la funzione di reidratare il legno.
Per quanto riguarda l'affinamento in legno dell'Aglianico io non lo prolungherei oltre i 24 mesi anche a causa dell'elevata tostatura delle barrique. Raccomando anche la verifica mensile della colmatura delle barrique stessa.
Provocazione enoica per Luigi: vista l'acidità, il colore e la tessitura tannica, hai mai valutato l'idea di effettuare anche un rosato da salasso?
Malvasia
Io ho una predilezione sfegatata per i vini aromatici perché capisco e conosco la difficoltà di avere una pulizia e nitore olfattivo come quella che è riuscito ad ottenere Luigi. Si deve avere un'uva perfettamente sana e ad un giusto grado di maturazione per avere il giusto equilibrio olfattivo.
La Malvasia è un'uva aromatica e ricca di personalità che ha origine dalla cittadina greca di Monemvasia nell'isola di Candia, l'attuale Creta. Monemvasia era un porto commerciale e con il passare del tempo divenne di uso comune chiamare con il nome del porto il vino che veniva trasportato in partenza da quella zona.
Allo stato attuale ci sono 17 varietà di Malvasia iscritte al registro ampelografico nazionale.
Luigi ha effettuato il piede una settimana prima della raccolta, ha lasciato il mosto a contatto con le bucce per un giorno, al raggiungimento dei 6 gradi babo ha filtrato con il filtro a sacco poi con i cartoni.
Il vino mi è piaciuto moltissimo.
Il colore è giallo paglierino intenso tendente all'oro antico, il naso è complesso con note che vanno dalla pera William alla mela cotta al forno; successivamente fanno capolino spiccate note agrumate persistenti.
Al gusto è leggermente effervescente, gradevolmente acido e con una deliziosa nota salata che lo rende di una persistenza esagerata.
Alcol distillazione 8,46%
zuccheri 4,44%
alcol complessivo 11,12 %
pH 3,40
acidità totale 6,85 g/l
acidità volatile 0,28 g/l
anidride solforosa totale 24 mg/l
Se il vino fosse il mio potrei decidere di seguire due strade: o vino fermo con residuo zuccherino o frizzante rifermentato in bottiglia. Tu Luigi che strada vuoi seguire?
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Inserito da luigi ferrente
il 01 gennaio 2015 alle 18:03