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Vino in garage

Il rosato (e non solo) di Andrea

di claudia donegaglia

Andrea Sala ha fatto il bis.

Primo campione: un rosato di Scanzo

Il primo campione in analisi è il rosato ottenuto dal salasso del rosso Merlot e Cabernet con l’aggiunta del 30% di Moscato di Scanzo. Il salasso è un intervento che si fa in cantina per ottenere vino rosati da uve rosse, oppure per concentrare in termini di aromi e polifenoli un vino rosso quando le uve non raggiungono una maturazione ottimale.

Tecnicamente questa pratica si fa togliendo una frazione di mosto prima dell’inizio della fermentazione alcolica, per tutti quelli che pensano che i garagisti siano ancora alle aste dell’enologia. I vini rosati soffrono in genere di mancanza di comunicazione dal momento che, tante volte, il consumatore finale non li considera vini fino in fondo, ma un taglio fra bianco e rosso, senza una identità ben precisa. Questo a volersi ben documentare, non è affatto vero. In Italia abbiamo eccellenti rosati nel Salento, in Abruzzo (il Montepulciano Cerasuolo ) e intorno al Lago di Garda. In cucina i rosati possono dare abbinamenti interessanti, quando un bianco potrebbe sparire ed un rosso sovrastare le pietanze.
Ricordiamoci anche che i rosati non hanno la struttura dei vini rossi, sono meno astringenti, hanno la freschezza dei vini bianchi ed hanno un colore intermedio fra bianco e rosso in tutte le sue sfumature.

A me il rosato di Andrea è piaciuto molto, molto. Al primo naso si trova una bella fragola matura attorniata da tanti piccoli frutti rossi, la definizione classica dei descrittori rosati, denso fitto ad ogni girata di bicchiere. Un vino che mette allegria, con un’acidità che produce salivazione.

Ecco i dati
Alcol distillazione: 12,79%
Zuccheri: % 0,11
Alcol complessivo: 12,85%
pH: 3,12
acidità totale: 6,55 g/l
acidità volatile 0,38 g/l
anidride solforosa totale 32 mg/l
anidride solforosa libera :2 mg/l

Questo vino non ha bisogno di nulla, come si dice è il classico vino a cui manca solo il tappo. Dato che è passato qualche giorno da quanto ho ricevuto il campione non ricordo se Andrea ha specificato come e quando lo vuole imbottigliare. Io lo imbottiglierei durante la luna di Pasqua, incrementando il residuo zuccherino, in modo da fare il Five roses del gwc .


Secondo Vino: si fa presto a dire internazionale


Andrea è la prova tangibile che i garagisti sono sempre in controtendenza. In un enomondo in cui ci si fa il segno della croce con i vitigni autoctoni, Andrea propone un vino di taglio internazionale a base di Merlot e Cabernet. Quando si dice un rosso completo dal punto di vista visivo, il colore è rosso intenso con ancora riflessi purpurei; le pirazine del cabernet però prendono a cazzotti le mucose del naso, la ciliegia che si sente dopo il sentore erbace non si presenta del tutto matura.

Ecco i dati

Alcol distillazione: 12,51%
Zuccheri : tracce
pH:: 3,26
acidità totale: 5,95 g/l
acidità volatile: 0,42 g/l
anidride solforosa totale: 12 mg/l
anidride solforosa libera:2 mg/l

Se il vino fosse il mio, valuterei l’idea di un invecchiamento in legno. Alle operazioni di imbottigliamento ci penserei non prima dell’autunno 2014.

Letto 6566 voltePermalink[7] commenti

7 Commenti

Inserito da Andrea Sala

il 26 marzo 2014 alle 18:25
#1
Grazie davvero dei complimenti! In effetti quest' annata è stata un annata di esperimenti. L' idea è quella di portare il Moscato di Scanzo al di fuori del ristrettissimo, elitario ed assai poco frequentato club dei passiti rossi aromatici (anche perché non vi dico lo sbattimento a far appassire quest' uva delicata come non poche)e capire se, in uvaggio con altre varietà, può portare in dote i suoi aromi molto, molto particolari. Pensavo proprio di imbottigliarlo a Pasqua. Se non ho capito male mi stai consigliando di imbottigliarlo aggiungendo un po' di zucchero per fare una piccola rifermentazione in bottiglia ? Quanto e come mi consigli di aggiungerne ? Bisogna aggiungere anche un po' di lieviti o non serve ?
Per il rosso l' idea era di fare una specie di "secondo vino" un po' più leggero e di pronta beva ma vedo che mi è scappata un po' la mano ... Il problema è che l 'altro, sempre stesso uvaggio, che ha fatto la malolattica nel legno, è ancora più corposo (l' ho salassato e macerato 21 giorni con "steccatura" finale con cappello sommerso).

Inserito da claudia donegaglia

il 26 marzo 2014 alle 20:44
#2
Per ottenere un vino frizzante a fermentazione naturale si deve aggiungere una quantita' di zucchero variabile da 5a 10 gr litro in modo da avere un vino con una pressione variabile da unoa 2 atmosfere . Ricordo quando si imbottiglia di lasciare un congruo spazio di testa. Io aggiungerei lieviti specifici per la rifermentazione , ad alta capacita' di flocculazione?.Le bottiglie durante la fermentazione devono essere conservate a temperatura ambiente.

Inserito da claudia donegaglia

il 26 marzo 2014 alle 20:44
#3
Per ottenere un vino frizzante a fermentazione naturale si deve aggiungere una quantita' di zucchero variabile da 5a 10 gr litro in modo da avere un vino con una pressione variabile da unoa 2 atmosfere . Ricordo quando si imbottiglia di lasciare un congruo spazio di testa. Io aggiungerei lieviti specifici per la rifermentazione , ad alta capacita' di flocculazione?.Le bottiglie durante la fermentazione devono essere conservate a temperatura ambiente.

Inserito da Andrea Sala

il 27 marzo 2014 alle 12:41
#4
OK, ci proverò. Grazie del consiglio.

Inserito da claudia donegaglia

il 27 marzo 2014 alle 12:58
#5
Magari nn lo fai su tutte, in tutti i casi tienimi aggiornata.

Inserito da Andrea Sala

il 28 marzo 2014 alle 09:58
#6
Pensavo di imbottigliarne un po' "nature", un po' con lieviti e zucchero e tappo in sughero, che farà un pochino di deposito ed una piccola parte con tappo a corona con bidure e relativa sboccatura "al volo" (amici statemi lontani quando ci proverò)...

Inserito da claudia donegaglia

il 28 marzo 2014 alle 12:37
#7
Sono pronta a scommettere sulla riuscita di quelle con il tappo a corona

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